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 2022  dicembre 07 Mercoledì calendario

Il concordato fiscale

Lo si potrebbe ribattezzare il ritorno dei Bot-people. Il governo vuole spingere sulla partecipazione dei risparmiatori italiani all’acquisto del debito pubblico del Paese. Lo ha spiegato ieri il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti durante l’audizione in Parlamento sulle linee programmatiche del suo dicastero, ricordando che fino alla fine degli anni ottanta e all’inizio dei novanta, la quota detenuta dai risparmiatori italiani era di oltre il 20 per cento. Un’audizione doppia, alla quale Giorgetti si è presentato insieme al vice ministro con delega alle Finanze Maurizio Leo. E a quest’ultimo ha dato la parola per illustrare i provvedimenti fiscali inseriti in manovra e la riforma fiscale che, ha spiegato Leo, dovrebbe materializzarsi «a gennaio». Una riforma che si occuperà di «razionalizzare l’Irpef», ha spiegato il vice ministro. Oggi il sistema, ha detto, è «un colabrodo». Ci sono aliquote differenziate per i redditi da capitale tassati al 26%, gli immobili affittati tassati al 21%, i residenti all’estero che rientrano in Italia che hanno un prelievo fisso di 100 mila euro sui redditi prodotti oltreconfine. Andrà messo, insomma, ordine a questo caos. Ma anche i rapporti tra il Fisco e i contribuenti dovranno cambiare, ha detto Leo. Soprattutto per quanto riguarda le imprese. Per quelle grandi dovrà essere rafforzata la cooperative compliance, ossia un dialogo costante tra l’amministrazione finanziaria e l’impresa. Mentre per le imprese più piccole, l’idea è quella di arrivare a «un concordato preventivo biennale». Il Fisco possiede moltissime banche dati, ha sottolineato Leo, che permettono di scattare una fotografia precisa del contribuente. In base a questa fotografia il Fisco potrebbe indicare al contribuente qual è il reddito e dunque il prelievo adeguato. E se il contribuente accetta, per due anni l’Agenzia delle Entrate non busserebbe alla sua porta. Leo ha anche ribadito la necessità di rivedere le sanzioni amministrative, riducendole, e anche quelle penali. Finire davanti a un giudice per un omesso versamento «non ha senso», ha spiegato il vice ministro.
LE PREVISIONI
Si tratta di sanzioni che hanno «solo intasato le procure». Nella prossima delega ci sarà anche la proposta di istituzione di un «Ice fiscale». Una struttura che sarà istituita presso le ambasciate all’estero e che servirà a convincere gli investitori internazionali che in Italia c’è una stabilità e una certezza del sistema fiscale e tributario. Anche l’Iva sarà riformata. Ci sarà uno spostamento di beni tra le diverse aliquote.
Nelle sue considerazioni preliminari Giorgetti ha ribadito che il governo, sulla base delle indicazioni positive che arrivano dall’occupazione e dalla fiducia dei consumatori, non condivide il pessimismo di alcune previsioni internazionali, come quelle del Fondo monetario internazionale. Per quanto riguarda la pressione fiscale, «sulla base di stime preliminari, l’impatto delle misure di sgravio contenute nella manovra consentirebbero di ridurla di oltre 0,2 punti percentuali nel 2023, portandola al 43,2 per cento del Pil».
Sempre in tema di fisco ma a livello internazionale, sul tavolo c’è il tema della global minimum tax, progettata per scongiurare la gara al ribasso delle aliquote tra i vari Paesi, e adeguare le regole alla presenza sulla scena di colossi digitali in grado di sfuggire alle legislazioni nazionali. «La proposta di direttiva è stata discussa più volte dal Consiglio Ecofin, senza tuttavia ancora arrivare a un accordo» ha osservato il ministro, aggiungendo che «l’Italia procederà già nella prossima manovra a adottare misure legislative per assicurare l’attuazione della minimum tax».
Positiva la valutazione di Giorgetti sul sistema bancario. In questa fase complessa, la richiesta agli istituti di credito è che «sostengano la ripresa economica e l’allocazione efficiente del risparmio». Applicando però «solide politiche di erogazione e nel monitoraggio delle proprie esposizioni». Il ministro ha confermato l’impegno «a gestire in maniera ordinata l’uscita dello Stato dal Monte dei Paschi preservandone il valore e il ruolo di sostegno ai territori e alle imprese». C’è anche l’indicazione di procedere «a ulteriori operazioni di aggregazione al fine di sostenere la redditività e lo sviluppo delle banche». Sul fronte risparmio l’obiettivo è appunto risollevare la quota detenuta direttamente dai risparmiatori italiani, scesa nel 2021 al minimo storico del 6,4%. Quest’anno c’è stato un primo segno di inversione di tendenza anche grazie al Btp Italia. Giorgetti vuole «proseguire l’impegno, attraverso nuovi strumenti finanziari appositamente disegnati, che uniscano la semplicità e solidità rappresentata dai titoli di Stato a una remunerazione che sia in grado di preservare il valore reale dei risparmi». Ma tutto il sistema dovrà contribuire. Per Giorgetti negli scorsi anni è stato «clamorosamente sottovalutato quanto accaduto sul risparmio gestito. Non dovrà più accadere. «La politica, nei limiti dei suoi strumenti, dovrà indirizzare il risparmio verso la «sostenibilità del sistema».