la Repubblica, 10 dicembre 2022
In Corea del Sud si ringiovanisce per legge
«Diventeremo tutti più giovani», esulta il ministro della Giustizia. Dal prossimo giugno i sudcoreani avranno uno o addirittura due anni di meno. Almeno sulla carta.
Dopo molti tentativi, il Parlamento di Seul ha approvato la nuova legge sull’età. Entrerà in vigore a metà 2023, dopo la firma del presidente Yoon Suk-yeol, che ne aveva fatto uno dei suoi cavalli di battaglia in campagna elettorale. Rispondere alla banale domanda “quanti anni hai?” finora in Corea del Sud poteva essere davvero complicato. Perché nel Paese asiatico si utilizzano tre metodi di conteggio diversi e quindi si possono avere contemporaneamente tre età diverse: una confusione anagrafica che ora con la nuova legge verrà sistemata. Per tutti i documenti ufficiali si utilizzerà il metodo internazionale: cioè la data di nascita di una persona.
Oltre a quello in vigore nel resto del mondo (che è comunque utilizzato nella maggior parte dei documenti legali a Seul a partire dagli Anni Sessanta), in Corea del Sud ne esistono altri due. Il primo, quello più comunemente usato nella vita quotidiana, stabilisce che tutti alla nascita hanno già un anno, e ogni 1° gennaio viene aggiunto un altro anno. Il secondo - che serve ad esempio per il servizio militare o per stabilire l’età legale per bere e fumare- stabilisce che tutti alla nascita hanno zero anni, ma anche qui ogni 1° gennaio viene aggiunto un anno, indipendentemente dal giorno in cui si è venuti al mondo.
La modifica, spiega il governo sudcoreano, servirà per evitare “confusione” e “costi sociali ed economici non necessari”. L’ambiguità sui metodi di conteggio dell’età, infatti, ha causato non pochi disagi. Ha portato, ad esempio, a controversie sui rimborsi assicurativi basati sull’età nel caso di incidenti stradali; a dispute aziendali sui contratti relativi alla retribuzione in base alle diverse fasce di età; e a situazioni assurde: durante le prime fasi della pandemia le autorità sanitarie hanno utilizzato l’età internazionale e l’età coreana in modo intercambiabile per impostare la fascia per l’idoneità al vaccino, mandando in tilt gli ospedali. E pure i pazienti.
Resta da vedere se i sudcoreani abbandoneranno effettivamente il sistema tradizionale nella vita di tutti i giorni. Secondo gli esperti, ci vorrà del tempo, visto che tali metodi di conteggio sono profondamente radicati nella cultura del Paese. In una società ancora molto gerarchica, l’età determina ad esempio il modo in cui una persona si rivolge ad un’altra. L’anno di nascita, e non la data di nascita, altro esempio, è la base del sistema zodiacale coreano.
Ci sono varie teorie sull’origine di questa misurazione. Secondo alcuni, il compimento di un anno alla nascita tiene conto del tempo trascorso nel grembo materno. Altri lo collegano a un antico sistema numerico asiatico che non prevedeva il concetto di zero. Aggiungere un anno ogni 1° gennaio, secondo altri esperti, deriva dal fatto che gli antichi coreani collocavano il loro anno di nascita all’interno del ciclo del vecchio calendario cinese e tendevano a ignorare il giorno della loro nascita ma aggiungevano semplicemente un anno al primo giorno del calendario lunare.
Quanti anni hai? Non c’è domanda più complicata, in Corea del Sud. Ora si cerca di fare chiarezza. E mentre il resto del mondo invecchia, i sudcoreani, come per magia, “ringiovaniscono”.