il Fatto Quotidiano, 6 dicembre 2022
Processo Consip, i Renzi in aula
Oggi dovrebbe essere il grande giorno del caso Consip. Alle 11 di mattina nel Tribunale di Piazzale Clodio Matteo Renzi dovrebbe testimoniare nel processo a Tiziano per traffico di influenze illecite nel quale il padre è imputato insieme a Carlo Russo, Alfredo Romeo e Italo Bocchino. L’udienza sarà una saga familiare.
A seguire ci sarà l’interrogatorio di Tiziano Renzi. Poi sarà interrogato nella parte dell’‘antagonista’ della saga il maggiore dei Carabinieri Gianpaolo Scafarto che risponde di falso, depistaggio e rivelazione di segreto.
Il processo Consip è destinato probabilmente a prescriversi, anche in caso di condanne, dopo la sentenza. Questo spreco di tempo e spese dovrebbe servire almeno ad accertare fatti importanti dal punto di vista politico.
Per chiarire un po’ il quadro bisognerebbe capire prima di tutto i rapporti tra i coimputati Tiziano Renzi, Carlo Russo e Alfredo Romeo nel 2015-2016. Russo era un millantatore che spendeva il nome dell’amico Tiziano? O nell’ipotesi di accusa contro Tiziano Renzi c’è qualcosa di vero?
Quali sono le domande che a questo fine i pm, i giudici e gli avvocati dovrebbero porre a Matteo e Tiziano Renzi?
Un tema importante è la telefonata (pubblicata nel maggio 2017 da chi scrive) del 2 marzo 2017 alle 9 e 46 di Matteo a Tiziano Renzi, intercettata sul cellulare del babbo dai Carabinieri che indagavano sui rapporti tra l’amico di Tiziano Renzi, Carlo Russo, e Alfredo Romeo. In quella telefonata Matteo chiedeva conto al padre dei suoi rapporti con l’imprenditore campano e in particolare di un incontro del quale aveva letto sui giornali tra Romeo, Tiziano e il suo amico Carlo Russo. Il padre negava o diceva di non ricordare. Anche con i pm romani durante l’interrogatorio negò l’incontro. I Carabinieri hanno poi scoperto un incrocio delle celle telefoniche agganciate dai tre telefonini di Tiziano Renzi, Russo e Romeo. A Firenze il 16 luglio del 2015 i tre, secondo i pm, si sono incontrati.
Oggi Tiziano Renzi dovrebbe dare conto di quell’incontro negato e delle sue chat con Russo. Dopo l’incontro (che secondo i pm almeno c’è stato e che Romeo ora ammette svalutandone il contenuto) con Romeo, Tiziano scriveva a Russo che le sue impressioni erano “buone” e aggiungeva “speriamo che non mi pongano ostacoli”. Cosa voleva fare il padre del premier in carica? Chi non doveva porre ostacoli?
Sarebbe interessante chiederlo oggi a Renzi Senior. Si dovrebbe chiedere poi a Tiziano conto di quel che scrisse pochi giorni dopo. Il 20 luglio 2015 Tiziano scrive a Luigi Marroni, amministratore delegato in carica di Consip, nominato dal premier figlio Matteo: “Quando puoi vorrei prendere quel caffé rimasto a mezzo scusa”. Il 24 luglio 2015, Russo chiede a Tiziano via Telegram “l’uomo colorato lo hai visto?”. Dove il ‘Colorato’ per i pm è Marroni. Tiziano replica: “Mi deve dire se viene questo fine settimana”. L’appuntamento con Marroni aveva a che fare con l’incontro del 16 luglio con Romeo? Questa è la tesi del Gip Gaspare Sturzo che ha rigettato nel 2019 la richiesta di archiviazione presentata dai pm romani inducendo i magistrati poi a fare indagini nuove e a chiedere il giudizio per Tiziano Renzi, Russo, Romeo e Italo Bocchino per il presunto traffico di influenze sulla gara Consip FM4.
Il 31 luglio 2015 Tiziano insiste a chiedere l’incontro via sms a Marroni. Tiziano gli vuole sponsorizzare Russo proprio in seguito all’incontro con Romeo? Questa è la domanda da porre oggi.
Anche perché il 7 settembre Russo scrive su Telegram a Tiziano Renzi “ricordati il colorato che a breve si chiude tutto”. Cosa si chiudeva a breve? C’entra la gara Consip?
A Tiziano Renzi si potrebbe poi chiedere dell’incontro al bar del quartiere Eur a Roma con il suo amico Carlo Russo e l’amministratore in carica di Consip prima di Marroni: Domenico Casalino. Quell’incontro è stato scoperto dal Fattopartendo dalle chat (depositate nel fascicolo dei pm) tra Russo e Tiziano Renzi. L’incontro, ammesso (con Il Fatto non con i pm che non gli hanno chiesto nulla su Tiziano Renzi) da Domenico Casalino risale al 22 aprile 2015 alle 15. Casalino era in scadenza. Russo era già andato a trovarlo negli uffici Consip. Casalino, interrogato dai pm nel 2020, ha detto che Russo non gli parlò di Romeo ma di un’altra società.
Dopo un po’ Russo gli presenta Tiziano Renzi al bar. Casalino (imputato per il presunto traffico di influenze ma assolto nel giudizio abbreviato) non è stato convocato al processo per chiedergli di quell’incontro con Tiziano e dei suoi numerosi incontri con Russo. Ed è un peccato perché in una conversazione intercettata Italo Bocchino e Alfredo Romeo sembrano dare per scontato che sia stato Casalino (che nega) a mettere in contatto Russo e il gruppo Romeo.
In mancanza di Casalino si potrebbe chiedere dell’incontro al Tiki Bar a Tiziano Renzi oggi.
Comunque dopo l’incontro con Tiziano Renzi al bar dell’Eur, Matteo Renzi sostituisce Casalino alla guida di Consip. Però Tiziano Renzi, subito dopo l’incontro con Alfredo Romeo a luglio 2015, cerca di organizzare l’appuntamento con il nuovo Ad Luigi Marroni. Come si fa a non chiedere oggi a Tiziano Renzi conto dei suoi incontri con due Ad di Consip nel giro di pochi mesi nel 2015? La cronologia disegnata dalle informative dei Carabinieri è questa: Tiziano Renzi prima incontra Casalino con Russo. Poi Matteo Renzi nomina Marroni al posto di Casalino. Poi il padre a luglio 2015 incontra Romeo con Russo e pochi giorni dopo comincia a cercare di incontrare il nuovo Ad di Consip Marroni.
Lo incontra dopo l’estate 2015 e gli raccomanda proprio Russo. Finalmente Russo incontra Marroni, con la raccomandazione di Tiziano e, secondo la testimonianza dell’Ad di Consip, ritenuta credibile dai pm, gli fa il nome di una società che partecipa alla gara Consip Fm4. Secondo Marroni non è Romeo, però non ne ricorda il nome.
A Matteo Renzi invece oggi qualcuno potrebbe chiedere se suo padre abbia mai ammesso con lui l’incontro con Romeo e cosa gli abbia detto in merito.
La domanda più importante per il senatore è però un’altra: cosa intendeva quando diceva al padre Tiziano al telefono nel marzo 2017: “La verità tu non l’hai detta a Luca in passato, quindi ti prego di iniziare a dirla e non mi far dire altro”. Per caso Luca era Luca Lotti? La domanda è pertinente perché nello stesso processo Lotti è imputato per rivelazione di segreto e favoreggiamento, avrebbe detto all’Ad Luigi Marroni che c’erano le intercettazioni bruciando le indagini su Consip.