la Repubblica, 4 dicembre 2022
Il campionato mondiale dei cammelli
ASH-SHAHANIYAH – La loro Coppa del Mondo si è appena conclusa. Senza proteste. Hamalil, labbra carnose, allunga il collo e sorride: ho vinto io? Sì, proprio, gli mettono una medagliona al collo e gli piazzano sotto il muso il cartello dell’assegno. Bello mio, meglio tu di Mbappé e Ronaldo. A Hamalil e agli altri, molto vezzosi, non interessa se l’inglese Kane gioca con un Rolex da 650 mila dollari, anzi è un poveraccio, perché luccicano più loro, con le collane di Swarovski e i diamantini sul sedere. Più perle e perline. Il Qatar, fuori dai Mondiali, si consola (e si diverte) con le sue stelle. E con il suo sport. Il pallone è lontano: un tè nel deserto, caffè allo zafferano, datteri e mandorle. «Desert Dhows».
Sabbia e strada sterrata, aria impolverata. I gol qui non vengono serviti, c’è di meglio: il campionato mondiale di bellezza dei cammelli. Sono loro, le navi del deserto, la vera cifra culturale. Da noi e nel mondo le Miss sono donne, qui animali. Sfilano in una trentina, bianchi e neri, divisi in categorie (c’è anche quella del milking, mungitura). I giudici valutano, fotografano e votano: naso, labbra, lunghezza del collo, testa, belle gambe, posizione della gobba. The body, insomma. E poi mettono a referto, ma senza Var. Ali Al Humidi, è il presidente della commissione tecnica, il Collina qatarino, ha 45 anni e dice che i controlli ora sono seri: «Richiediamo certificati di laboratorio, esami del sangue, raggi X, antidoping, elenco dei cosmetici usati». E già perché se ti fai il refill con il botox, sei fuori. È capitato a marzo, 43 cammelli squalificati per interventi estetici: 27 per aver allungato parti del corpo e 16 per aver ricevuto iniezioni di botulino. Il Botox viene usato su labbra, naso e mascelle, per rilassare i muscoli, gli ormoni per la crescita muscolare, in più c’è anche l’uso degli elastici per ingrandire alcune parti del corpo.
Se l’Inghilterra ha il concorso ippico di Ascot, con i suoi cappelli eccentrici, il Qatar ha questo impianto dove i Paesi del Golfo vengono a gareggiare per una World Cup a quattro zampe. Non pensate ad un accampamento nel deserto perché qui come negli stadi la tecnologia è avanzata: per il concorso di bellezza ci sono otto postazioni di telecamere, una steadycam, un drone e uno studio dove va in onda un talk-show con tre esperti e regista. Roba seria. Poi c’è la tribuna al chiuso e refrigerata (fuori ci sono 30°), con musica da Buddha bar, dove i proprietari e relativi clan, tutti in thobe, con la tunica bianca, aspettano, seduti su troni di velluto rosso, la proclamazione che viene fatta all’esterno dalla giuria con impianto stereo. E allora chi vince fa come Giroud, ma invece di esultare togliendosi la maglia, getta in aria il copricapo, l’iqual, l’accessorio bianco, ma può anche essere a quadretti rossi, che si porta in testa. Tutti nel royal box si baciano e si abbracciano, poi vanno sul podio. Perché un cammello può valere come un gol, 1 milione di riyals.
C’è anche chi si informa: tu che crema e shampoo gli metti? Naturalmente, niente donne. Nessuno le vieta, ma non ci sono. E intanto si beve aranciata. Diciamo che ad Ascot girano più alcolici, in genere 55 mila bottiglie di champagne. Fuori nel parking ci sono centinaia di Suv formato astronave, ha senso in un Paese che a novembre ha raddoppiato il numero di immatricolazioni di auto, premiare ancora l’antica bellezza di un animale che stupì e servì anche Lawrence d’Arabia? Hassan non ha dubbi: «Il cammello per noi è tutto. Ci ha fatto viaggiare per secoli, quando eravamo miseri, ci ha nutrito con carne e latte, la sua pelle è servita per ornamenti e tessili. Ci ha fatto anche da navigator, perché un cammello sa sempre tornare a casa».
E infatti accanto c’è un museo con una raccolta di francobolli e di banconote: l’Inghilterra ci ha sempre messo la regina Elisabetta, il Qatar il re cammello. Hamalil, cinque anni, bramisce. Bellissimo.