Il Messaggero, 4 dicembre 2022
L’ultimo disco di Massimo Ranieri
L’incidente dello scorso maggio, quando cadde rovinosamente dal palco del Teatro Diana di Napoli durante uno spettacolo, rompendosi «quattro costole, un polso e l’omero», è solo un brutto ricordo: «Mi hanno detto di guardare il video, ma non l’ho fatto: ricordo esattamente cosa è successo. Ero stanco. Dio da lassù mi ha detto: Non ti vuoi fermare? Ti fermo io riflette Massimo Ranieri è stata una manna dal cielo, se devo essere onesto. Ho capito che mi dovevo fermare, che non sono più un ragazzino. La mentalità è da trentenne, ma il fisico no. Le mie corsette sul Lungotevere, però, non me le toglie nessuno».
IL DISCORSO
Il 71enne artista napoletano non ha aspettato un giorno in più, quando i medici gli hanno dato il via libera: di corsa sul palco, per riprendere il discorso lì dove lo aveva interrotto a maggio. Con una novità: nella scaletta dei nuovi spettacoli del tour Tutti i sogni ancora in volo, ripartito lo scorso 25 novembre dal Teatro Politeama di Lecce per fare tappa nei principali teatri italiani (a Roma resterà dal 28 marzo al 2 aprile 2023 al Sistina), ci sono anche le canzoni dell’omonimo album di inediti, appena arrivato nei negozi. Non ne pubblicava uno da venticinque anni: «È che rileggere i grandi classici della canzone napoletana insieme al maestro Mauro Pagani mi divertiva. A registrare un nuovo disco di brani originali neppure ci pensavo. Poi, come tutte le cose, quel sodalizio è giunto a un capolinea. E ho realizzato che dall’ultimo album era passato troppo tempo». Se l’è fatto produrre da Gino Vannelli, icona della fusion degli Anni ’70: «Un mio idolo da sempre. Lo incontrai alla fine di un suo concerto a Roma, qualche anno fa, al quale assistetti a bocca aperta: perfetto in tutto. Gli chiesi se avrebbe accettato la proposta di collaborare ad un progetto insieme: mi rispose di sì. Da lui cercavo quella leggerezza che contraddistingue il suo tocco. Questo disco l’abbiamo portato a termine con grandi peripezie lavorando di notte tra Roma e Portland».
LA QUALITÀ
La materia prima, le canzoni, è roba di prima qualità: «Ci sono brani di Ivano Fossati, di Gianni Togni, di Giuliano Sangiorgi, di Pacifico, di Pino Donaggio. C’è Fabio Ilacqua, autore di Lettera di là dal mare, che ho portato in gara a Sanremo (ha vinto il Premio della Critica, ndr). E poi c’è una poesia autobiografica di Bruno Lauzi, La mia mano a farfalla, che racconta il disagio legato al morbo di Parkinson». Il titolo del disco e del tour è lo stesso dell’autobiografia uscita l’anno scorso: «A 71 anni comincio ad acchiappare a destra e a sinistra tutte le cose che arrivano. Sono un sognatore: sogno di poter sognare ancora. E di fare un tour negli stadi con l’orchestra». Il tour si fermerà nella settimana del Festival di Sanremo. Un indizio? «No. Mi fermerò in quei giorni perché si ferma l’Italia intera», risponde Ranieri, che si è detto disponibile anche a condurlo, un giorno.