la Repubblica, 8 dicembre 2022
Bianca Balti previene il cancro e si f atagliare il seno
Bianca Balti, 38 anni, nata a Lodi, professione super modella, oggi alle 11 di Los Angeles (le 19 italiane) si sottoporrà a una doppia mastectomia preventiva, dopo avere scoperto tempo fa di avere la mutazione genetica Brca1, che aumenta esponenzialmente il rischio di contrarre un tumore al seno e/o alle ovaie. «Amo troppo la vita per non fare il possibile per preservarla», ha scritto ai suoi follower in una newsletter. È una scelta di salute, una scelta privata che ha deciso di rendere pubblica, assumendosi la responsabilità e il peso di una condivisione dolorosa. Lo stesso viaggio, privato e pubblico, allora ancor più clamoroso e rivoluzionario, l’aveva intrapreso nel 2013 Angelina Jolie, dopo avere perso la madre per un cancro al seno e avere saputo, grazie a un’indagine genetica, di avere una elevatissima probabilità di ammalarsi. L’avevano battezzato Angelina effect ed era stato dirompente: un numero sempre maggiore di donne ha fatto ricorso alle analisi genetiche che anche in Italia sono diventate più accessibili per chi ha familiarità con alcuni tipi di tumore. La consapevolezza è un’arma spesso salvifica, che si nutre anche delle altrui esperienze. Bianca Balti racconta l’orgoglio di avere fissato una data, l’impazienza dell’attesa. «Ma ora che il momento è arrivato non ne ho voglia. Mi sento fragile. Spaventata dall’idea di dover dipendere dagli altri. Terrorizzata dal dolore che proverò. Sconfortata nel dover rinunciare a una parte del mio corpo che ha definito fino a oggi la mia femminilità». Il seno è un simbolo potente per chi ha costruito una luminosa carriera intorno al proprio aspetto. Ma lo è anche per tutte noi che non facciamo le super modelle e che non siamo domiciliate a Los Angeles. Lei lo ha spiegato alle sue figlie, come lo avremmo fatto noi, con parole semplici e definitive: «Mamma si opera perché ama troppo la vita». Bianca Balti, che, a marzo aveva raccontato di aver congelato gli ovociti «per svincolare il mio sogno di maternità da un uomo, da una relazione», motiva anche la decisione odierna: «Non posso permettermi di ammalarmi io che porto, sola, la responsabilità economica di tutte sulle spalle. E vorrei che le mie bambine trovassero in me la forza di agire se un giorno anche loro venissero diagnosticate». La prevenzione tuttavia, anche quando riguarda un corpo esposto(che non è mai sinonimo di patrimonio collettivo), è un diritto individuale e un dovere della sanità pubblica pertanto non necessita di giustificazioni. Bianca Balti ci ha regalato la sua storia e i suoi perché. Ha messo a disposizione di tutti la fatica e la sofferenza del suo percorso che, come fu per Angelina Jolie, potrebbe aprire una via di salvezza ad altre. Se invece di una mastectomia si fosse trattato dell’asportazione della colecisti probabilmente nessuno se ne sarebbe curato. Eppure la prevenzione è una pratica fondamentale che prescinde dalla visibilità o dall’attrattiva degli organi coinvolti. Bianca Balti non ha aperto una finestra sulla fragilità di un corpo perfetto. Ci ha ricordato che l’unico strumento a nostra disposizione, se scegliamo la vita, è proteggerla e quindi fare prevenzione. Che passa, nel suo caso, dall’analisi genetica e daun intervento invasivo. L’Angelina effect salvò donne che seguirono il suo esempio. Ma portò, in certi casi, a un ricorso ingiustificato alla mastectomia bilaterale. Consapevolezza significa seguire la propria storia, adottare uno stile di vita e un’alimentazione sani e, soprattutto, affidarsi al proprio medico e non alla newsletter di Bianca Balti che generosamente ci ha mostrato la sua strada.