La Stampa, 8 dicembre 2022
La sorella attacca Khamenei
Pubblichiamo la lettera aperta di Badri Hossein Khamenei, sorella della Guida suprema della Repubblica islamica Ali Khamenei.Nel nome di Dio. Perdere un figlio ed essere lontano da tuo figlio è una grande tristezza per ogni madre. Molte madri sono rimaste in lutto negli ultimi quattro decenni. Penso che sia opportuno ora dichiarare che mi oppongo alle azioni di mio fratello ed esprimo la mia simpatia per tutte le madri che piangono i crimini del regime della Repubblica islamica, dai tempi di Khomeini all’attuale era del despotico califfato di Ali Khamenei. Come tutte le madri in lutto iraniane, sono anche triste per il fatto di esser lontana da mia figlia.Quando arrestano mia figlia con violenza, è chiaro che applicano migliaia di volte più violenza ad altri ragazzi e ragazze oppressi che sono sottoposti a crudeltà disumana. L’opposizione e la lotta della nostra famiglia contro questo sistema criminale sono iniziate pochi mesi dopo la rivoluzione. I crimini di questo sistema, la soppressione di qualsiasi voce dissenziente, l’imprigionamento dei giovani più istruiti e ispirati di questa terra, le punizioni più severe e le esecuzioni su larga scala iniziarono fin da subito.Fin dall’inizio, mio marito Ali Tehrani era contrario a questo sistema e al governo teocratico. Era la voce del desiderio di libertà del popolo e, a causa di ciò, ha sopportato tutti i tipi di difficoltà, tra cui essere imprigionato due volte negli anni 1360 (anni ‘80) e passare dieci anni in prigione nella sua vecchiaia. Negli ultimi vent’anni, mia figlia Farideh ha sopportato ogni tipo di difficoltà e di carcerazioni per le sue attività civili e sui diritti umani, tra cui sostenere i prigionieri politici e le loro famiglie e cercare di fermare le esecuzioni ingiuste. Come mio dovere di essere umano, molte volte ho portato la voce del popolo alle orecchie di mio fratello Ali Khamenei decenni fa. Ma dopo aver visto che non ha ascoltato e ha continuato la strada di Khomeini nel sopprimere e uccidere persone innocenti, ho interrotto il mio rapporto con lui.La mia preoccupazione è sempre stata e sarà sempre il popolo, specialmente le donne dell’Iran. Credo che il regime della Repubblica islamica di Khomeini e Ali Khamenei non abbia portato altro che sofferenza e oppressione all’Iran e agli iraniani. Il popolo iraniano merita libertà e prosperità, e la sua rivolta è legittima e necessaria per realizzare i suoi diritti. Spero di vedere presto la vittoria del popolo e il rovesciamento di questa tirannia che governa l’Iran. Le guardie rivoluzionarie e i mercenari di Ali Khamenei dovrebbero deporre le armi il prima possibile e unirsi al popolo prima che sia troppo tardi.Mi dispiace tanto che, a causa di disturbi fisici, io non possa partecipare ai movimenti di protesta come dovrei. Ma nel cuore e nell’anima, sono con il popolo iraniano. Mio fratello non ascolta la voce del popolo iraniano e considera erroneamente la voce dei suoi mercenari e dei suoi finanziatori come la voce del popolo iraniano. Merita lui le parole irrispettose e impudenti che usa per descrivere il popolo iraniano oppresso, ma coraggioso. Che la giusta lotta del popolo per raggiungere la libertà e la democrazia si realizzi il prima possibile.