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 2022  dicembre 03 Sabato calendario

Gli eroi di Scozzari

Il nome di Filippo Scòzzari è indissolubilmente legato a quello di Andrea Pazienza, Massimo Mattioli, Stefano Tamburini, Tanino Liberatore e alle riviste Cannibale e Frigidaire dove lavorarono insieme tra la fine degli anni 70 e i primi anni 80. Su quelle pagine i cinque autori, insofferenti verso quanto offriva il panorama italiano e ispirati dall’underground americano, trasformarono il fumetto in un linguaggio spregiudicato, farsesco e maleducato ma per la prima volta in grado di guardare in faccia la realtà in tutta la sua grottesca, paradossale complessità. Della produzione di Scòzzari (che Coconino Press sta riportando in libreria, a partire da Lassù no e Il Mar delle Blatte), il volume Una regina, due re raccoglie le storie legate a Primo Carnera, Suor Dentona e il Dottor Jack. Nati tra il 1977 e il 1978, i tre personaggi furono serializzati dall’autore su suggerimento dei colleghi. Ora, nello spirito di Cannibale e Frigidaire, disegnare una serie a fumetti significava fare a pezzi il modello tradizionale e canonizzato di serie – alla Tex, per intenderci – e si traduceva nel mettere in scena personaggi problematici e sgradevoli al posto di eroi senza macchia, nel raccontare la contemporaneità piuttosto che avventurose evasioni e nell’evidenziare le contraddizioni del sistema anziché presentarlo come infallibile. Scòzzari contribuì a definire questa impostazione iconoclasta, allergica al concetto di politically correct, con tre antieroi marcatamente politici e capaci di riflettere la sua visione personale del mondo. Nel farlo, modulò uno stile grafico che rielaborava in modo originale elementi ripresi da Magnus e mise a punto una lingua propria, un italiano «scozzarizzato» pieno di elementi gergali e dialettali, neologismi e sgrammaticature.Il volume si apre con Primo Carnera, omonimo del celebre pugile friulano il cui ricordo serve all’autore per capovolgere l’archetipo dell’eroe virile, altruista e idealista. Il personaggio di Scòzzari è infatti un sarto triestino omosessuale, egocentrico, di grande talento e fascino, che rifugge da qualsiasi manifestazione di banalità vagheggiando un ideale da lui definito «Squisitezza Generale». Attraverso di lui e attraverso altri personaggi che come lui richiamano celebrità dello sport, della cultura e della moda, l’autore fa la satira di una società che riduce figure geniali e rivoluzionarie a icone semplificate, modelli generici in cui la gente possa appiattirsi, mostrando come la mitologia del talento spesso non sia altro che una forma nascosta di conformismo.Il secondo personaggio del volume è Suor Dentona, immaginaria autrice di una raccolta di paginette edificanti dove racconta la nobile missione del suo ordine religioso, che soccorre sì i moribondi sul campo di battaglia ma lo fa ricevendo in bocca la loro «anima liquida» per sublimarla in uno stato gassoso. L’oscenità blasfema di Suor Dentona è divertente, a tratti immaginifica, in molti casi indigesta, e ha un grande pregio: è una formula satirica che non teme di colpire molto in alto, irridendo l’istituzione cattolica e la tragedia della guerra, ma nel frattempo tenta di elevare la pornografia attraverso l’ironia, di restituirle originalità e immaginazione e redimerla dalla sconfortante insulsaggine dei giornaletti da edicola.L’ultimo protagonista di Una regina, due re è infine il Dottor Jack (o Gek), uno stolido detective che due membri del PCI assoldano, richiamandolo perfino dall’inferno, per indagare su misteri che minano la solidità del partito. Creato nel 1977 poco dopo i fatti di quell’11 marzo bolognese che vide la morte di un ragazzo e sancì la frattura definitiva tra i movimenti studenteschi e la sinistra parlamentare, il personaggio e le sue storie riflettono questa disillusione. Gli ambienti politici e istituzionali dove Jack è costretto a indagare sono infatti popolati di mostri, automi e soprattutto persone squallide e poco raccomandabili che agiscono da burattini o burattinai. Un mondo incancrenito, in cui la conoscenza dei fatti non aiuta a cambiare le cose e quindi non serve a niente.«La realtà è sempre incomprensibile per definizione – dice Scòzzari – non puoi chiedere a qualcuno di capire al posto tuo». Eppure spesso si sceglie di delegare ad altri cosa pensare nella speranza di avere del mondo una visione coerente in cui non ci sia posto per quelle verità che danno fastidio, fanno paura o procurano dolore, illudendosi di poter restare al sicuro. Gli autori di Cannibale e Frigidaire fecero la scelta di non assecondare questo meccanismo, sbattendo in faccia al loro pubblico la brutale consapevolezza che le cose non sono mai semplici come le si vorrebbe. E a distanza di anni, i fumetti di Scòzzari ce lo ribadiscono senza possibilità di equivoci. Mar. Fam.