La Stampa, 5 dicembre 2022
Gli italiani preferiscono il pos. Sondaggio
Nel corso dell’ultima settimana sono proseguiti i lavori del Governo sulla manovra che dovrà venire approvata entro la fine dell’anno. Allo stesso tempo la tragedia di Casamicciola (Ischia) e i bombardamenti in Ucraina, dove ancora non si leggono spiragli di pace evidenti, hanno rapito in buona parte le attenzioni degli italiani.
Dal loro punto di vista i giudizi sulla manovra continuano ad essere semplicemente un fatto di percezione. Le misure, infatti, non hanno ancora incontrato la quotidianità delle persone, dovendo ancora passare al vaglio del Parlamento. Se ne parla, se ne legge, si commenta al lavoro, nei bar, con gli amici, con i familiari. Le persone ascoltano e si confrontano tra loro cercando, con grande speranza, la migliore chiave di lettura per il loro futuro anche se ad oggi è assente una concreta evidenza. Il vero rischio è quello di parlare più di cosa potrebbe essere, piuttosto di cosa realmente sarà, tradendo le aspettative.
La legge di bilancio
Una prima interpretazione sulle valutazioni dei cittadini intervistati rispetto all’intera manovra resa pubblica individua alcune categorie particolarmente favorite rispetto ad altre indicate come penalizzate. Nel primo gruppo compaiono gli imprenditori e i lavoratori autonomi (39,6% contro 4,7%), i commercianti con i proprietari di ristoranti, bar, stabilimenti balneari (30,8% contro 5,4%), lavoratori vicino alla pensione (12,3% contro 7,8%), le madri (9,2% contro 2,2%) e infine anche le famiglie con il 20,0% rispetto al 16,4% di coloro che pensano invece che siano penalizzate.
Tra le categorie indicate come più svantaggiate dall’applicazione dei provvedimenti presentati risultano i lavoratori dipendenti (22,5% contro 11,0%), i pensionati (18,4% contro 10,2%), i giovani (17,7 contro 4,9%), i disoccupati (23,9% contro 4,1%) e le fasce meno abbienti (24,5% contro 11,7%).
La sensazione generale è che – nonostante tutti gli sforzi compiuti dall’esecutivo – il prossimo anno per il 41,6% degli italiani intervistati si pagherà sempre il medesimo livello di tasse. Solo il 17,4% si dichiara ottimista prevedendo per il futuro un abbassamento delle imposte e tra loro si scopre il 41,8% dell’elettorato della Lega, il 38% degli azzurri di Forza Italia e quasi un sostenitore su tre di Fratelli d’Italia (30,2%). Di fatto, da sempre la manovra genera un’ondata di fiducia, soprattutto tra gli elettori "di governo", mentre tra le file dell’opposizione regnano più facilmente sentimenti opposti come il risentimento e lo scetticismo, a volte conditi anche da una certa venatura di rabbia.
Tuttavia, affrontando il tema del carovita, le valutazioni dei cittadini risultano più severe e libere dall’influenza della idee politiche. Ad esempio, rispetto al tema dell’inflazione questa manovra viene giudicata inadeguata dal 55,9% del campione intervistato e tra gli scettici troviamo un elettore su due della Lega, uno su tre di Forza Italia e uno su cinque tra quelli di Fratelli d’Italia.
I dubbi
Il giudizio è ancora peggiore tra gli autonomi e le partite Iva (57,6%) e i dipendenti (61,6%). Sicuramente i sostenitori dei partiti della maggioranza supportano il lavoro del governo e del suo presidente del Consiglio Giorgia Meloni promuovendo in generale la manovra. Tuttavia, come abbiamo visto, andando nello specifico, avanzano degli ulteriori distinguo come ad esempio la soglia dei 60 euro al di sotto della quale potrebbe non esistere più l’obbligo di accettare pagamenti con carte di credito e bancomat senza incorrere in sanzioni. Gli italiani bocciano il provvedimento (56,2%) e con loro un elettore su due degli elettori di Matteo Salvini, uno su tre degli elettori di Silvio Berlusconi e uno su tre di Giorgia Meloni.
Chi condivide appieno questo provvedimento è la categoria dei commercianti con il 65,2% dei consensi.
I consensi
Nonostante tutto, nel corso dell’ultima settimana nelle intenzioni di voto non è cambiato nulla. Si avvertono differenze minime di voto e le posizioni di forza sono rimaste immutate. Il Movimento 5 Stelle continua a "tallonare" il Partito Democratico, ma ad oggi non riesce a dare l’impressione di poterlo scavalcare con continuità.
La rincorsa di Giuseppe Conte al ruolo di leader del progressismo italiano sembra ancora lunga e irta di ostacoli: il dramma di Ischia ha riportato a galla la questione condoni e sul punto il leader pentastellato è apparso vulnerabile. Così come debole appare la sua posizione sulla questione sbarchi. Il Partito Democratico, in questo momento pre-congressuale, è in forte esposizione mediatica con tante proposte che rischiano anche di confondere il suo elettorato.
Insomma, la vera novità arriverà dall’inflazione nei portafogli delle famiglie e nei conti delle imprese, allora i giudizi non saranno più basati sulle attese, sulle speranze e sulle percezioni, ma sugli effetti reali della manovra nella vita quotidiana dei cittadini. —