Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2022  dicembre 13 Martedì calendario

L’ultimo viaggio della megattera Moon

Un viaggio, l’ultimo, lungo tre mesi e quasi cinquemila chilometri, dalle coste di Fin Island, nel Canada occidentale, a quelle delle Hawaii. Non l’ha compiuto un attempato navigatore, ma una megattera che per tre mesi ha nuotato nelle acque del Pacifico senza poter utilizzare la grande pinna posteriore. Moon, Luna, l’hanno chiamata anni fa i ricercatori canadesi che anche quest’anno l’hanno avvistata in settembre nelle gelide acque della British Columbia.
Questa volta, però, hanno notato grazie alle fotografie scattate da un drone due novità. Una, positiva: assieme alla megattera nuotava un piccolo esemplare. L’altra, al contrario, più lugubre: il dorso del cetaceo presentava una grave ferita alla colonna vertebrale, ridotta nella parte finale a una specie di S e provocata con molta probabilità dallo scontro con una grossa imbarcazione (questi mammiferi possono raggiungere i 15 metri di lunghezza e le 40 tonnellate di peso). Col risultato di avere causato al mammifero una paralisi parziale.
Nonostante le difficoltà, Moon ha raggiunto l’arcipelago nel Pacifico all’inizio di dicembre. Un’impresa eccezionale, ripete Janie Wray, che guida la squadra di ricercatori canadesi di BCWhales e che ripete di non aver mai visto nulla di simile nel corso della sua carriera: «Moon è probabilmente nata al largo delle Hawaii», spiega Wray, «perciò ci è tornata come tutti gli anni, perché così le ha insegnato a fare la madre. Lì, come anche al largo delle coste del Messico, questa specie è solita riprodursi: la migrazione in questo periodo è tipica delle megattere».
Le foto del cetaceo particolarmente dimagrito dopo il viaggio documentano quanta fatica gli sia costato: «Deve aver dato fondo a tutte le sue scorte di grasso per farcela, spinta dall’abitudine». Senza troppi giri di parole, i ricercatori ammettono che a Moon non resta molto da vivere: «Siamo consapevoli del fatto che non la rivedremo qui in Canada. Soffre, lo sappiamo, ma è ancora viva. Ma morirà presto e, sinceramente, ci sentiamo di dire che prima accadrà, meglio sarà per lei e per noi».
Parole che non vengono pronunciate a cuor leggero: «Moon non saprà mai quante persone la pensano, quanti hanno pianto per quello che le è accaduto. Ma non possiamo farci nulla: se si trovasse sulla terraferma potremmo tentare di aiutarla, ma in acqua è impossibile». L’ipotesi di sopprimerla con un mix di farmaci è già stata scartata: il rischio è che le sostanze tossiche vengano poi ingerite dagli animali marini che si ciberanno della sua carcassa. Ai ricercatori non resta dunque che assistere alle ultime nuotate di Moon, nella speranza che ciò che le è accaduto possa servire da ammonimento sulla pericolosità che la navigazione comporta per questi animali.
Si è verificato più di un caso, negli ultimi mesi, di megattere che si sono spiaggiate sulle coste canadesi dopo essere state investite da navi di grosse dimensioni. Un segnale del ripopolamento delle acque dell’Oceano, ma anche del fatto che il traffico marino non si è adattato a questo fenomeno. Tanto che Wray lancia una proposta: «Esistono le zone scolastiche a velocità ridotta? Bene, istituiamo anche delle “zone” per le balene».