il Fatto Quotidiano, 30 novembre 2022
I paradossi di Edoardo Rixi
Ci devono essere due Edoardo Rixi, non c’è altra spiegazione. Uno è il viceministro alle Infrastrutture che il 9 settembre scorso, insieme ad altri parlamentari locali della Lega, ha incontrato alcuni sindaci campani all’Hotel Ramada di Napoli per promettere loro “la pace edilizia”, ovvero una legge che rendesse più difficili le demolizioni giudiziarie, quelle delle case abusive sanzionate con una condanna della magistratura penale e un successivo provvedimento esecutivo della Procura generale.
L’altro è il politico che ha rilasciato un’intervista per prendere di mira l’ex vicepremier M5S, Luigi Di Maio, accusato di aver esercitato “una fortissima pressione” per inserire nel 2018 il ‘condono di Ischia’ (che condono non era) nel decreto di Genova, e per fare il decreto sul ponte abbiamo dovuto accettare quella parte”. Con il sottinteso sapiente, da presunta vittima di un ricatto politico, che furono i pentastellati di Di Maio – durante il governo gialloverde Conte-1 – e solo loro, i cattivoni a voler difendere il mattone selvaggio delle 27.010 istanze di sanatoria dell’isola d’Ischia.
La verità è che di Rixi ce n’è uno solo. E che se c’è un partito che si è distinto in Campania per andare a braccetto con gli interessi degli abusivisti è la Lega, che negli ultimi anni è riuscita a superare persino gli oltranzisti di Forza Italia, gli eredi di quelli che nel 2010 appoggiarono l’elezione del governatore Stefano Caldoro con la promessa, attraverso il ministro Mara Carfagna, di un decreto del governo Berlusconi per fermare gli abbattimenti in Campania. Decreto che poi fu effettivamente emanato e poi dichiarato incostituzionale, come ha ricordato nei giorni scorsi al Fatto l’ex magistrato Aldo De Chiara, all’epoca procuratore aggiunto di Napoli con delega ai reati edilizi e ambientali, e autore di un programma di demolizioni nell’isola verde per il quale fu minacciato di morte da ignoti imbrattatori di muri.
“Condono edilizio per la Campania, subito”, decine di migliaia di manifesti elettorali sono stati affissi con questo slogan, il logo di partito e il volto del candidato Severino Nappi, capogruppo del consiglio regionale. C’era anche Nappi all’Hotel Ramada a incontrare i comitati per la difesa della casa e alcuni sindaci, tra i quali il primo cittadino di Forio d’Ischia, Francesco Del Deo, uno dei più sensibili al tema, per ovvi motivi. E c’erano i parlamentari uscenti Giuseppina Castiello e Gianluca Cantalamessa: il secondo è stato rieletto, la prima sconfitta nel collegio del Senato di Castellammare-Torre Annunziata, è stata ripescata come sottosegretario con delega ai rapporti con il Parlamento.
Nomina salutata così dal sindaco di Afragola, Antonio Pannone: “Sono particolarmente soddisfatto per questa nomina, che rappresenta un doveroso e indiscutibile riconoscimento del suo instancabile impegno politico per la nostra città, per l’area metropolitana di Napoli e per il Mezzogiorno d’Italia”. Pannone era uno dei sindaci presenti a quell’incontro. E tre giorni dopo, Nappi è andato ad Afragola a supportare la manifestazione di piazza del comitato Casa Mia. Sui cartelli della protesta c’era scritto: “Casa abbattuta, pena di morte eseguita”.
Pina Castiello, invece, mantiene una sua coerenza. Continua a difendere i sindaci. Anche dalle parole tranchant del ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin, fautore della necessità “di arrestare i sindaci che lasciano fare e che permettono di costruire”. Per Castiello “è stata un’espressione infelice. Sono qui per rappresentare il governo e per ribadire il supporto ai sindaci che sono in trincea”. In trincea o nei cantieri?