la Repubblica, 5 dicembre 2022
Londra tratta con Atene sui marmi del Partenone
«Ma queste meraviglie sono anche un dolore vertiginoso, che intreccia la grandezza greca con i grezzi resti dell’antichità». Sono i versi di On Seeing the Elgin Marbles, che il poeta romantico John Keats scrisse nel 1816, anno in cui i contesissimi Marmi del Partenone vennero acquisiti dal British Museum ed esposti a Londra: il fascino del Sublime, adombrato dal dibattito nella capitale britannica da allora mai scemato.Ma se ora gli “Elgin Marbles” del British tornassero davvero ad Atene? L’annosa questione tra Regno Unito e Grecia potrebbe trovare una soluzione, dopo alcuni «incontri top secret» nel cuore di Londra: prima all’ambasciata greca del ricco quartiere di Mayfair e poi, la settimana scorsa, in un albergo a cinque stelle dell’altrettanto opulento Knightsbridge. Dove, secondo il quotidiano ellenico Ta Nea, sarebbero convenuti addirittura il primo ministro greco, Kyriakos Mitsokatis, e il presidente del British Museum ed ex Cancelliere dello Scacchiere, George Osborne.Le parti fanno sapere che si tratta di «colloqui preliminari». Ma certo non era mai spirato tanto ottimismo da Atene sui marmi trafugati e trasportati a Londra da Lord Elgin, ambasciatore britannico nell’Impero ottomano in bancarotta e afflitto dalla sifilide: 75 metri sottratti, anche violentemente, dei 160 totali del lungo e preziosissimo fregio dell’antica meraviglia classica del V secolo a.C. sull’Acropoli dedicata alla dea Atena, con i quali Elgin voleva ornare la sua villa in Scozia. Alla fine, gli “Elgin marbles” vennero acquisiti dal British Museum, ed eccociqui dopo due secoli a riparlaredi questa infinita diatriba.Ora però ci sono alcuni segnali che qualcosa potrebbe cambiare nel prossimo futuro. Nei giorni scorsi ci sono state trattative segrete a Londra. Secondo le autorità greche, la possibilità che un giorno i marmi possano tornare ad Atene non è solo “eccitante, ma anche concreta”. Del resto, qualche giorno fa, Mitsokatis alla London School of Economics ha parlato di «progressi, finalmente», e che «è possibile una soluzione win-win», che accontenti entrambe le parti. Ufficialmente, il British Museum ha sottolineato di «non voler smantellare la sua collezione», ma non ha smentito il meeting del presidente Osborne con gli ellenici.Del resto, come sottolinea l’ Observer, lo scorso agosto il vicedirettore del British, Jonathan Williams, aveva detto che il museo «era pronto a cambiare la temperatura del dibattito», annunciando nuovi colloqui. Soprattutto dopo che l’Unesco aveva esortato a risolvere il problema a livello internazionale e politico. I due Paesi del resto, al di là di questa vicenda su cui gli ellenici alzano la voce dagli anni Quaranta, hanno sempre avuto ottime relazioni dalla guerra d’indipendenza greca del 1821. In passato, la Grecia ha offerto la cessione di antichità mai uscite dal Paese in cambio del ritorno definitivo – e non in prestito – dei Marmi. Una proposta mai accettata dal Regno Unito, anche perché una legge del Parlamento ha vietato ogni concessione del British Museum, almeno sinora.