La Stampa, 4 dicembre 2022
I calciatori della Juve non volevano rnunciare allo stipendio
Solidali, ma fino ad un certo punto. L’inchiesta della Procura di Torino sul bilancio della Juventus fa luce sulle due “manovre stipendi” che hanno condizionato i conti del club, appena corretti dal Consiglio d’amministrazione dimissionario, e nella ricostruzione degli eventi emerge con chiarezza come i giocatori si siano fortemente opposti al piano di tagliare 4 mesi di stipendio, quando tutto si fermò nella primavera 2020 causa Covid. «Noi non eravamo d’accordo – mette a verbale Paulo Dybala davanti ai pm lo scorso 24 marzo – perché non volevamo rinunciare a così tanti mesi: siamo rimasti stupiti». Una versione confermata da Federico Bernardeschi il giorno dopo: «Quasi tutti all’inizio erano contrari a 4 mensilità e io ho detto che erano troppi soldi».Tra videochiamate e messaggi sulla chat whatsapp di squadra, lo spogliatoio si confronta in quei giorni di lockdown e alla fine una soluzione si trova grazie alla mediazione del capitano Giorgio Chiellini. «L’accordo è stato che quei 4 mesi ne percepivamo tre nella stagione successiva ed uno lo lasciavamo come solidarietà», spiega Dybala. Solo che nel famoso comunicato del 28 marzo 2020 la Juventus comunica la rinuncia dei giocatori a 4 mensilità con un risparmio di 90 milioni di euro in stipendi ed è proprio da quella nota che partono le principali contestazioni dei magistrati. Il 26 novembre 2021, dopo una perquisizione nell’ufficio di Andrea Agnelli, viene sequestrata una scrittura privata datata 28 marzo 2020, sottoscritta dal presidente bianconero e Chiellini e non resa pubblica. È l’accordo sulla riduzione degli stipendi dei calciatori e per la Procura è «chiaramente difforme dalla rappresentazione fornita dalla società nei documenti societari». Lo stesso Chiellini aveva comunicato alla squadra i termini dell’accordo con la richiesta di «non parlare nelle interviste». Il messaggio sulla chat della squadra, però, viene consegnato da De Sciglio e De Ligt agli inquirenti, mentre il capitano non è molto collaborativo quando viene ascoltato il 4 aprile. «Gli accertamenti sono stati ostacolati dal contegno reticente assunto dai dirigenti e finanche da qualche giocatore, su tutti Giorgio Chiellini, che non hanno in alcun modo contribuito alla ricostruzione dei fatti», emerge dalle carte.Il quadro alla fine viene ricostruito, anche con “lettere nascoste” (in primis quella di Ronaldo che vuole tutti i soldi) a garanzia dei crediti dei giocatori per recuperare gli stipendi sospesi con la seconda manovra della primavera 2021. La trattativa questa volta è individuale: qualcuno non firma proprio – come Buffon, Morata e De Ligt – mentre altri accettano obtorto collo («Non volevo perché non andavamo molto d’accordo – dice Dybala -, ma lstavo trattando il rinnovo...»). Tra le scritture private non c’è quella di Chiellini, l’unico a garantirsi il credito con uno contratto da “Ambassador” della Juve (firmato da Nedved) a decorrenza dal 1° luglio 2021 per la durata di 5 anni e dal valore di 3,14 milioni di euro. «Quando smetterò durerà 3 anni – spiega ai pm -, le due mensilità di aprile-maggio 2021 sono state caricate lì e quindi ancora devo percepirle». Da capitano ad ambasciatore, il futuro bianconero è garantito.