Corriere della Sera, 7 dicembre 2022
I Musici hanno 70 anni
La musica barocca in Italia, prima di loro, dopo i fasti delle corti seicentesche, era un mondo da scoprire. Toscanini ascoltò I Musici e disse: «Sono dodici ragazzi bravi, bravissimi, una perfetta orchestra di musica da camera». L’Orchestra era I Musici di Roma, formata nel 1952 da studenti dell’Accademia di Santa Cecilia, guidati dal docente Remy Principe. «Mettere la parola Roma fu un’idea di un manager tedesco per rafforzare l’italianità del progetto, presto diventammo I Musici», dice Francesco Buccarella, cembalista e pianista dal 2004, decano dell’ensemble. Per i loro 70 anni, Decca pubblica un box con 83 cd, registrazioni analogiche dal 1955 al ’79. Sono gli anni d’oro, quelli con guest star Gazzelloni, Accardo, Felix Ayo (questi però era primo violino). Oggi altri celebri solisti suonano con loro, Mayer primo oboe dei Berliner, l’oboista Holliger, il cornista Baumann. Le Quattro stagioni di Vivaldi, brano simbolo, l’hanno inciso 9 volte, 250 milioni di cd venduti. «Vivaldi può essere percepito a diversi livelli, come segreteria del cellulare, tormentone ante litteram, ma anche, se restiamo alle Quattro stagioni, come metafora di vita». Per I Musici, hanno scritto Rota e Morricone. Nel box c’è l’Adagio di Albinoni, «esempio di frode musicale, lo compose negli Anni 50 il musicologo Remo Giazotto da uno spunto di Albinoni».