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 2022  dicembre 13 Martedì calendario

Lotito fa stalking sul Salva-Serie A

Claudio Lotito non si arrende di fronte a niente. Quel “no” del governo alla sua norma per salvare – finanziariamente e penalmente – le società di calcio proprio non l’ha digerito: “Mi hanno fatto girare le palle…” si sfoga con i colleghi appena fuori dall’aula del Senato. Così il presidente della Lazio e senatore di Forza Italia non si dà per vinto: ci sta riprovando. Si aggira per Palazzo Madama come un funambolo con una cartelletta azzurra e ferma i capigruppo della commissione Bilancio di tutti i partiti per spiegare e chiedere di sottoscrivere il suo nuovo emendamento. Ci aveva provato una prima volta con una norma nel decreto Aiuti quater che spalmava i debiti delle società di serie A con 60 rate mensili senza alcun interesse o penalizzazioni sportive e senza incorrere in denunce penali. Ma dal governo era arrivato un niet: “Nessun favoritismo” aveva spiegato il ministro dello Sport Andrea Abodi con tanto di parere negativo del ministero dell’Economia all’emendamento. Ora Lotito torna alla carica. E lo fa con una riformulazione all’emendamento precedente che Il Fatto ha potuto leggere. È quasi una fotocopia dell’altra norma: il debito sarà spalmato sempre in 60 comode rate nei prossimi 5 anni (le prime tre da pagare subito), stavolta con una piccola mora del 3%. Un contentino per convincere i colleghi senatori. Negli ultimi giorni, nel dibattito su cosa fare delle cartelle esattoriali in scadenza, per tutti e non solo per il calcio, sono emerse alcune proposte. La prima è lo scudo penale, niente denuncia per importi superiori a 150mila euro: FdI l’ha già fatta sua con un emendamento. Poi si è parlato appunto di una riduzione della multa dal 10 al 3%, ma qui la quadra è tutt’altro che definita, come sempre quando ballano i soldi. Rapace come un attaccante d’area, Lotito ha colto la palla al balzo per rilanciare il suo emendamento (che gli serve personalmente perché la Lazio è esposta per 50 milioni). Ma pure così, in assenza di un accordo generale, rimarrebbe il solito, inaccettabile favore al pallone. Anche perché – notano fonti di Palazzo Chigi – si tratta di un piccolo sconto che diventa rilevante solo sui grandi importi. Come quelli della Serie A, appunto, e non dei piccoli imprenditori. Anche dal Tesoro arriva un “no” secco al nuovo emendamento.
Ma Lotito ci prova lo stesso e sta provando a fare proseliti. E stavolta vuole andare fino in fondo: anche se il governo confermerà il parere negativo, il presidente della Lazio chiederà di metterlo ai voti lo stesso. Ieri al capogruppo del Pd in Senato, Daniele Manca, spiegava: “Lo votiamo con voi opposizioni e facciamo andare sotto il governo” diceva. La risposta del senatore Pd è stata eloquente: “Siamo d’accordo, se riguardasse solo la Lazio sarebbe un conto… ma qui riguarda tutto lo sport italiano: non possiamo aver paura dell’effetto Juventus”. Per ora Lotito ha convinto a firmarlo i capigruppo della commissione Bilancio di FdI, Forza Italia, Autonomie e Pd. Non la Lega (che esprime il ministro dell’Economia Giorgetti) e nemmeno il M5S con Stefano Patuanelli che ha deciso di non sottoscriverlo. Ma Lotito proverà lo stesso il blitz. Nonostante Abodi: “Ha detto che faccio i miei interessi? – si sfogava ieri con i colleghi – io sono un senatore e rappresento lo sport italiano”.