Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2022  dicembre 01 Giovedì calendario

IN ITALIA VA TUTTO STORTO MA LA TORRE DI PISA SI È RADDRIZZATA DI QUASI MEZZO METRO! - IL MERITO E' DI UN'OPERAZIONE DI SOTTOESCAVAZIONE REALIZZATA 23 ANNI FA: SONO STATE TOLTE PICCOLE QUANTITÀ DI TERRENO AL DI SOTTO DEL LATO NORD DELLA FONDAZIONE - LA CORREZIONE NON È VISIBILE AD OCCHIO NUDO, MA HA RESO LA STRUTTURA MOLTO PIÙ SICURA E RALLENTATO IL MOVIMENTO DELLA TORRE… -

Ottocentocinquant'anni e non sentirli. Si potrebbe addirittura dire che la Torre di Pisa invece che invecchiare, ringiovanisce. Pende, ma sempre di meno da quando, ventitré anni fa, con un'operazione di sottoescavazione sono state tolte piccole quantità di terreno al di sotto del lato nord della fondazione, innescando un lento movimento di raddrizzamento.

Ad oggi lo strapiombo, ossia la proiezione della parte più aggettante rispetto alla base, si è ridotta di 43 centimetri. Una tendenza costante, anche se del tutto impercettibile a occhio nudo; i turisti potranno continuare a farsi fotografare in Piazza dei Miracoli fingendo di sostenerla con una mano, ma nel frattempo il movimento della torre prosegue e, anche se sta rallentando, ad oggi non sappiamo quando e se si arresterà.

"Il suo aspetto dunque non cambia, ma la sicurezza sì" spiega Roberto Cela, direttore tecnico dell'Opera della primaziale pisana. La torre viene sottoposta ad attente misurazioni fin dal 1927, e negli anni si sono aggiunti sempre più sofisticati sistemi di monitoraggio. È "il monumento più controllato al mondo" continua Cela, e proprio per questa sua caratteristica la torre è stata individuata dal ministero della Cultura, con cui l'Opera della primaziale ha stretto un accordo, per testare le potenzialità di un monitoraggio satellitare applicato alla salvaguardia del patrimonio.

È il "Piano straordinario di monitoraggio e conservazione dei beni culturali immobili" adottato dopo il crollo del ponte di Genova, e prevede che si usino le osservazioni dal satellite per misurare i livelli di rischio e tenere sott'occhio i fattori ambientali che influenzano i movimenti della torre. Incrociando i dati con quelli derivanti dai sistemi di osservazione terrestre già in essere, sarà possibile valutare l'efficacia del monitoraggio satellitare. Un nuovo, avanzatissimo sistema di controllo, che sta già prendendo forma sui tetti di Pisa.

"Sono stati montati dei prismi, speciali cannocchiali dotati di un sensore, sulla torre, sulla cattedrale, sulle mura cittadine, sul vecchio ospedale Santa Chiara e anche sul museo dell'Opera. E prossimamente verranno applicate delle antenne, chiamate corner reflector, per affinare le misure del satellite" racconta Cela. I dati raccolti verranno elaborati da una startup della Sapienza di Roma e dall'azienda Eurotec di Pisa. Si potrebbe dire che la "sorvegliata speciale" si mette al servizio della salute degli altri monumenti.

E dire che di momenti brutti la torre ne ha visti. Di uno di questi non se n'è accorto nessuno: era il 1838 e poiché la torre oltre a inclinarsi sprofondava, l'architetto Alessandro Gherardesca venne incaricato di creare quello che adesso si chiama "catino" togliendo terreno attorno alla torre, provocando però una repentina accelerazione della pendenza. Solo delle rilevazioni successive svelarono il pericolo scampato.

E poi nel 1995, durante il cosiddetto "settembre nero", quando dopo l'avvio dei lavori di consolidamento supervisionati da un comitato internazionale, il monumento di inclinazione improvvisamente cominciò ad aumentare e in una notte la torre si inclinò tanto quanto in un anno intero. Del resto problemi di stabilità ce ne erano sempre stati. La caratteristica del terreno su cui è stata fondata, un tempo pianura alluvionale, sommata al peso e alla snellezza della costruzione, ha fatto sì che fin dall'inizio la torre denunciasse la tendenza a pendere pericolosamente.

Ma proprio questa fragilità costitutiva è stata anche la sua fortuna. Il campanile della cattedrale è stato infatti costruito in più fasi a partire dal 1173: a causa del cedimento del terreno la prima fase fu interrotta a metà del terzo piano per quasi cento anni, poi i lavori ripresero per completare l'altezza esclusa la cella campanaria, seguiti da una nuova interruzione e infine conclusi. Durante le pause della costruzione la pendenza ha avuto modo di assestarsi: se la costruzione fosse stata completata tutta in una volta probabilmente sarebbe crollato.

Oggi però lo "stato di buona salute" della torre di Pisa è il risultato del più recente check-up, reso noto dall'Opera della primaziale in un convegno che si è tenuto ieri e che anticipa le celebrazioni del centenario della fondazione della torre: nel 2023, precisamente il 9 agosto, ricorreranno infatti gli 850 anni dalla posa della prima pietra.

 Si è già costituito un apposito comitato nato spontaneamente dalla volontà di alcuni cittadini pisani - composto tra gli altri dal presidente dell'Opera della primaziale Pierfrancesco Pacini, il sindaco e l'arcivescovo - e supportato da un comitato scientifico che organizzerà le celebrazioni. In programma convegni, mostre, concerti, iniziative con le scuole e le Università e concorsi letterari.