Corriere della Sera, 16 dicembre 2022
La Russa come Violante
ROMA In fondo, l’obiettivo del presidente del Senato Ignazio La Russa è lo stesso che fu di Luciano Violante: la legittimazione «delle idee degli altri». Nel 1996 l’allora presidente della Camera fece un famoso discorso sul comprendere «i ragazzi di Salò», sforzo che «a distanza di mezzo secolo, aiuterebbe a cogliere la complessità del nostro Paese» per costruire un sistema «comunemente condiviso» in cui «ci potranno essere tutte le legittime distinzioni e contrapposizioni».
Lui riconosce pienamente il debito con quella posizione: «Ho tentato con il mio discorso di apertura e di ringraziamento a chi mi aveva votato – che ho esteso anche a una parte dell’opposizione che è stata decisiva – di dire che il mio principale obiettivo è quello di lavorare a quella pacificazione alla quale aveva accennato il presidente Luciano Violante». Per La Russa, «l’obiettivo rimane quello» anche se non è pienamente convinto che sarà raggiunto entro il termine della legislatura: «Ma alla fine, se riuscirò a spostare di un centimetro in avanti questo riconoscimento mi considererò soddisfatto. Perché questa è la normalità democratica». Il punto è confrontarsi «sulle idee, non delegittimarsi perché sei figlio o nipote di una certa storia, perché tuo cugino l’hanno visto alzare un braccio...». Anche perché «poi, quando non c’è la telecamera o il giornalista, si accetta la stessa persona che poi sotto i riflettori devi rifiutare».
La Russa racconta a Bruno Vespa l’itinerario di Fratelli d’Italia in piazza del Popolo, nella manifestazione di tre giorni – Giorgia Meloni concluderà domani – che il partito ha voluto dedicare ai primi 10 anni della sua storia. Una platea affollata nonostante il pomeriggio lavorativo e piovoso. Nel parterre, visitatori anche di altri partiti, come i leghisti Mario Borghezio e Laura Molteni. È stato invece intervistato da Maurizio Belpietro il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi che ha confermato «una stretta imminente all’attività delle Ong che operano in mare».
Piantedosi e le Ong
Il ministro dell’Interno alla festa di FdI: ora
una stretta sulle attività delle Ong in mare
Il presidente del Senato si lascia sfuggire qualche accenno critico nei confronti di Berlusconi. Fratelli d’Italia iniziò «quando pensavamo di stare stretti nel Popolo della libertà, fu l’insoddisfazione di appoggiare un governo tecnico». Fu proprio il Cavaliere a «darci una chance per un modello diverso». E cioè, quando «si decise di non fare le primarie con Angelino Alfano, che secondo Berlusconi non aveva il quid». FdI nacque «da lì a pochi giorni e fu una separazione consensuale». Racconta La Russa: «A me Berlusconi disse: “Perché andate via? Restate...”. Però poi era contento che andassimo». Un partito in cui il ruolo di Meloni non è mai stato davvero in discussione: «Le leadership si conquistano, o ci sono o non ci sono. E Giorgia lo dimostrò subito. A lei non interessa avere un ruolo se crede che quel ruolo non sia utile a fare quello che intende fare. Per lei il ruolo deve servire sempre a ottenere gli obiettivi programmatici, altrimenti se ne va e torna da Ginevra».
La Russa presidente del Senato continuerà a fare politica: «Tra chi mi ha preceduto sono molto più quelli che hanno fatto politica più che dirigere il traffico. Per quello, basta un semaforo e io non sono un semaforo anche se darò sempre un po’ più di ragione del necessario all’opposizione». E sul presidenzialismo, da sempre cavallo di battaglia della destra: «Giorgia Meloni confida entro la fine di questa legislatura di dare molto più potere di decidere ai cittadini. Non vogliamo essere tassativi, non vogliamo arroccarci su una delle opzioni». Per quanto lo riguarda, «credo che il semipresidenzialismo alla francese abbia più equilibrio. Ma se vogliamo guardare, il modello Usa funziona anche di più». Infine, ancora sulla «mini naja»: «C’è chi vorrebbe la leva obbligatoria, gli ho detto “levatevelo dalla testa”. Ma chi vuole trascorrere una parte delle proprie vacanze dentro le forze armate, cosa c’è di male? Decidi quanto mettere a bilancio e arrivano le persone».