Corriere della Sera, 3 dicembre 2022
Maria Giovanna Maglie in ospedale
«Ero in tv, la notte della maratona elettorale, ospite a Quarta Repubblica... A un certo punto mi si è come spenta la luce». Maria Giovanna Maglie racconta così, dal suo letto d’ospedale, il momento più difficile della sua vita. Il cuore della giornalista stava per cedere. Un intervento d’urgenza all’«European hospital» di Roma le ha salvato la vita. Sembrava tutto risolto, poi sono arrivate le complicazioni: «Una dopo l’altra, una maledizione».
Così Maglie, giornalista «polemista», che dopo un esordio a l’Unità e tanti anni in Rai, ora tifa Lega, ha pensato di scrivere un post su Facebook: «Sono in ospedale per una serie di interventi chirurgici da quasi due mesi. Ecco la ragione della mia latitanza. Fate il tifo per me».
Innanzitutto, come sta?
«Diciamo che non sono in punto di morte. Per fortuna sono in un ospedale straordinario e sarò eternamente grata al professor Ruggero De Paolis, che mi ha operata. Sembrava tutto a posto. Poi si è rotto lo sterno per ben due volte, quindi altre due operazioni... Ora le cose vanno meglio, ma ci vorrà tempo».
Perché il post dal letto d’ospedale, così sofferente?
«In tanti mi chiedevano perché non fossi più in tv da molte settimane. Così ho pensato di dare una risposta per tutti. Ho ricevuto decine di migliaia di messaggi, un riscontro del tutto inatteso che mi ha dato grande conforto».
Anche i suoi avversari, politici e giornalisti?
«Per fortuna sono piena di avversari che mi vogliono bene. Da Luca Telese a David Parenzo, tutti quelli che la pensano all’opposto di me. Poi, però, quando si spengono le luci delle tv torniamo amici».
Si sarebbe dovuta candidare con la Lega lo scorso 25 settembre...
«Mai stato vero. Quello che fanno i deputati è benemerito. Ma poi ho capito che il parlamento non è per me».
Il giorno prima aveva fatto un chiaro endorsement per la Lega di Salvini, che però poi è crollata all’8%.
«Sostenere l’esecutivo Draghi, tra Covid, obblighi vaccinali e crisi economica, è stato un suicidio».
E adesso?
«Dico a Salvini: guai a non capire il momento, perché la riscossa non sarà automatica. Guardate Conte, che tutti davano per morto...».
La prima cosa che farà fuori dall’ospedale?
«Una bella passeggiata nel centro di Roma, anche se è sempre più lurido. Vorrei tanto prendermi un aperitivo a Campo de’ Fiori, guardando per aria. Con il mio compagno Carlo, che mi sta sostenendo in modo incredibile»