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 2022  dicembre 08 Giovedì calendario

Riccardo Gennuso, imputato per estorsione, è il vicepresidente dell’Antimafia siciliana

La questione morale in Sicilia sembra non scalfire i deputati regionali, tanto che un imputato per estorsione può essere eletto vicepresidente vicario della commissione antimafia dall’Ars: è il caso del 31enne forzista Riccardo Gennuso, figlio dell’ex deputato Giuseppe, per tutti Pippo, entrambi imprenditori di Rosolini (Siracusa) del settore dei giochi d’azzardo e titolari di alcuni centri Bingo tra l’isola e Roma. Sono sotto processo a Palermo per estorsione nei confronti di due ex dipendenti, che avrebbero ricevuto pressioni per non presentare una vertenza. Secondo i legali dei Gennuso, a dibattimento i denuncianti avrebbero alleggerito le accuse sul ruolo estorsivo di Riccardo, confermando quelle del padre. Ma i Gennuso sono stati anche vittime, visto che hanno denunciato a Palermo la tentata estorsione dei boss di corso dei Mille, che chiesero il pizzo per un’altra sala Bingo.
Pippo Gennuso vanta un lungo curriculum di vicende giudiziarie alle spalle. Nell’aprile 2018 è stato arrestato dalla Dda di Catania con l’accusa di voto di scambio politico-mafioso, poi tornato in libertà dopo il Riesame che ha fatto cadere l’aggravante mafiosa. A luglio 2019 ha patteggiato a Roma una condanna a 14 mesi per traffico di influenze, nella vicenda legata al filone del “Sistema Siracusa”, la compravendita di sentenze giudiziarie e alle figure degli avvocati Piero Amara e Giuseppe Calafiore. Gennuso infatti, avvalendosi dell’intermediazione dei due legali rei confessi, avrebbe influenzato i giudici Raffaele Maria De Lipsis e Luigi Pietro Maria Caruso (hanno patteggiato 2 anni e mezzo), indirizzando a suo favore la sentenza del Consiglio di giustizia amministrativa di Palermo (Cga) sulle “mini regionali” nella provincia di Siracusa. Infine a febbraio scorso, Pippo è stato condannato per truffa in primo grado a Siracusa a 5 anni e 6 mesi, con l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, per la gestione del consorzio che forniva l’acqua al comune di Pachino.
Tornado alla commissione antimafia siciliana, che sarà presieduta dal dem Antonello Cracolici, sarà curioso vedere Riccardo Gennusso al fianco dell’altro vicepresidente, Ismaele La Vardera. Perché, quando La Vardera vestiva i panni di Iena, si è occupato della vicenda del giornalista Paolo Borrometi, e della lettera firmata da otto deputati regionali siciliani che lo accusavano di essersi inventato le minacce subite, tra cui Pippo Gennuso.