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 2022  dicembre 14 Mercoledì calendario

Germania, il camino è un lusso



Non c’è scampo, se vogliamo stare al caldo dobbiamo pagare sempre di più il gas, l’energia elettrica, oppure inquiniamo. Per risparmiare sulle bollette, si torna al camino, ma anche il prezzo della legna aumenta in modo vertiginoso, e gli ecologisti ci avvertono che il fuoco così romantico in salotto è inquinante. E pericoloso se non si sta attenti. Lo avevo scoperto da me.




Non c’erano camini nella Sicilia della mia infanzia, e con la scusa dell’eterna primavera isolana, nella casa di Palermo, non c’era il riscaldamento. Non eravamo poveri, la casa era nuova, in Viale della Libertà, indirizzo rinomato. Avevamo termosifoni elettrici che, presumo,costosi. In campagna o al mare si andava d’estate, ma non ricordo neppure là camini spenti. Li vedevo solo nei film western, e avrei desiderato averne uno.


Avevo un camino nella mia stanza in affitto da studente a Londra, ma era finto. Nascondeva un fornelletto per scaldare il caffè o cuocere un uovo, alimentato a gas, che pagavo a tempo con monetine, come in un telefono a gettone. Un vero camino lo trovai a Parigi. Bisogna di continuo badare al fuoco, girare i ceppi, e se il legno non è secco, il fumo invade l’appartamento. Il fuoco non è romantico. Lo accesi solo una volta, e mi bastò.




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Un mio vicino scrittore, si portava a spalle i sacchi di carbonella per la cucina e per le stufe che aveva in ogni stanza. Certamente il riscaldamento a carbone o a legna inquina, ma non ci si badava. Perché mai se a Torino, dove abitai per anni, gli altiforni della Fiat erano quasi in centro?


Nel mio appartamento a Berlino, i termosifoni sono antiquati e i tubi sono esterni. L’impianto è stato installato nel dopoguerra, mi ha informato un anziano vicino. Ci si scaldava con enormi stufe di maiolica, alcune coperte da artistiche mattonelle, che ora si trovano nei negozi d’antiquariato. Nel mio appartamento era installata solo una grande stufa in salotto, e le tre famiglie di sfollati che vi abitavano la alimentarono con le doghe del pavimento.


Se passeggiate per il Tiergarten, il grande parco al centro dove si trova anche la mostra ambasciata, gli alberi vi sembreranno secolari, ma le foto dei primi anni Cinquanta mostrano una distesa spelacchiata. Le vecchie querce e i platani e i tigli furono tagliati durante a guerra dai berlinesi per sopravvivere al gelo. I boschi ricrescono in fretta.






La passione per il camino non è esplosa con la crisi provocata dalla guerra in Ucraina. Il consumo del legno per riscaldamento è raddoppiato a partire dal Duemila. Nel 2018 sono andati in fumo 28 milioni di metri cubi di legno. Il prezzo è aumentato dell’85% in media, e si arriva al 133 per le qualità più pregiate. Un metro cubo di legno di pioppo costa cento euro. E vi si assicuro che non dura molto.


L’anno scorso sono stati tagliati alberi per ottenere 83 milioni di metri cubi di legno, ovviamente non tutti destinati al riscaldamento. Ma c’è un limite, molte foreste sono tutelate, e in altre il taglio è strettamente controllato. Se diminuiscono gli alberi aumenta l’inquinamento. Da marzo, da quando è cominciata l’invasione dell’Ucraina a luglio, sono stati importate 224mila tonnellate di legno, un quarto dalla Polonia, ma non è facile comprare legno all’estero.


I tedeschi sono precisi e hanno censito i camini, sono undici milioni e 200mila, e continuano ad aumentare. Un decimo dei nuovi appartamenti ha un camino, e alcuni sono molto cari, in marmo, o in acciaio, protetti da lastre di cristallo, arrivano a costare venti o trentamila euro.


Aumentano anche i forni a legno, per le case private, o per i ristoranti. Sempre da marzo a luglio sono stati importati dalla Cina 700mila forni e stufe a legna, ma una parte è stata rivenduta in altri paesi europei. La Germania fa da tramite, e gli importatori aumentano logicamente il prezzo.


Il camino non è un’alternativa al gas russo, il fuoco a legna per cuocere bistecche o salsicce alla griglia o per creare un’atmosfera romantica, rimane un lusso.