il Fatto Quotidiano, 4 dicembre 2022
Ecco cosa sappiamo davvero del caso Soumahoro
Latina, 14 luglio 2018. Sul palco del festival “Come il vento nel mare”, salgono Aboubakar Soumahoro, allora rampante sindacalista dell’Usb, e Roberto Saviano. È in quell’occasione che l’attuale deputato fondatore della Lega Braccianti, e la compagna, Liliane Muraketete, si conoscono. Lui, ex operaio ivoriano, già paladino degli “schiavi” dei caporali foggiani. Lei, ruandese, oggi 46enne, con un passato da consulente a Palazzo Chigi (con Silvio Berlusconi premier). Due mesi prima, Muraketete era entrata nel cda di Karibu, la coop di Latina fondata dalla madre, Marie Terese Mukamitsindo. Karibu, che con la gemella Consorzio Aid, dal 2004 è inserita nel circuito dell’accoglienza, con un curriculum da 62 milioni di euro di affidamenti in 15 anni, di cui il 90% per progetti Sprar e Cas.
Non sempre la gestione dei centri però è trasparente. Nel 2009 L’Espresso – con un articolo di Emiliano Fittipaldi dal titolo “Ladri di elemosina” – cita Karibu per presunte irregolarità nei servizi erogati nel Lazio. Tra il 2017 e il 2018, il consigliere regionale della Lega, Angelo Tripodi, presenta decine di interrogazioni sulle condizioni dei minori nei centri: zero riscaldamenti, cibo carente, persone ammassate in spazi piccoli e fatiscenti. Soumahoro – dirà poi lui – non si accorge di nulla. Nemmeno quando il sociologo malese Soumaila Diawara – come dichiarato al Fatto – nel 2017, gli fa presente che, forse qualcosa non andava per davvero. L’ivoriano è già in rampa di lancio su scala nazionale: parla di “riformare il sistema dell’accoglienza”, si batte per i diritti dei migranti e contro il caporalato. Nel giugno ‘18 L’Espresso gli dedica una copertina in cui lo mette a confronto col leader della Lega, Matteo Salvini, mutuando il titolo da Elio Vittorini: “Uomini e no”. Le ospitate a Propaganda Live su La7 fanno il resto, e Angelo Bonelli, leader dei Verdi, lo inserisce tra i candidati “sicuri” alle elezioni del 2022. Nel frattempo Soumahoro e Murekatete vanno a vivere insieme in una villetta a due piani nel residenziale quartiere romano di Casal Palocco. Ma il bubbone Karibu è pronto a esplodere. L’emergenza Covid sembra mandare in crisi le coop. Da gennaio 2020 molti operatori smettono di ricevere gli stipendi. E ai nuovi assunti – diversi stranieri – non vengono nemmeno fatti i contratti. A maggio 2022, allo sportello del segretario della Uiltucs Latina, Gianfranco Cartisano, bussano 26 lavoratori che lamentano salari e contributi arretrati per 400 mila euro. Il caso finisce all’Ispettorato di Latina. Qualcuno avverte anche i carabinieri, che ritrovano centinaia di documenti in alcuni sacchi gettati vicino alla sede nel centro storico di Sezze (Latina), chiusa in fretta e in furia. Le carte finiscono alla Guardia di Finanza che – si scoprirà – con la Procura di Latina indagava già dal 2019 su Mukamitsindo. Il vaso di pandora è scoperchiato. Come sono stati spesi i milioni pubblici erogati a Karibu e Aid? I finanzieri trovano stipendi d’oro – anche 4 mila euro lordi al mese – assegnati ai soci-familiari e altri soldi finiti all’estero, in Ruanda, dove Michel Rukundo – fratellastro di Muraketete – gestisce un resort di lusso. Centinaia di bonifici sotto esame dei pm e rogatorie in corso, mentre i minori ospiti delle case famiglia vivevano in condizioni inadeguate. E Soumahoro? È estraneo all’inchiesta, ma lo scandalo lo travolge politicamente. “Poteva non sapere?” si chiedono tutti, a iniziare dalla sua vicina di scranno alla Camera, Ilaria Cucchi. Lui, intervistato a Piazza Pulita, ammette la gravità dei fatti, ma assicura: “Non sapevo nulla di tutto ciò”. Stessa cosa per la compagna Muraketete, che non è indagata ma per anni ha lavorato in Karibu e Aid. Intanto il deputato, il 25 novembre, al termine di una due giorni “drammatica” e dopo un video sui social in cui appare quasi in lacrime, si autosospende dal gruppo. Da allora, silenzio.