Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2022  novembre 30 Mercoledì calendario

Scholz raddoppiare la Cancelleria di Berlino

È troppo piccola la lavatrice di Olaf Scholz. Il palazzo della cancelleria a Berlino è chiamato ironicamente la Waschmaschine, la lavatrice appunto, grazie alla sua facciata che ricorda l’elettrodomestico. È la più grande sede di un capo del governo al mondo, ma a quanto pare non basta, e verrà raddoppiata, da 26 mila metri quadrati a 50 mila. I lavori cominceranno la prossima primavera.


Il Kanzleramt è tre volte più grande dell’Eliseo a Parigi, la residenza del presidente Macron, otto volte più grande della Casa Bianca a Washington, e dieci volte di più di Downing Street, la sede modesta del premier britannico. Il Quirinale, con i suoi 110 mila metri quadrati, balza in testa, ma il confronto non è corretto: è la sede del presidente della repubblica e non di un cancelliere, uno storico palazzo, antica residenza del papa, con sale e saloni, e molto spazio perduto. Solo la residenza del presidente turco ad Ankara è ancora più grande. Il presidente della repubblica federale risiede a Schloss Bellevue, un castello alla francese, che risale al 1785, una villa bianca di dimensioni normali, vicino alla Stele della vittoria, e non lontana dal Bundestag, il parlamento.






Il Kanzleramt ha poco più di vent’anni, fu inaugurato nel 2001. Un’opera monumentale, voluta da Helmut Kohl, nell’euforia della riunificazione. Si traslocava da Bonn, cittadina universitaria sul Reno, capitale provvisoria scelta dopo la guerra, alla ritrovata capitale non più divisa dal Muro. A Bonn, le residenze del cancelliere e del presidente della repubblica erano ville normali sul fiume. Ricordo che la sede del nostro ambasciatore a Bad Godesberg era più elegante e accogliente. Comprensibile che nel tornare nella vecchia capitale ritrovata, si volesse pensare in grande.


Qualcuno ritenne che Kohl avesse esagerato, ma il cancelliere della riunificazione non fece in tempo a risiedere nella nuova cancelleria, finita nel 2001. Il primo inquilino fu il socialdemocratico Gerhard Schröder che lo sconfisse nel 1998. Gerhard non si trovava a suo agio nel palazzo, e preferiva appena possibile tornare nella sua villa borghese di Hannover. Angela Merkel non volle dormirci neppure una notte, e continuò a vivere con il marito nel suo appartamento innanzi alla Bode Insel, l’isola dei musei, nella strada in cui abitò Hegel. La cancelleria è isolata, tra il Bundestag e la Sprea, e Frau Angela, come è risaputo, amava andare a fare la spesa da sola nei supermercati del suo quartiere. Anche il successore, il socialdemocratico Olaf Scholz, preferisce vivere con la moglie, in un appartamento a Potsdam, la capitale del Brandeburgo, il land che circonda Berlino, a una trentina di chilometri dalla sua sede.




PUBBLICITÀ




Il raddoppio della cancelleria prevede la costruzione di altri 400 uffici per funzionari e impiegati, altri nove wintergarten che si aggiungono ai tredici esistenti, verrà raddoppiato anche l’eliporto di fianco all’edificio, con sacrificio di decine di alberi, raddoppiato anche l’asilo per i figli dei dipendenti. La spesa prevista sarà di 777 milioni di euro. Scontato prevedere che verrà sforata, e si sfiorerà il miliardo di euro. Era proprio necessario? si chiede l’Associazione dei contribuenti, mentre si chiedono sacrifici ai tedeschi. Anche l’appartamento privato del cancelliere verrà ampliato e rinnovato. Perché, se poi gli inquilini preferiscono vivere altrove?


A Londra, il primo ministro deve provvedere di tasca sua, se il preventivo non viene rispettato. Così avvenne quando la moglie di Boris Johnson pretese che fossero cambiate le tappezzerie a Downing Street, secondo lei di cattivo gusto. Probabilmente aveva ragione la signora, ma il conto fu di 88 mila sterline e i giornali la criticarono. La regola non scritta viene rispettata, ma Margaret Thatcher si rifiutò di pagare la nuova cucina, e rimborsò solo la spesa per una nuova asse da stiro. La sede del premier è una topaia, e non è un modo di dire: di quando in quando intervengono le squadre specializzate per eliminare i roditori. Non piaceva neanche a Winston Churchill: il palazzo fatiscente, diceva, è degno del nome che porta, cioè di George Downing, che era il capo delle spie di Oliver Cromwell.