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 2022  novembre 14 Lunedì calendario

Biografia di Vittorio Vallarino Gancia

Vittorio Vallarino Gancia (1932-2022). Imprenditore. Ex proprietario dell’omonima azienda di spumanti, nota per essere stata la prima in Italia ad aver sviluppato uno spumante con il “metodo classico” o champenoise, quello usato per lo champagne. Vallarino Gancia ereditò l’azienda dal padre nel 1994 e la gestì fino al 2010, anno in cui venne acquisita dal marchio di vodka Russian Standard. La produzione rimase comunque in Italia e Vallarino Gancia rimase presidente onorario. Fra le altre cose è stato anche presidente dell’Unione industriale di Asti, della Federvini e dell’Unione italiana vini. Commendatore dal 1974, grand’ufficiale nell’82. Era noto anche per essere stato sequestrato dalle Brigate Rosse nel 1975, un vecchio caso di cronaca su cui la procura di Torino è tornata a indagare pochi mesi fa. Il sequestro fu il primo fatto dal gruppo terroristico per finanziarsi. «Gancia fu rapito il 4 giugno 1975, poco dopo essere uscito da villa Camillina, a Canelli. I sequestratori lo tennero prigioniero alla Cascina Spiotta, un casolare di Arzello: per la prima volta le Brigate Rosse chiesero un riscatto, all’epoca un miliardo di lire. Gancia venne liberato il giorno dopo. Ma il suo rapimento si risolse in un sanguinario conflitto a fuoco: nello scontro tra i brigatisti e le forze dell’ordine morirono Mara Cagol, moglie di Renato Curcio, e il giovane carabiniere Giovanni D’Alfonso. Recentemente l’inchiesta è stata riaperta dalla Procura di Torino. Il giorno della sparatoria, nella cascina con Cagol, c’era anche un altro brigatista. L’uomo riuscì a fuggire e a far perdere le proprie tracce. La sua identità è rimasta un mistero. Nel novembre dello scorso anno il figlio del brigadiere ucciso, Bruno D’Alfonso, ha depositato un esposto in Procura fornendo alcuni nuovi spunti investigativi. Da qui la riapertura del fascicolo per tentare, a 47 anni di distanza, di dare un nome al secondo carceriere di Vallarino Gancia e all’assassino del carabiniere» [Lorenzetti, CdS].