la Repubblica, 29 novembre 2022
Le migliori scuole d’Italia
Le migliori scuole d’Italia in assoluto? Stanno in piccoli borghi, come il liceo scientifico Nervi-Ferrari in Valtellina, o affacciate sul lago d’Iseo, come il classico Decio Celeri a Lovere, in provincia di Bergamo. Scuole che non arrivano a mille studenti, in realtà da paese e in una regione che, insieme al Trentino e al Veneto, ha un forte sistema scolastico.
Si trovano cercando nel portale di Eduscopio uscito oggi con la nuova classifica 2022 degli istituti che preparano meglio all’università e al lavoro.
Un ranking, a cura della Fondazione Agnelli, dove la gara in realtà è tutta local per le famiglie che hanno figli in terza media chiamati alla scelta delle superiori. Eduscopio orienta costruendo un indice sul successo che i diplomati di licei e tecnici hanno al primo anno di università (voti agli esami e crediti acquisiti) e rispetto all’occupazione dopo il diploma tecnico e professionale. E dunque ecco chi sale e chi scende nelle classifiche che hanno preso in esame 1.289.000 diplomati in 7.700 scuole dal 2016 al 2019, proposte per indirizzo e città (www.eduscopio.it). «Non ha senso fare confronti a livello nazionale. Il nostro è uno strumento per aiutare e coinvolgere le famiglie nelle scelte educative laddove vivono e per stimolare le scuole a migliorarsi» avverte il direttore della Fondazione Agnelli Andrea Gavosto. L’exploit tra i classici romani è del liceo Giulio Cesare, quello di Venditti e della Roma bene, per intenderci, che balza dal decimo posto del 2021 al primo superando il Tasso e il Visconti. Tra i blasonati c’è anche l’Augusto così come una paritaria, la Renzo Levi della Comunità ebraica arriva prima tra i linguistici. A Milano in 5 su 9 indirizzi liceali e del tecnico, il primo posto è delle paritarie. Al classico secondo è un liceo di Cinisello Balsamo, mentre allo scientifico il Da Vinci rivendica il miglior punteggio in Italia tra i licei delle grandi città.
Stabili molti posizionamenti a Bologna, Genova, Bari, più movimento nei Linguistici. A Napoli debuttano in testa nelle Scienze umane licei come il Comenio e Artemisia Gentileschi.
Ma quello che più preoccupa è il dato sull’occupazione di chi esce da tecnici e professionali. Se il Covid, per ora, in Eduscopio non mostra di aver peggiorato le performance all’università, l’impatto è tremendo sui livelli occupazionali: – 11% dei diplomati 2019 rispetto a quelli del 2017. Con un – 5% sui contratti a tempo indeterminato. «Un dato grave, quando un Paese garantisce le persone più anziane scaricando i costi sui giovani c’è qualcosa che non va» osserva Gavosto da economista. Per orientare, il ministro Valditara scriverà ai genitori fornendo loro i dati sul mercato del lavoro a livello locale. Ma Gavosto non è convinto: «Un ministro dovrebbe anche indirizzare agli studi universitari in un Paese che ha pochi laureati. E poi che senso ha dare oggi informazioni a chi arriverà nel mercato del lavoro tra 5 anni?».