La Stampa, 5 dicembre 2022
Numeri sugli incidenti stradali in Italia
È un conto terribile quello degli ultimi weekend sulle strade e autostrade d’Italia, fra l’altro in condizioni meteorologiche che ancora non sono delle peggiori, visto che la brutta stagione è già cominciata ma le grandi nebbie e il ghiaccio sull’asfalto non sono apparsi in maniera sistematica. Fra venerdì e ieri i morti sulle strade italiane sono stati 25, mentre la somma dei quattro weekend di novembre è di 79 decessi.
Se si guarda ai numeri dei dodici mesi del 2021 e dei primi sei del 2022 si nota un forte aumento dei morti in confronto ai corrispondenti periodi degli anni precedenti (+20% e +15,3% rispettivamente), un aumento dovuto anche al fatto che durante la pandemia si viaggiava poco e quindi le vittime erano meno numerose, perciò il rimbalzo post-Covid ha provocato un’inevitabile ritorno della mortalità; tuttavia va notato in positivo che il raffronto dei due periodi citati con quelli corrispondenti del 2019 (ultimo anno normale, pre-Covid) sono negativi, rispettivamente -9,4% e -5,8%, perciò si direbbe che gli italiani dopo la pandemia siano tornati a muoversi in strada con un po’ più di prudenza di prima.
Questa indicazione confortante è confermata dal raffronto ventennale fra il 2021 e il 2001, con un calo del 40% dei morti sulle strade. Comunque le vittime sono ancora troppe, fa impressione soprattutto la strage di ragazzi e ragazze, e al momento sembra fantascienza l’obiettivo di zero morti in incidenti nel 2050, fissato a livello internazionale grazie alle auto che si guideranno da sé con l’ausilio di satelliti, sensori e intelligenza artificiale.
Quali sono i punti critici della sicurezza stradale? E perché si registrano tante vittime fra i giovani? Al telefono con La Stampa, il direttore del servizio di Polizia stradale del Dipartimento di pubblica sicurezza, Filiberto Mastrapasqua, ci conferma qualcosa che (purtroppo) si poteva immaginare: «Negli ultimi anni il boom degli smartphone, non tanto per le telefonate quanto per la multimedialità, i messaggini e la connessione ai social network durante le guida, ha peggiorato le condizioni di sicurezza. Troppi conducenti, soprattutto giovani, si distraggono al volante».
Resta poi grave il problema della guida sotto l’effetto di alcol o droghe, anche se Mastrapasqua nega che ci sia una correlazione geografica con la guida in stato di ebbrezza nel Triveneto o in certe zone del Piemonte: «Direi di no, si nota una propensione leggermente superiore al Nord rispetto al Sud, ma non è statisticamente importante. Il problema è diffuso un po’ ovunque, per fortuna adesso la Polizia stradale ha un maggior numero di strumenti, sia tecnici sia legali, per controllare e intervenire».Una ricerca dell’Anas rivela che gli italiani hanno imparato, nel corso degli anni, a mettere la cintura di sicurezza, ma troppi guidatori sono poco attenti a mantenere la distanza di sicurezza fra i veicoli; troppi trascurano di accendere le luci quando si fa sera o c’è nebbia, non rendendosi conto che il problema non è solo vedere, ma anche farsi vedere dagli altri; e in troppi esiste un atteggiamento diffuso, che non è una convinzione esplicita ma (si direbbe) un riflesso inconscio, in base al quale chi guida il mezzo più grosso ritiene di avere la precedenza, perciò spesso l’incidente con danni alle persone capita perché un’auto o un furgone non danno la precedenza dovuta a chi si avvicina in moto o in bicicletta. D’altra parte, un’alta quota di bici (in particolare mountain bike, ma non solo) circola senza luci e senza dispositivi riflettenti, e troppe bici e troppe moto si muovono al centro della strada anziché ai lati come richiede il Codice.
Per quanto il bilancio degli ultimi weekend sia terribile, qualche decennio fa le cosiddette stragi del sabato sera portavano un numero di vittime fra i ragazzi e le ragazze persino peggiore, mediamente doppio rispetto a oggi, e i telegiornali mostravano impressionanti roghi di auto avvolte dalle fiamme anche in seguito a urti non troppo gravi; un esperto di infortunistica stradale contattato da La Stampa ci spiega che «nel frattempo la sicurezza dei veicoli è molto migliorata, anche quella passiva, non solo grazie alle cinture ma anche alla migliore reazione delle carrozzerie agli urti, e sono stati introdotti molti dispositivi utili, dall’Abs a nuovi sensori».
Interviene ancora il direttore Mastrapasqua rivendicando due importanti iniziative: «Facciamo campagne di formazione nelle scuole anche facendo indossare ai ragazzi occhiali speciali, che fanno capire il senso di alterazione sensoriale provocato da alcol e doghe. E sul piano operativo abbiamo appena completato i piani-neve per l’inverno, che prevedono controlli rafforzati, spargimento di sale e uso di mezzi spalaneve, d’intesa con le società autostradali e con le prefetture. Segnalo invece che nei Paesi confinanti un’abitudine frequente in caso di neve è chiudere le autostrade».