la Repubblica, 10 dicembre 2022
In vendita la casa di Vacanze romane
Le vacanze romane sono finite. L’appartamento che ospitò alcune delle scene più note del film con Gregory Peck e Audrey Hepburn, in via Margutta 33, è ufficialmente in vendita. Il cartello affisso sul portone dice che «l’immobile è di particolare interesse culturale perché vi sono state girate scene di un famoso film». Ma qui è passata la Storia e lo scultore Ulisse Ticò, proprietario dell’immobile, lo sa benissimo: all’ingresso, in quello che oggi è un territorio conteso tra il divano e la tv, campeggia infatti una foto di settanta anni fa scattata proprio lì, con Gregory Peck e suo padre Alcide, noto scultore, il regista William Wyler ed alcune maestranze del film. Era il 1952.
Questa storia inizia però una ventina di metri prima del civico 33 di via Margutta, al 51. «Lì c’era lo studio di mio padre (che poi sarà un’altra location del film) e in quel posto una mattina si presentarono senza preavviso Gregory Peck e William Wyler, dissero che avrebbero dovuto girare un film e che avrebbero avuto bisogno di quello studio». Alcide Ticò non se lo fece ripetere due volte «e disse loro che aveva anche un appartamento da proporre» : fu così che lo stretto soppalco di casa sua, al civico 33, divenne uno dei posti più iconici della storia del cinema. Proprio lì, a due passi da piazza di Spagna, il giornalista Joe Bradley (interpretato da Gregory Peck) cominciò a vivere i primi momenti dell’amore travolgente con la principessa Anna (Audrey Hepburn) che fece sognare intere generazioni.
Su quel soppalco, dove nel tempo sono intervenute almeno un paio di importanti ristrutturazioni, oggi c’è una cucina e nulla parla più della Hollywood sul Tevere. Ma il tempo non ha lavato via il fascino di un luogo magico ( tanto più che una targaposta dal Comune informa che sulla terrazza dell’appartamento adiacente Truman Capote sei anni più tardi, nel 1958, scriverà “Colazione da Tiffany”). «Quell’epoca è finita, anche per questo ho intenzione di vendere ed andar via – spiega Ulisse Ticò, che è la memoria storica di via Margutta – qui tutto è cambiato e le strutture ricettive di lusso stannopian piano divorando spazi che una volta erano invece la casa dell’arte. In questo palazzo c’era anche lo studio di Fellini, che ha abitato in fondo alla via. Sa quante volte abbiamo cenato insieme, d’estate, anche con Mastroianni, Gassman e Manfredi? Oggi ci sono solo turisti. Ci si incontrava anche al Noteghen bar in via del Babuino (distante una ventina dimetri), dove veniva anche Moravia. Oggi non c’è più nulla. Sono spariti tutti, sono rimasti solo alberghi e negozi». Tuttavia, durante il nostro incontro, almeno due comitive di turisti americani hanno fatto capolino al civico 51, per vedere il set di “Vacanze romane”. Il portiere, orgoglioso, ha offerto spiegazioni e concesso qualche foto ricordo: «il pellegrinaggio di curiosi è continuo, ma posso farli entrare solo fino al cortile. Quando poi danno il film in televisione il flusso di persone raddoppia». Come se Gregory Peck e Audrey Hepburn fossero ancora nei paraggi. «Lui sapeva di essere una star e in qualche modo lo faceva pesare – questi i ricordi di Ulisse Ticò tramandati dal padre – pensi che alla fine delle riprese si presentò qui in casa e pretendeva di non pagare un busto che mio padre aveva realizzato per lui. Ma gli andò male, perché papà glielo tolse dalle mani e gli disse che non glielo avrebbe dato, senza un corrispettivo. Alla fine lo comprò».
Alcide Ticò, che nel film si ritagliò anche una particina dove interpreta se stesso, uno scultore, guadagnò delle royalties con cui acquistò un terreno in via del Casaletto. Il contrario del figlio Ulisse che progetta invece di andarsene. Al “Mar”, museo di arte moderna e contemporanea di Rovereto curerà una mostra sul padre ( 15 luglio- 22 ottobre 2023) e poi via, lontano da Roma. Le vacanze romane sono davvero finite.