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 2022  dicembre 15 Giovedì calendario

Fratelli d’Italia contro i cinghiali

In Italia ci sono 2,3 milioni di cinghiali. In tutte le città, a partire da Roma, spesso si avvicinano ai centri abitati, frequentano anche quartieri molto popolosi, passeggiano in gruppo nelle strade più trafficate puntando non di rado ai rifiuti vicino ai cassonetti. Sono all’origine di numerosi incidenti: secondo Coldiretti (dati diffusi a metà 2022 subito dopo la morte di una donna in provincia di Cuneo, in un sinistro stradale provocato da un cinghiale sbucato dal buio) nell’ultimo anno è avvenuto un incidente ogni 41 ore a causa dell’invasione di cinghiali e animali selvatici. «In dieci anni il numero di incidenti gravi con morti e feriti causati da animali è praticamente raddoppiato (+81%) sulle strade provinciali» secondo la stima Coldiretti su dati Aci Istat. Ora un emendamento alla Manovra, presentato da alcuni parlamentari di Fratelli d’Italia, propone: abbattiamo i cinghiali (ma anche il resto della fauna selvatica), consentiamo a chi ha una licenza di caccia di sparare a questi animali. Non solo: se i cinghiali abbattuti supereranno le analisi igienico sanitarie, potranno anche essere mangiati.
PIANO
Cosa dice il testo? Ipotizza un «piano straordinario per la gestione ed il contenimento della fauna selvatica, di durata quinquennale». Sarà possibile sparare anche in città (ovviamente però sulla scorta di un piano organizzato). Dice l’emendamento: «Le attività di contenimento, disposte nell’ambito del piano, non costituiscono esercizio di attività venatoria e sono attuate anche nelle zone vietate alla caccia, comprese le aree protette e le aree urbane, nei giorni di silenzio venatorio e nei periodi di divieto». Questa operazione dovrà essere coordinata dal «Comando unità per la tutela forestale, ambientale e agroalimentare dell’Arma dei Carabinieri, il quale può avvalersi dei cacciatori iscritti agli ambiti territoriali di caccia o nei comprensori alpini, delle guardie venatorie, degli agenti delle polizie locali e provinciali munite di licenza per l’esercizio venatorio, nonché dei proprietari o conduttori dei fondi sui quali il piano trova attuazione, purché muniti di licenza per l’esercizio venatorio». Spiega l’onorevole Chiara La Porta, Fratelli d’Italia, una delle firmatarie della proposta e membro della Commissione agricoltura: «Il nostro obiettivo è dare più risorse anche alla Forestale dei carabinieri. Inoltre, vogliamo farci carico delle problematiche che affrontano ogni giorno gli agricoltori, visto che a causa della diffusione degli ungulati registrano notevoli danni alle loro attività. A questo si aggiungono i problemi per alcune città in cui i cinghiali sono sempre più presenti». I parlamentari di Fratelli d’Italia che hanno firmato il testo sottolineano che comunque non si tratterebbe di un via libera indiscriminato all’abbattimento dei cinghiali, ma dell’organizzazione di un’attività che sarebbe comunque coordinata dalla Forestale. Altro particolare importante: non è scontato che questo emendamento, anche se compare tra i segnalati nel lotto di quelli presentati alla Manovra, sarà tra gli approvati alla fine del percorso.
CRITICHE
La proposta però ha suscitato reazioni molto dure tra gli ambientalisti e gli animalisti che accusano: in questo modo ci sarà il far west. In particolare, si legge in una nota di Enpa, Lac, Lav, Legambiente, Lipu, Wwf: «Spari nei parchi e nelle aree protette, spari in città, spari a tutti gli animali selvatici a qualunque ora del giorno e della notte, e in qualsiasi periodo dell’anno. È quanto prevede un emendamento alla Legge Bilancio (l’emendamento numero 78.015) presentato da un pool di deputati di Fratelli d’Italia che, evidentemente, con tale iniziativa intendono dare seguito alle promesse di deregulation venatoria fatte durante la campagna elettorale, trasformando l’Italia in una vera polveriera. Se l’emendamento caccia selvaggia venisse approvato, una ristretta categoria di individui, peraltro sempre più isolata dal tessuto sociale, sarebbe autorizzata a fare strage di animali selvatici e a mettere in pericolo la pubblica incolumità con il pretesto del controllò della fauna».