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 2022  novembre 15 Martedì calendario

Biografia di Stefania Nobile

Stefania Nobile, nata a Bologna il 16 novembre 1964 (58 anni). Figlia di Wanna Marchi. Sua complice nelle truffe televisive • «La considerano una dama nera, più nera di sua madre. E lei non fa niente per togliersi di dosso questa fama» (Or. Li., Rep 10/3/2006) • «Tra loro c’è un legame profondissimo e a tratti morboso. Hanno condiviso gioie e dolori, gloria e miseria» (Paolo Armellilla, Wired 21/9/2022) • «Hanno fatto la storia dell’Italia televisiva e moderna. Sono entrate nelle nostre case, prima come venditrici e poi come imputate. Negli anni 80 e 90 hanno venduto di tutto, prodotti dimagranti con estratti di alghe, creme scioglipancia, rametti d’edera spacciati per miracolosi, numeri del lotto, talismani, amuleti, kit contro le influenze maligne. Hanno curato l’anima, il malocchio e le pene di amore sfruttando la credulità popolare insita in ognuno di noi» (Moreno Pisto, MowMag 30/9/2021) • Finite nei guai dopo uno scoop di Striscia la Notizia che sbugiardava i loro metodi, il 24 gennaio 2002 furono arrestate dalla Guardia di Finanza. Accusate di associazione a delinquere finalizzata alla truffa, estorsione e bancarotta fraudolenta (132 denunce, 62 persone costituite parte civile). Il 27 marzo 2008 la quarta Corte d’Appello di Milano condannò Wanna a 9 anni e 6 mesi e Stefania a 9 anni e 4 mesi più un risarcimento di 2,3 milioni di euro ai truffati parti civili. Andarono in Cassazione, ma il 5 marzo 2009 la Corte dichiarò il loro ricorso «inammissibile». Dal 2013 entrambe sono libere cittadine • Oggi Stefania dice: «Sono orgogliosa della mia vita. Chi si pente? Buscetta si pente, io non mi pento». E a chi spendeva tutti i suoi risparmi per paura del malocchio, non concede alibi. «Io non la vedo una truffa. Se qualcuno mi chiama e mi dice di mettere del sale nel bicchiere, io lo mando affanculo. È un truffatore lui o sei un coglione tu?».
Titoli di testa «Stasera vedremo immagini inedite di Wanna Marchi e di sua figlia, Stefania Nobile. Ci scusiamo per la qualità delle immagini, ma non è colpa nostra. È che quando Wanna e la figlia appaiono in tv, di chiaro e nitido non c’è niente» (Ficarra e Picone, Striscia la Notizia).
Vita Vanna Marchi (all’anagrafe senza W), figlia di Nino e Enedina Marchi, contadini poverissimi. «Erano sotto padrone. Una volta si diceva così. Non avevano niente, lavoravano la terra degli altri». «Di dov’eravate? “Castel Guelfo, metà romagnoli, metà emiliani. Ero una bambina felice, ma molto povera. Molto povera e molto curiosa, una bambina strana per quei tempi, scappavo da tutte le parti hai capito? Ho sempre avuto chiaro che ero nata in un posto sbagliato”. Perché? “Ma dai, in mezzo alle pecore, alle capre, io? Ma per favore”» (Pisto) • Rimane senza padre a 15 anni, ha un tumore, lo operano, lo rimandano a casa morto. Vanna, la mamma e il fratellino vanno a Bologna, servono soldi. Vanna fa la figurinista, disegna abiti, fa la cameriera. Sua madre lavora al mercato della frutta. «L’ho sempre definita stupida e lo era veramente. Era sicuramente molto bella, bellissima, sembrava Marlene Dietrich, hai presente il tipo? Ma viveva nel suo mondo, non andavamo d’accordo, non parlavamo mai, per questo mi sono sposata presto: per uscire di casa e separarmi da lei» (Pisto) • Nel 1961 Vanna Marchi convola a nozze con Raimondo Nobile, rampollo di una famiglia bene, che guarda con disprezzo alle origini contadine della sposa. «Mia suocera, fuori dalla chiesa, mi disse: “Come sei brutta”. Quella frase avrebbe contato tanto nella mia esistenza» • Sono anni bui. Raimondo la tradisce. A un certo punto, Vanna giura a se stessa: «Porterò queste corna come una corona». «Il matrimonio fu il più grosso errore della mia vita. Però…
 “Però ho avuto due figli subito, meravigliosi, ma per amore non ci si sposa a 18 anni, credi a me”. Né Maurizio né Stefania si sono mai sposati. “Ringrazio Dio tutti i giorni di non avere nipoti, sono grata al Signore. Io ho passato tutta la mia giovinezza ad aspettare loro due che tornavano a casa dalla discoteca, di notte, ho fatto io da padre, da madre, da sorella, da vicina di casa. Non riuscirei a ripetermi”» (Pisto) • «Quello che vi è successo quanto ha a che fare con la paura di tornare ai margini? Stefania: “Ancora oggi l’odore della mortadella mi fa piangere. A scuola, quando suonava la campanella, dalle cartelle uscivano tutti questi panini con la mortadella. Per noi a casa costava troppo. Tante volte lo rubavo, ai bambini più grassi. Un giorno avrò tanta mortadella, mi dicevo, tanto prosciutto”» (Jonatan Bazzi, 7 24/9/2022) • Vanna comincia come estetista, apre un negozio in un garage di Bologna. «Ho avuto sette negozi nella mia vita. Sono stata la prima ad aprire un negozio da estetista a Bologna. La PRIMA! (urla). In assoluto». «Era il 1977-78, un giorno entra un ragazzino e mi propone un contratto per vendere in televisione […] Stavo massaggiando una signora, avevo tutte le mani unte, non ho capito niente e ho firmato. Credevo di aver firmato per seicentomila lire, invece erano sei milioni” […]. Prima trasmissione?Gran Bazar, a Telecentro, canale di Bologna. Ma non vendevo niente. Allora mi hanno portato in una tv di Padova. Niente anche lì. Alla terza puntata mi presento senza prodotti, mi faccio dare il microfono e comincio a raccontare la mia storia. Dico addio al pubblico, nelle mie condizioni economiche non mi era più possibile proseguire. Mentre parlo inizia un viavai di gente del centralino. Mi urlavano: “Vai avanti, vai avanti”. Allora racconto che mio marito era un disgraziato, che mi lasciava senza una lira e mi riempiva di botte. Parlo per quaranta minuti. Lasciato il microfono, tremavo come una foglia, ma erano arrivati duemilatrecento ordini. Da lì il salto a Rete A, il grande canale delle televendite”» (Bazzi) • «Sai, dovevo vendere per mantenere i miei figli, perché il loro padre non mi ha mai dato 50 lire, MAIIIII (urla). I miei figli dovevano mangiare, non avevano le scarpe, non avevano niente, io non avevo i soldi neanche per pagare la luce elettrica, neanche per pagare la bolletta dell’acqua. Come li facevo, i soldi? Facendo la puttana? No. Allora ho iniziato a vendere […]”. Crescere con una mamma così è impegnativo, no? Stefania: “Ma va, io e lei siamo complementari. Lei da sola non sa far niente”. Wanna: “Non sono neanche capace di spendere i soldi, non so come dirti”. Stefania: “Non sa amministrarsi, non sa usare il telefono...”.
Wanna: “Io ho la quinta elementare, ma a scuola ero talmente brava che le maestre chiamarono mio papà e gli dissero che dovevo continuare a studiare. Dopo quella telefonata per la prima volta l’ho visto piangere. PIANGERE! (urla). Ma servivano i soldi per mandarmi a scuola e i miei zii hanno detto di no, perché ero femmina e per una femmina non serviva studiare […] Da madre ho pensato che i miei figli dovevano avere tutto ciò che io non avevo avuto» (Pisto) • E così, Wanna va in tivù. Urla. Vende. Si lancia in sfuriate contro il grasso, la ciccia, il lardo, i punti neri, la forfora. «Spogliatevi nudi e guardatevi davanti allo specchio. Fate veramente schifo!». «Signore mie, perché un uomo deve ritornare sotto il suo tetto, se lo aspetta una donna sformata, spettinata, ciabattona? Volete restare lì come balenottere a piangere sulle corna che vi mette?» • «Veracemente cicciottella, colorata, urlante, usò gli schermi di Rete A. Smerciava alghe dimagranti, creme scioglipancia, pomate per seni rassodati, cuscini per sconfiggere l’insonnia. Eccetera, eccetera. Sarebbe bastato sentire i nomi di quei prodotti “magici” per subodorare la beffa. Invece no, tutti si precipitavano a tele-comprare. Convinti dalla sua voce emiliana, perfidamente sincera nel mettere a nudo difetti, paure, civetterie. L’etnomusicologo Roberto Leydi, che registrò ore del suo eloquio […] scoprì che gli strilli di Wanna erano simili a quelli dei ciurmadori che hanno venduto di tutto, per secoli, sulle piazze d’Europa. Vittorio Sgarbi la paragonò ai monologhi di Dario Fo e Carmelo Bene. Beniamino Placido scrisse una sua apologia, convincente quanto quella di Platone per Socrate […]. Da vera icona del kitsch è tracimata ovunque in tv. Anche in quella seria. Maurizio Costanzo. Linea diretta. Lupo Solitario, trasmissione cult di Antonio Ricci» (Bruno Ventavoli, Stampa 10/3/2006) • Diventa la regina del Trash. Finisce sulle copertine delle riviste. Nell’89 incide un disco rap, con il suo urlo di battaglia «D’accordooooo?». Nel 1988-89 è a Fantastico come testimonial del ministero delle Finanze, vende i biglietti della lotteria. Nel 1990 nella parodia dei Promessi Sposi di Lopez-Marchesini-Solenghi (spaccia alghe miracolose per sconfiggere la peste). Considerata simpaticissima, spiritosissima, genio della comunicazione, «comprese le urla belluine, comprese le creme “scioglipancia” che facevano dimagrire di dieci chili in una settimana» (Michele Serra). «Man mano che il “fuoco” si allarga, da Marchi e da Stefania Nobile, entrano anche in scena nella serie una serie di personaggi secondari notevoli: Milva Magliano, Capra de Carrè, il mago Do Nascimento. Milva Magliano, consigliera occulta, amica e poi forse nemica, sempre minacciosa, è un personaggio che sembra uscita da Gomorra, “pluripregiudicata per truffa (le più recenti riguardavano il commercio di opere d’arte), reati finanziari e altro ancora (nel curriculum ha anche una condanna, negli anni 80, per appartenenza alla Nuova camorra organizzata di Raffaele Cutolo)” (Corriere della Sera). Il mago Do Nascimento, già maggiordomo che serviva a tavola scalzo a casa del fantomatico marchese “Capra de Carré”, per poi diventare non mago ma “maestro di vita”, in quanto nipote di una sacerdotessa o sciamana (vabbè) in Brasile. Dispensatore di numeri del lotto e attivatore del sale miracoloso (“il rito se non è attivato dal maestro di vita mica funziona”, dicono le telefoniste). Ma eccoci al personaggio più gustoso di questa gang di sfessati, il marchese o conte Attilio Capra de Carrè. Siamo alle grandi spy story italiane; altrove hanno John Le Carré, noi Capra de Carrè. Un vecchio articolo di Repubblica lo dà non marchese ma conte. Anche secondo l’Annuario della nobiltà italiana i Capra de Carrè è “antica famiglia nobiliare vicentina”, sono “conti palatini”. Wanna Marchi lo conosce in quanto vicino di casa a Porto Cervo. “Un sedicente conte milanese. Un uomo non più giovane, fisico basso e tozzo, che anni fa portava, nonostante la moda di Little Tony fosse finita da un pezzo, un davvero mitico ciuffo a banana. Mai stato nobile. Era uno ‘zanza’, un truffatore, un vero esperto di sparizioni di denaro altrui a proprio favore. Siamo nel ’96 quando lo ‘zanza’, che adesso è molto malato, si prende in casa Mario dal fisico da ballerino, appena sbarcato dal Brasile. Mario diventa anche il cuoco di casa, viene presentato come il maggiordomo. Insomma, deve molto al ‘conte’, ma non esita quando il suo mentore e Wanna smettono di avere affari in comune (allora vendevano creme dimagranti): lo molla e diventa il maggiordomo della signora delle aste tv. Dalla dispensa allo studio tv il passo è breve” (Repubblica). Infatti Wanna e la figlia Stefania a un certo punto tradiscono il marchese o conte e si mettono in proprio, e da lì secondo loro arriverebbero tutte le sventure. Il marchese o conte è dato come intimo di Marcello dell’Utri, allora gran capo di Publitalia, e la successiva caduta delle Marchi è data anche – tesi affascinante – come conseguenza della volontà del mondo berlusconiano di far fuori il variegato mondo delle tv private minori» (Michele Masneri e Andrea Minuz, Il Foglio 3/10/2022) • Wanna e Stefania promettono la fortuna: numeri del lotto che «sicuramente» sarebbero usciti. Per averli, «bastava mettersi in contatto con la società Asciè dove un autentico esercito di centralinisti […] ha il compito di rassicurare i potenziali clienti. O meglio le clienti: erano quasi tutte donne a chiamare; quelle che guardano la tv nell’orario delle casalinghe, che devono far quadrare i conti e sperano sempre che un colpo di fortuna risolva i loro problemi con il magro portafogli. Le stesse donne che poi, quando i numeri si rivelavano per nulla magici e protestavano “venivano minacciate di eventi drammatici […] facendo leva su paure e sensi di colpa”. E così continuavano a pagare, nel silenzio e nella disperazione: spesso infatti dilapidavano un piccolo patrimonio senza dir nulla, per vergogna, ai propri familiari. Il meccanismo della truffa prevedeva che le vittime venissero convinte dell’esistenza di un misterioso “malocchio” che impediva ai numeri di sortire il loro effetto benefico. E per liberarsi dal malocchio, che poteva rapidamente estendersi in modo funesto sugli affetti più cari, bisognava pagara il solo e unico “mago” in grado di liberarle dal sortilegio: Mario Pacheco Do Nascimento [...]». Chi telefonava ai centralinisti della Asciè veniva profilato «profilato individuando i suoi punti di fragilità». «Così quando, inevitabilmente fallita la grande vincita, richiamava per protestare veniva imbonito (“compri i nostri sali contro il malocchio”) e minacciato (“si ammalerà; suo figlio avrà un incidente; suo marito perderà il lavoro; finirà in miseria”)» (Susanna Marzolla, Rep 10/3/2006) • Il sistema va avanti fino alla fine del 2001. Una signora, tale Fosca Marcon, di Solaro, Milano, telefona al Gabibbo. E Striscia la Notizia si scatena «Dopo una settimana di bombardamenti quotidiani da parte di Striscia, i guastatori del nucleo provinciale della Guardia di finanza hanno fatto irruzione nelle sedi milanesi della Asciè e della Anedene, le due società della tele piazzista. Nelle stesse ore sono stati perquisiti anche altri suoi uffici sparsi in tutta Italia, da Como a Bologna, da Firenze a Vercelli. Durante il blitz, gli uomini in divisa hanno consegnato tre avvisi di garanzia firmati dal pm Luca Villa, alla signora Vanna, a sua figlia Stefania Nobile e al mago brasiliano Mario Do Nascimento Pachecho» • In un attimo, tutto crolla. I cronisti assediano la loro casa vicino a Bologna: «Un commento, Stefania! Un commento!». Lei replica piccata: «Volete un commento? Eccovelo. Sono d’accordo con i talebani, che hanno messo una taglia sui giornalisti». Pochi minuti dopo, dal cielo, un elicottero di Striscia la Notizia lancia sulla villa un tapiro fatto di sale (Marco Mensurati, Rep 12/12/2001).
Amori «L’ultima volta che hai pianto? Wanna: “Dopo una lite con lei”. Ah, quindi non siete sempre d’accordo su tutto. Stefania: “Litighiamo perché lei è troppo invadente, è un grande amore il nostro sì, ma come tutti i grandi amori, io son per la libertà, non mi sono mai sposata, non voglio rotture di coglioni, non voglio figli, neanche fidanzati, non sopporto nessuno, non possiamo stare insieme 24 ore su 24: è troppo”.
Wanna, sei gelosa?
Wanna: “Di lei? Moltissimo”. Stefania: “Pensa com’è mia madre: quando siamo state arrestate, io convivevo con Davide Lacerenza. Davide è stato il mio ultimo grande amore, poi sono finita in galera e lui, da uomo stupendo, si è trovata un’altra donna”.Wanna: “Una cinese!”. Stefania: “Viveva a casa nostra con lei, ma io l’ho scoperto quando sono uscita. Sono stata male, malissimo, però dopo 2 mesi mi era passata, ho capito che non poteva aspettarmi e siamo diventati grandi amici. Adesso lui ha la Gintoneria e io sono una sua dipendente. Ma mia madre sai che ancora non glielo perdona?”» (Pisto).
Paura Stefania dice di aver paura «solo dell’ignoranza». Wanna dice di non aver paura di niente, «neanche del demonio. Guarda, se il demonio incontra me, è meglio che scappi lui».
Nomignoli Lei chiama Wanda Beffy («Wanna: «Beffy come befana, perché sono anziana, hai capito?»), Wanda la chiama Stefy o ranocchio.
Politica Nel 2021 ha firmato i referendum dei radicali per la giustizia e l’eutanasia. «Io aprirei i casini, liberalizzerei le droghe e tutto quanto. C’è il libero arbitrio no?».
Religione Credono in Dio. Stefania: «Molto». Wanda: «Prego tutte le sere. Recito un’Ave Maria e un Padre Nostro e mi faccio tre volte il segno della croce. Sono molto devota a Madre Teresa» (Pisto).
Curiosità «Gli psicologi ci dicevano che siamo invertite. Io mi comporto da madre, lei da figlia» • In carcere Stefania ha fatto amicizia con Pina Auriemma, la co-imputata della Reggiani per l’omicidio Gucci • Lei passava il tempo leggendo (libro preferito La città della gioia), la madre a dipingere ad acquarello • Hanno scritto un diario a quattro mani intitolato Le nostre prigioni (2003) • Wanda in carcere ha preso il diploma da cuoca • Il momento più brutto della loro vita: quando le hanno mandate in due prigioni diverse • Di Maurizio Nobile non si è più saputo nulla • Il mago Do Nascimiento vive libero e felice in Brasile, non ha mai scontato un giorno di carcere e ha beneficiato dell’indulto del 2006 • Una volta Stefania disse di voler entrare nel mondo del porno. Commento: «E qual è la notizia? Sono anni che lo mette in quel posto a tutti» • Nel 2017 furono reclutate da Mediaset come concorrenti dell’Isola dei famosi, lanciate da una mega intervista doppia pubblicata su Chi (Mondadori). Antonio Ricci imbestialì. Striscia la Notizia mandò in onda una serie di servizi nei quali attaccava il suo editore, Pier Silvio Berlusconi, davanti a sette milioni di italiani. Un collage di interviste realizzate in strada a gente comune e poi sapientemente montate, in gergo «Vox Populi». Una signora dietro il bancone di un bar: «Wanna Marchi e la figlia all’Isola è uno scandalo, la colpa è di Pier Silvio Berlusconi, a questo punto meglio i francesi» (una barista, evidentemente molto informata della lite con Bolloré e Vivendi). Uno per strada: «Pier Silvio Berlusconi sta facendo un grandissimo errore, non esiste che vadano all’Isola dei Famosi, hanno rubato e truffato l’Italia, migliaia di anziani». Un altro, al mercato: «Chi le manda è malato di testa, non ha cervello». «Perché non ci va pure Berlusconi all’Isola dei Famosi, è una cosa vergognosa mandare certe persone...»; «La scelta di Mediaset è una schifezza, un’offesa all’ intelligenza umana, alla dignità umana»; «Una scelta immorale, vergognosa. C’è tanta gente che aspetta giustizia. Dare a queste la ribalta televisiva è il peggio del peggio». Una tutta imbacuccata: «Mediaset fa una stronzata a mandarle in onda». Dopo due giorni Pier Silvio capitolò • Nel 2019 hanno lanciato un loro corso a pagamento «per svelarvi i segreti della vendita» (prima lezione a 29,99 euro, l’intero pacchetto da dieci lezioni a «soli 499 anziché 5.250», ma solo per i primi 200 clienti) • Nel 2022 hanno detto di voler vendere prodotti scioglipancia anche nel Metaverso • «Come vorreste morire? Wanna: “Di un colpo secco, dormendo”. Stefania: “Io guardando il mare”. E sulla lapide? Wanna Marchi, virgola, e poi… Wanna: “Vi venderò anche la morte”. Stefania: “Eh sì, questo sarebbe bello”» (Pisto).
Titoli di coda «Io ero, sono e sarò sempre la figlia di Wanna Marchi. Perché lei è un genio».