il Fatto Quotidiano, 6 dicembre 2022
2 milioni di multa per Clubhouse
C’ è stato un momento in cui non si parlava d’altro se non della rivoluzionaria piattaforma che avrebbe archiviato i social conosciuti per uno spazio d’élite in cui entrare e intervenire, almeno all’inizio, solo su invito. Clubhouse si candidava a essere il salotto buono del dibattito online, educato, con stanze ed eventi, con anfitrioni e ospiti e auditorio selezionati. Un club esclusivo, non per tutti. Ma neanche l’aristocrazia del commento può fare molto quando si scava oltre marketing, idee e posizionamento. E così, dopo mesi di progressivo rinculo dell ’interesse generale, ieri il Garante della Privacy ha dato la notizia di una sanzione da 2 milioni di euro a carico della società Alpha Exploration proprietaria di Clubhouse. Una decisione presa – spiega una nota – dopo aver riscontrato “numerose violazioni”emerse nel 2021 quando il social contava 16 milioni di utenti globali e circa 90 mila in Italia. E qui l’elenco: scarsa trasparenza sull’uso dei dati degli utenti e dei loro “amici”; possibilità per gli utenti di memorizzare e condividere gli audio senza consenso delle persone registrate; profilazione e condivisione delle informazioni sugli account senza l’individuazione di una corretta base giuridica; tempi indefiniti di conservazione delle registrazioni effettuate dal social per contrastare eventuali abusi. La società, dice il garante, dovrà adottare una serie di misure per mettersi in regola e intanto le è stato vietato ogni trattamento delle informazioni per marketing e profilazione senza uno specifico consenso. Nel dettaglio, potrà continuare a fare ciò che fa, ma dovrà informare gli utenti quindi introdurre una funzionalità che consenta loro di apprendere, prima dell’ingresso nella stanza di conversazione, della possibilità che la chat venga registrata, e introdurre un meccanismo per informare coloro che non sono ancora utenti sull’uso che verrà effettuato dei loro dati personali. “La società – si legge – dovrà inoltre integrare l’informativa, specificando quale base giuridica si applichi a ogni finalità del trattamento, i tempi di conservazione dei dati personali e dei file audio, le informazioni necessarie riguardo al “rapp re se nt an te d e s i g n at o”, la figura prevista dal Regolamento generale sulla protezione dei dati (Gdpr) nei casi in cui una società, che offra servizi e tratti i dati dei cittadini europei, non sia stabilita in alcuno degli Stati membri dell’Ue. Insomma, le basi. VIRGINIA DELLA SALA