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 2022  dicembre 06 Martedì calendario

Intervista a Lotito sul “Salva-Serie A”

Claudio Lotito, presidente della Lazio e senatore di Forza Italia, è il momento di una norma salva-calcio?
«Ma quale salva-calcio! Basta con la caccia alle streghe. Parliamo di tutti gli sport. Pallavolo, basket, piscine. È una norma erga omnes».
Partiamo con il latinorum?
«È linguaggio tecnico-giuridico. Le spiego. C’è già un decreto quater, no? Articolo 13. Lo conosce?».
A memoria?
«Io sì. Al fine di sostenere le federazioni sportive… tutta la cronistoria… ecco: i versamenti sospesi possono essere effettuati senza sanzioni e interessi».
Ma voi volete spalmarli in cinque anni.
«I precedenti governi e tutte le forze politiche – tutte! – avevano responsabilmente – responsabilmente! – sospeso i versamenti, in attesa di rateizzarli. Ora lo Stato chiede i soldi tutti insieme? Allora tanto valeva pagare prima. Cosa cambiano tre mesi?».
Chiedete un privilegio?
«Non vogliamo regali, favori. Lo sport è l’unica categoria merceologica che non ha ricevuto nemmeno un ristoro, a parte i rimborsi sui tamponi, capirai...».
Il calcio è una categoria merceologica come le altre?
«Il cinema ha avuto una prima tranche di 800 milioni a fondo perduto, poi altri 200 da questo governo. Sono più i danni per un cinema chiuso o per uno stadio chiuso? Eppure lo sport non chiede soldi a fondo perduto».
Le società hanno continuato a spendere e a fare debiti anche nella pandemia.
«Uno s’è fatto i conti sulla cassa e poi cambiano le norme. Allora vediamo come sono stati gestiti i cinema».
Si dice: se un’azienda non paga le tasse, può rateizzare il debito, ma con sanzioni e interessi. Perché voi no?
«Ma è diverso! Il mondo sportivo non ha pagato perché lo prevedeva una legge dello Stato. Non è inadempiente. È lo Stato che lo fa diventare inadempiente. È una situazione giuridica diversa. Conosce l’articolo 10 dello statuto del contribuente?».
Così, su due piedi?
«Disciplina la legittima aspettativa. È una cosa delicata, voi assimilate fattispecie giuridiche non assimilabili».
Renzi dice che è una vergogna immorale.
«Renzi? Non esprimo giudizi. Ma voi state attenti a posizioni strumentali per interessi di squadre e città».
Parlerà in Senato.
«E che significa? Ognuno pesa per gli elettori che ha».
Anche nel Pd non sono entusiasti come lei.
«Entusiasmo? Non c’è la mia firma su quell’emendamento, c’è la firma anche del capogruppo del Pd».
Lei ne è l’ispiratore. Perfino Cairo le riconosce il merito.
«Significherebbe che i firmatari, più preparati di me, non hanno capacità autonoma. Io ci metto solo buon senso e argomenti razionali. Del resto penso di averlo dimostrato con iniziative economiche rimaste nella storia».
Tipo la famosa rateizzazione dei debiti fiscali in 23 anni, grazie a cui comprò la Lazio.
«Debiti fatti da altri. Io pago ogni anno in anticipo la rata da 6 milioni. S’informi. Ma lei di cosa si occupa?».
Mah, politica.
«Ah ecco, si fosse occupato di economia capirebbe».
È giusto aggiungere debiti a debiti, rate a rate?
«Noi facciamo gli interessi dello Stato. Viceversa, se una società fallisce, sfumano sia i crediti pregressi, sia quelli futuri. Quando sono fallite Napoli e, tanto per fare un nome, Fiorentina, dopo aver sperperato soldi dei contribuenti, lo Stato non ha incassato nulla. Riflettete».
Senza salva-calcio ci saranno fallimenti?
«Non spetta a me dare giudizi sulla situazione delle società. Valuto il problema obiettivamente. I danni sono documentati. Poi è arrivato il caro energia. Mica si gioca al buio e si nuota nell’acqua fredda».
Che si aspetta dal governo? Abodi pare scettico.
«Non mi aspetto nulla. Basterebbero valutazioni obiettive e rispetto degli impegni».
Lei è in conflitto di interessi.
«Mica di mestiere faccio il presidente della Lazio!».
Anche.
«Appunto. Anche. Moratti faceva l’imprenditore e anche il presidente dell’Inter».
Moratti non era senatore.
«Allora solo i disoccupati dovrebbero far politica. Anzi nemmeno, su certi temi pure loro hanno interessi. E poi lei cosa ne sa come voterò?».
Da quel che dice…
«Io faccio discorsi tecnico-giuridici, moralmente ineccepibili e nell’interesse generale. O mi devo cancellare da cittadino italiano?».
La Lazio beneficerebbe della norma?
«Che c’entra? Non è una norma ad personam o, come si dice, Cicero pro domo sua. Le strumentalizzazioni non pagano, è questione di tempo. Glielo dice uno dei pochi che dice sempre la verità».