il Fatto Quotidiano, 11 dicembre 2022
È arrivata la neve, ma è colpa dei mari più caldi
In Italia – Un novembre ancora troppo tiepido (0,9 °C sopra la media trentennale nell’insieme del Paese) ha chiuso il terzo autunno più caldo nella serie climatica nazionale del Cnr-Isac iniziata nel 1800, a brevissima distanza dai casi estremi del 2014 e 2018, ma al Nord-Ovest talora è stato di gran lunga il più caldo mai osservato (come a Torino e Parma). È ora possibile anche un bilancio dell’anno meteorologico dicembre 2021-novembre 2022: per effetto dei persistenti anticicloni e con il contributo del riscaldamento globale antropogenico è risultato il più caldo da Nord a Sud (1,0 °C di troppo) e anche in questo caso con anomalie più spiccate sulle regioni nord-occidentali (circa +2 °C), nonché nel gruppo dei tre più secchi in oltre due secoli con un deficit nazionale di precipitazioni del 30%, insieme al 1945 e subito dopo il recente record del 2017. L’inizio di dicembre ha visto transitare dall’Atlantico una serie di perturbazioni più attive al Nord, sul Tirreno e all’estremo Sud. Tra pomeriggio e notte di sabato 3 nubifragi autorigeneranti hanno colpito la Sicilia orientale e la Calabria, rovinoso quello che ha alluvionato Barcellona Pozzo di Gotto (Messina), dove in circa quattro ore sono piovuti 194 mm d’acqua riproponendo una situazione già vista il 23 novembre 2011 (allora ci furono tre vittime, a differenza di stavolta). Martedì 6 dicembre forti piogge nel Grossetano con frane, strade e paesi inondati dallo straripamento di torrenti minori tra Castiglione della Pescaia e l’entroterra. Venerdì nevicate talora copiose sulle Alpi (40 cm a Courmayeur) con fiocchi fino a 400 metri, e di nuovo molta pioggia da libeccio prima in Liguria e Toscana, poi ieri da Umbria e Lazio giù fino alla Calabria. L’avvio dell’inverno 2022-23 almeno per ora sembra proporre dunque un cambio di regime rispetto alla penuria di precipitazioni dell’anno trascorso, e questa settimana sarà anche più fredda con gelate estese (ma ordinarie) in pianura al Nord.
Nel mondo – Il servizio di monitoraggio satellitare della Terra Eu-Copernicus segnala che novembre 2022 è stato il nono più caldo a scala globale (anomalia +0,2 °C) e il quinto in Europa (+1,4 °C) dove peraltro l’autunno (settembre-novembre) si è piazzato al terzo posto dopo quelli del 2006 e 2011. Inoltre, in Cina una stagione autunnale così calda non si era mai registrata. Il fatto che da qualche settimana l’estensione dei territori coperti di neve nell’emisfero settentrionale sia sopra media e talora ai massimi in una serie dal 1967 (dati Global Snow Lab della Rutgers University, New Jersey) è dovuto a una particolare combinazione tra precipitazioni frequenti e temperature sotto media su parte di Russia, Asia centrale e Nord America, e non è un indizio di inversione di tendenza o addirittura di smentita del riscaldamento globale. Negli ultimi 55 anni l’area boreale coperta di neve in inverno è rimasta infatti stazionaria, e talora sono proprio i mari più caldi a favorire nevicate più copiose per via di una maggior evaporazione, laddove – nonostante le temperature più elevate – fa ancora abbastanza freddo per nevicare, mentre in primavera il caldo precoce ha inesorabilmente ridotto del 10 per cento la superficie innevata secondo le analisi dello stesso Global Snow Lab. Freddo di rara entità per inizio estate in Australia sud-orientale (-7 °C a quote di 1.700 metri), per contro nuovi record nazionali di caldo per dicembre in Myanmar (38,3 °C), Nigeria (40,0 °C) e straordinarie ondate di calore pure in Argentina (46 °C presso Mendoza) e nel Sud degli Stati Uniti (29,4 °C in Georgia). Alluvione-lampo con una vittima il 7 dicembre a Lisbona, e il gruppo di ricerca World Weather Attribution ha riconosciuto l’aggravante dei cambiamenti climatici antropogenici nelle alluvioni che da maggio a ottobre hanno disastrato le vulnerabili comunità dell’Africa occidentale.