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 2022  dicembre 04 Domenica calendario

Una donna cattiva

In una notte di pioggia battente, un’auto procede a 40 chilometri all’ora sulla banchina del porto. Va diritta, chi è alla guida non frena, e si inabissa. Dei due occupati un uomo sarà ripescato morto mentre la moglie riuscirà a uscire dall’abitacolo e a salvarsi. È tutto qui il nucleo di partenza de Il dubbio, titolo del 1982 di Matsumoto Seicho che Adelphi recupera nella sua riscoperta di uno dei maestri nipponici del noir.
Ancora più che negli altri suoi romanzi, qui il lettore viene invitato ad accomodarsi in una sorta di teatro da camera: personaggi contati, geometrie esattissime, un tema morale piantato al centro. La donna sopravvissuta all’incidente è una spregiudicata avventuriera dalle frequentazioni per nulla raccomandabili (leggi: yakuza) che, dopo sfortunate iniziative imprenditoriali (leggi: locale notturno) a Tokyo, sposa un imprenditore di provincia: lei ha una fama sinistra, il suo stesso nome evoca antichi fatti di sangue e la stampa fa in fretta ad attribuirle lo status soave di diavolessa. La vittima appunto è l’imprenditore, che aveva stipulato ricche polizze sulla vita a favore della moglie. Terzo personaggio dell’intreccio è un giornalista convinto che si sia trattato di un omicidio commesso dalla donna e orchestratore, peraltro in buona compagnia, di una campagna per la condanna della signora. Quarta figura è l’avvocato d’ufficio, un timido civilista costretto a cimentarsi con un caso disperato: ha ereditato il caso dal collega locale malato che, a sua volta, aveva tentato invano di farsi affiancare da un principe del foro.
Niente spoiler, ovvio. Ma l’agile meccanismo narrativo di Matsumoto punta sull’interrogativo che poi è Il dubbio del titolo: e se una persona che poco o nulla ha fatto per non apparire malvagia fosse innocente? E accanto all’incerta equazione tra male e colpevolezza, e alla più ovvia denuncia dei teoremi accusatori (tutto il mondo è paese), non può sfuggire una sottile ma netta denuncia di dinamiche maschiliste che non sono patrimonio esclusivo della società giapponese. La cattiveria non ha genere.
Matsumoto Seicho Il dubbio Adelphi