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 2022  dicembre 15 Giovedì calendario

De Sica: «Con le mie battute oggi finirei in galera»

I figli vanno a vivere altrove, i genitori si disperano. Si chiama sindrome del nido vuoto e riguarda molte famiglie. Ma ci si ride su in Natale a tutti i costi, la nuova scoppiettante commedia con Christian De Sica e Angela Finocchiaro (per la quinta volta in coppia sullo schermo), attesa su Netflix il 19 dicembre e diretta da Giovanni Bognetti che, dopo i remake I baby sitter e Il mammone, ha ora preso spunto dal successo francese Mes très chers enfants. Per riconquistare i figli (gli esilaranti Claudio Colica e Dharma Mangia Woods) che non se li filano più e, orrore, minacciano di lasciarli soli pure a Natale, Christian e Angela s’inventano di aver ricevuto un’eredità milionaria. E in un’escalation di bugie vengono coinvolte anche una Ferrari e la cinica nonna Fioretta Mari. Il trailer del film, prodotto da Colorado, ha scatenato una polemica: il governatore d’Abruzzo Marco Marsilio e il Consorzio Vini della Regione se la sono presa con De Sica che, ricevendo in dono dal figlio un vino abruzzese, esclama «è ’na m...».
Voleva offendere l’Abruzzo?
«Ma scherziamo? Io amo quella Regione, ci porto i miei spettacoli, adoro i suoi vini. Con la battuta volevo offendere mio figlio che viene a cena solo per i soldi. Ormai bisogna stare attenti a tutto quello che si dice, e per un comico è un problema».
Si riferisce al pensiero politicamente corretto?
«Proprio così. Se rifacessi le cose di tanti miei film del passato, oggi andrei in galera. Ma si ride con il diavolo, mica con San Francesco. Le commedie sono cattive per definizione... ora ne vediamo tante eleganti ma addio a quei boati che 20 anni fa scuotevano i cinema».
Non si salva nessuno?
«Checco Zalone, che è il comico più scorretto che ci sia, se ne frega e ha un enorme successo. Gli altri stanno abbottonati per non rischiare di perdere i premi».
Perché non ha girato più cinepanettoni?
«Non me li ha offerti nessuno, ho 71 anni e non ho più l’età. Ma anche i giovanissimi che mi amano tanto mi chiedono di tornare a farli. Di recente ho ricevuto 1700 messaggi. Un cinepanettone lo girerei di corsa».
Perché ha preso parte a Natale a tutti i costi?
«È una commedia deliziosa, scritta benissimo. Nel cinema italiano mancano i bravi sceneggiatori. A differenza dei francesi, sono costretti a lavorare in pochissimo tempo».
Che copioni riceve in questo periodo?
«Devo dire che mi arrivano cose belle. Come Limoni d’inverno, il film drammatico di Caterina Carone che ho appena girato con Teresa Saponangelo. Racconta l’amore platonico tra due persone di mezza età, io sono un prof malato di Alzheimer. Poi c’è Ferie d’agosto 2, che farò l’anno prossimo con Paolo Virzì».
È il sequel della commedia-cult del 1996?
«Sì, ci siamo già incontrati con Virzì per discuterne. Intanto interpreterò la nuova serie del regista».
Ha un sogno?
«Portare sullo schermo il romanzo di Marco Lodoli I fannulloni come attore e regista. Sto cercando i soldi».
Anche lei si è sentito smarrito quando i suoi figli Brando e Mariarosa sono andati a vivere fuori casa?
«Quando mai, è stata una liberazione! (ride, ndr). Sono fortunato, i miei ragazzi non sono interessati e poi stanno sempre a casa perché si divertono. Con i figli di mio cognato Carlo Verdone e gli altri nipoti non siamo una famiglia ma una cooperativa».
C’è in giro un suo erede?
«Claudio Colica. È sensibile, colto, bravissimo. Ha un grande futuro».