Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2022  dicembre 09 Venerdì calendario

Il camionista ha ucciso Alessia volontariamente

ROMA – Tre telefonate al 112, il cui contenuto Repubblica è in grado di svelare, sciolgono la nebbia che da quattro giorni nasconde la verità sul giallo del Grande raccordo anulare. Raccontano di come un camionista di 47 anni abbia consapevolmente travolto e ucciso una donna di 42. Quella donna è Alessia Sbal e domenica sera, poco prima di morire, è stata tamponata dal tir di Flavio Focassati, adesso ai domiciliari con l’accusa di omicidio stradale, fuga e omissione di soccorso.La telefonata più drammatica è quella in cui la vittima è disperata e urla: «Dove vai, dove vai? Fermati, fermati, non mi venire addosso. Fermati!». Dall’altra parte ad ascoltare c’è un operatore del 112, davanti a lei il suo assassino che è risalito sul tir, ha ingranato la marcia e l’ha ammazzata sulla corsia di emergenza. La comunicazione si è interrotta bruscamente. Alessia Sbal poco prima aveva costretto il camionista a fermarsi dopo l’impatto. Il contenuto della telefonata, a cavallo tra le 20,39 e le 20,40, svela una verità agghiacciante.La principale ipotesi adesso è che quello di Alessia Sbal non sia un omicidio stradale ma volontario, secondo quanto ricostruito da Repubblica.L’accusa per Flavio Focassati, incensurato, potrebbe presto cambiare. Quando è stato rintracciato dalla polizia ha dichiarato: «Non l’avevo vista, mi è comparsa davanti all’improvviso». Lasciando così spazio a un incidente per colpa e non per dolo. Fino a quattro giorni fa la fine della donna era un mistero ancora da svelare. Testimonianze e indagini avevano ricostruito l’ennesima tragedia della strada in una capitale che in dieci giorni aveva già contato nove vittime. C’era anche il sospetto che i tir coinvolti fossero due. La famiglia aveva lanciato gli appelli per rintracciare i testimoni di quella morte. Quelle telefonate adesso offrono tutta un’altra verità. Alessia al momento dello scontro era al telefono con un’amica. «All’improvviso l’ho sentita urlare “Mi ha speronato. Oddio questo camion mi ha preso. Ti richiamo” e non l’ho più risentita». Un primo squarcio era arrivato mercoledì. Un super testimone aveva raccontato al numero di redazione diRepubblica che la Panda grigia guidata dalla donna era stata tamponata. «Era arrabbiata, la vedevo dalla mia auto, perché quel tir aveva proseguito la sua marcia», è stato il racconto di Paolo Piccini. Tanto che Alessia Sbal aveva accelerato, nonostante i danni all’auto, e aveva superato il tir costringendolo a accostare sulla corsia di emergenza.Una volta arrestata la corsa, la donna ha indossato il giubbotto catarifrangente, è scesa sotto la pioggia per discutere con il camionista. Forse c’è stata una lite. Nella prima telefonata, di cui Repubblica è venuta in possesso, Alessia Sbal ha detto al 112: «Ho avuto un incidente con un camionista, venite qui». In sottofondo però, chi era in linea, ha sentito un uomo molto alterato che diceva: «Non c’entro niente, non sono io». Erano le 20,39, quella chiamata è durata 23 secondi.La seconda chiamata, subito dopo, è di un minuto. È il 112 a chiamare Alessia Sbal. E da quello che si intuisce quel camionista è risalito sul mezzo mentre la donna era ancora in strada. Nonostante le sue urla disperate, nonostante quel «Fermati, fermati», il camionista ha travolto Alessia Sbal straziando il suo volto. La donna è morta sul colpo mentre sul suo cellulare arrivavano altredue telefonate dal 112 cadute nel vuoto.Una quinta telefonata è arrivata al 112 da parte di un automobilista. Il testimone si è fermato vicino allo svincolo per Roma Nord. Le sue parole al numero di emergenza: «Sono qui sul Gra, un camionista ha travolto una donna».Alessia Sbal la sera di domenica stava andando a casa del suo compagno, a Ladispoli. Era una donna felice perché la sua vita professionale aveva avuto un’impennata. L’università La Sapienza le aveva proposto una collaborazione. Lei, amante degli animali, due volte a settimana era al Bioparco dove si prendeva cura di venti macachi. «Mia figlia era gioiosa, le hanno strappato il sorriso – dice Tina Angiolilli, la mamma – adesso chiedo giustizia per lei e mi appello a chiunque abbia visto qualcosa di contattarci per aiutarci a capire».