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 2022  dicembre 08 Giovedì calendario

GLI HATER SONO TUTTI UGUALI: PRIMA FANNO I LEONI E INSULTANO, POI FRIGNANO – L’UOMO INDAGATO PER AVER MINACCIATO DI MORTE GIORGIA MELONI E ALLA FIGLIA SU TWITTER ("ATTENTA CHE TI ARRIVA UN COLTELLO IN PANCIA"), NASCOSTO DAL NICKNAME “SASHAMANEXI1”, SI CHIAMA SASHA LUPO E HA 27 ANNI. HA PRECEDENTI PER DROGA, PRENDE IL REDDITO DI CITTADINANZA E IN VITA SUA NON HA PRATICAMENTE MAI LAVORATO. AL TELEFONO CON IL SUO AVVOCATO, HA PIGOLATO: “ADESSO ANDRÒ A DORMIRE IN GALERA? MI SONO PENTITO, ERO TERRORIZZATO CHE MI TOGLIESSE IL REDDITO, QUESTO PENSIERO MI HA..."

Al telefono col suo legale, l’avvocato Giovanni Giuca, ieri sera Sasha Lupo, 27 anni, il leone da tastiera siciliano che su Twitter col nickname Sashamanexi1 ha minacciato di morte Giorgia Meloni e sua figlia, piangeva come un agnellino: «Adesso, avvocato, andrò a dormire in galera? Sono pentito di quello che ho fatto, i giornalisti m’inseguono, non mi aspettavo tutto questo clamore. Ma ero proprio terrorizzato dall’idea che la Meloni mi togliesse il reddito di cittadinanza, questo pensiero mi ha fatto perdere il lume della ragione».

Lupo, un diploma preso all’istituto professionale, tatuaggi tribali sulle braccia, un procedimento pendente a Catania per spaccio di droga (86 grammi di marijuana nel 2014), ha lavorato poco in vita sua: «Un tempo consegnava le pizze — racconta l’avvocato Giuca —. Il ragazzo ha un leggero handicap fisico e vive con la mamma». Aveva già percepito il reddito di cittadinanza, circa 500 euro mensili, per 18 mesi.

Poi da ottobre scorso aveva avuto il rinnovo. Sua madre fa la cassiera in un supermercato di Rosolini, il padre aveva un negozio d’abbigliamento che poi ha chiuso. I genitori sono separati. Gli uomini della Digos di Siracusa, diretti da Guglielmo La Magna e quelli della Polizia postale della Sicilia orientale, agli ordini di Marcello La Bella, agevolati nella ricerca dal fatto che il giovane aveva messo sul profilo una sua foto originale, gli hanno sequestrato computer e smartphone. In casa non c’erano armi. «La sua è una famiglia perbene — dicono gli investigatori — speriamo gli serva da lezione».