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 2022  dicembre 12 Lunedì calendario

Ritratto di Marc Tarabella

«I Mondiali al Qatar sono un insulto all’etica». «Bisogna ritirare l’assegnazione». E ancora, con una punta di sarcasmo: «Platini, i parenti di 1.200 operai morti nei cantieri per la costruzione degli stadi si scusano per aver rovinato i Mondiali».
Poi, a un certo punto, tutto è cambiato. E allora il boicottaggio è diventato «un gesto ipocrita» e «chi abbandona i maxi-schermi è un idiota perché la Coppa del mondo è una festa che bisogna vivere insieme». Del resto in Qatar i lavoratori «hanno un salario minimo, che viene versato sul loro conto corrente» e all’interno delle aziende c’è persino «una concertazione sindacale». Per questo «gli altri Paesi del Golfo dovrebbero seguire il modello-Qatar».
Le prime dichiarazioni sono di Marc Tarabella, eurodeputato belga di origini italiane con alle spalle quattro mandati al Parlamento Ue. Le ultime pure. E questa giravolta è tra i motivi che sabato sera hanno spinto gli investigatori belgi a perquisire la casa del politico socialista folgorato sulla via di Doha. Il suo nome era filtrato nell’ambito dell’inchiesta nei giorni scorsi dopo che gli uffici di un suo assistente al Parlamento europeo erano stati sequestrati, ma solo perché quest’ultimo aveva lavorato per anni con Antonio Panzeri. Un dettaglio che lui si era subito precipitato a precisare.
Ora però il suo coinvolgimento nell’indagine si arricchisce di un capitolo che lo riguarda più direttamente. Va detto che Tarabella non è stato fermato (atto che per un eurodeputato sarebbe possibile soltanto in caso di flagranza di reato) e questo vuol dire che gli inquirenti non hanno trovato nulla che possa provare il suo coinvolgimento nella presunta rete che avrebbe incassato mazzette dal Qatar in cambio di sostegno politico. Gli investigatori gli hanno sequestrato un computer e un telefono cellulare e che ora saranno analizzati. «Non ho assolutamente nulla da nascondere, risponderò a tutte le domande se ciò potrà aiutare a far luce su questa vicenda» si è limitato a dire all’agenzia di stampa Belga. Il Partito Socialista lo ha convocato d’urgenza per chiedergli chiarimenti.
Nato in Belgio nel 1963, figlio di un emigrante italiano originario di Seravezza (Lucca), Tarabella è sindaco di Anthisnes dal 1994, un comune di 4000 abitanti alle porte di Liegi. Parla perfettamente italiano e nel gennaio del 2014, intervenendo in Aula, era salito agli onori delle cronache per aveva dato pubblicamente del «fannullone» a Matteo Salvini per via del suo assenteismo. Considerato molto vicino a Panzeri, un anno fa ha preso la tessera di Articolo Uno.
La sua campagna per annullare l’assegnazione dei campionati di calcio al Qatar è durata un paio d’anni, dal 2014 fino al gennaio del 2016. Interventi in Parlamento, dichiarazioni sui media, manifestazioni. Poi un lungo silenzio, interrotto a partire dallo scorso anno, quando la linea dell’esponente socialista ha preso tutt’altra piega. Tarabella ha continuato a occuparsi di Qatar, ma con toni e dichiarazioni molto più istituzionali.
Risulta che l’8 febbraio sia stato ricevuto da Abdulrahma Bin Mohammed Al Khulaifi, ambasciatore del Qatar in Belgio, presso l’Unione europea e presso la Nato. Secondo la delegazione del Paese del Golfo, i due hanno avuto «un interessante scambio di opinioni» su una serie di temi: le relazioni tra Unione europea e Qatar, la cooperazione con la delegazione del Parlamento Ue che si occupa dei rapporti con la penisola araba (Darp, di cui Tarabella è vicepresidente), ma anche i rapporti tra la Russia e l’Ue.
Il 23 settembre dello scorso anno l’esponente socialista si è invece recato a Doha con una delegazione di eurodeputati, ma soltanto lui ha avuto il privilegio di incontrare per un faccia a faccia il primo ministro Khalid bin Khalifa bin Abdul Aziz Al Thani. Il 2 giugno di quest’anno, invece, il registro degli incontri avvenuti al Parlamento europeo riporta un meeting con il portavoce del ministero degli Esteri del Qatar. Il resto è storia recente, con le interviste pro-Qatar, il suo intervento più che conciliante durante l’audizione del ministro del Lavoro qatariota nella sottocommissione Diritti umani (14 novembre), quello in Aula in occasione della discussione sulla risoluzione di condanna («è dannoso fare un discorso unilateralmente negativo», 21 novembre) e il voto favorevole al via libera alla liberalizzazione dei visti per il Qatar (1° dicembre) nella commissione Libe. Della quale però non fa parte, né come membro né come sostituto.