ItaliaOggi, 10 dicembre 2022
Gli americani sono sempre più soli
Theodor Adorno (1903-1969) il filosofo e sociologo tedesco rifugiatosi negli Stati Uniti durante la Seconda guerra mondiale, scherzava sull’ossessiva raccolta di dati numerici da parte degli americani, chiamando il paese gli «Statistici Uniti» d’America.
Da allora l’ossessione numerica degli Stati Uniti è solo cresciuta.
Gli americani raccolgono e analizzano dati su tutto, al punto che, anziché essere un popolo che «fa» tendenza, forse sono semplicemente bravi a identificare le mode passeggere prima degli altri. Comunque sia, l’ultimo trend emerso nel Paese sembra essere che gli statunitensi si piacciono sempre meno…
Secondo dati pubblicati dallo U.S. Census Bureau (l’equivalente nazionale dell’Istat italiana) a partire dal 2014 ci sarebbe stato un collasso della socialità negli Stati Uniti.
Tra il 2010 e il 2013 il tempo medio passato ogni settimana dagli americani con i propri amici era stabile a circa sei ore e mezzo, essenzialmente lo stesso valore dei due decenni precedenti.
Nel 2019, invece, il tempo che il cittadino americano medio passava in compagnia di amici e parenti era calato a solo quattro ore (un crollo del 37% in cinque anni, questo già prima dell’avvento della pandemia di Covid-19).
Da allora il tempo medio passato in compagnia di amici negli Stati Uniti è precipitato ulteriormente a solo due ore e 45 minuti alla settimana, una caduta del 58% relativa al periodo 2010-2013.
Per quanto il fenomeno sia presente in tutti i gruppi d’età, risulta particolarmente forte tra i teenager, una popolazione spesso considerata notoriamente sociale.
Rispetto al periodo 2010-2013, nel 2021 i giovani americani di età compresa tra i 15 e i 19 anni hanno passato settimanalmente circa 11 ore in meno con i propri amici (un incredibile calo del 64% in meno di un decennio).
Da cosa nasca la repentina trasformazione è oggetto di dibattito.
La pandemia c’entra, ma il grosso dell’abbassamento si era verificato ben prima dell’arrivo del Covid.
L’ipotesi più accreditata è che il calo dipenda soprattutto da una sorta di sostituzione della compagnia degli altri con quel simulacro di contatto umano che è arrivato con l’utilizzo di Internet e, specialmente, della telefonia cellulare, la cui penetrazione del mercato negli Stati Uniti ha superato il 50% proprio nel 2014.
Fosse così, si tratterebbe comunque più di una constatazione che di una spiegazione.
Come mai gli americani hanno imparato, e così in fretta, a preferire il contatto mediato con la realtà circostante rispetto a una relazione diretta?
Per ora, ogni risposta vale un’altra ed è inutile dilungarsi troppo. C’è piuttosto da chiedersi se lo stesso fenomeno si stia presentando o meno negli altri paesi occidentali, o se la dissociazione americana rappresenti, invece, una sorta di crisi di nervi nazionale in atto solo in quel paese.