Corriere della Sera, 15 dicembre 2022
L’intelligenza artificiale è più intelligente degli autocrati
Non ci sono in azione solo la politica e la geopolitica, grazie al cielo. Nonostante le guerre e le repressioni in pieno dispiegamento, la scienza continua a produrre risultati che migliorano la vita. Se usati bene. L’annuncio americano di martedì sui passi avanti fatti nella ricerca di produzione di energia attraverso la fusione nucleare ha fatto notizia. Ma molto altro sta già interessando le nostre esistenze. Il Pew Research Center ha realizzato uno studio dal quale risulta, tra le altre cose, che l’intelligenza artificiale (AI) ormai ha performance migliori di quella umana in una serie di operazioni. Nei test che misurano la capacità di comprendere il linguaggio, il sorpasso è avvenuto nel 2019. Nel riconoscimento delle immagini, nel 2015. Nella comprensione della lettura, tra il 2016 e il 2017. Nelle famose sfide agli scacchi, dal 1997 al 2006 l’intelligenza artificiale è stata in pratica alla pari della migliore intelligenza umana, che è di 2882 punti nel sistema di misurazione Elo. Ma da allora è sempre stata superiore, in crescita fino ai 3.581 punti del 2021. La AI è spesso usata per scopi meno che nobili: il riconoscimento facciale per controllare i cittadini usato dai regimi autocratici, per dire; oppure la modifica di immagini e video per creare fake news (o peggio). Ma nel suo lato positivo è utilizzata nella guida delle auto, nei giochi, nella capacità di vedere e di parlare, nelle traduzioni, nei disegni, in medicina, nelle esplorazioni geologiche, nelle scuole e potenzialmente nella facilitazione di quasi tutte le attività. Il risultato è che gli investimenti privati (non dei governi) in AI sono passati dai poco più di sei miliardi di dollari nel 2013 a più di 176,5 miliardi nel 2021. L’anno scorso, gli investimenti privati maggiori sono stati effettuati nella gestione dei dati (12,17 miliardi di dollari), nella cura della salute (11,29), nella grande distribuzione (5,74). Nuove imprese entrano continuamente nel settore: il record – indica Pew Research – è stato raggiunto nel 2018, con 1.193 società create allo scopo: 555 negli Stati Uniti, 200 in Cina, 160 nella Ue. Ma anche nel 2021 ne sono nate 746 nel mondo. I brevetti nell’AI a livello globale erano stati 2.560 nel 2010 e sono saliti a 141.241 nel 2021. È un nuovo mondo: l’intelligenza artificiale pone delle sfide ma migliora la vita e, se usata bene, può avere più cervello degli autocrati.