Il Messaggero, 28 novembre 2022
Animali domestici, la svolta di Taiwan
Assistenza sanitaria gratuita e sgravi fiscali per chi adotta un animale domestico, libero accesso degli stessi nei locali e sui mezzi pubblici, ulteriore estensione dei diritti Lgbtq, in un Paese che è stato il primo e per ora ancora l’unico ad avere legalizzato in Asia il matrimonio tra persone dello stesso sesso e che ha già da alcuni anni un ministro transgender: Audrey Tang, ministro per la digitalizzazione.Taiwan, l’isola ribelle che Pechino vuole ad ogni costo ivi compreso l’uso della forza ricondurre sotto la sua sovranità, non cessa di stupirci. Nonostante i persistenti, minacciosi venti di guerra che le soffiano, con alterna intensità, attorno, nonostante una comunità internazionale a parole solidale ma di fatto allineata al mantra di una sola Cina e nonostante le puntuali, sempre più ricorrenti provocazioni di cui è fatta, non si capisce bene quanto consenziente, oggetto da ogni parte (pensiamo alla recente visita di Nancy Pelosi, la speaker del Congresso Usa, ma anche alle manovre militar cinesi), continua imperterrita sulla sua strada. Un strada che nel giro di pochi anni diciamo dal 1988, anno in cui dopo la fine della lunga e pesante legge marziale venne democraticamente eletto a suffragio universale il primo presidente, Lee Teng-hui l’ha portata ad essere una delle democrazie più avanzate non solo del continente asiatico, ma del mondo intero. Ma anche una potenza industriale di tutto rispetto: tra le prime venti del mondo per quanto riguarda il Pnl, il prodotto nazionale lordo, tra le prime dieci per quanto riguarda la libertà economica e con un tasso di crescita costante (nonostante la pandemia) che quest’anno dovrebbe sfiorare il 4%.Un modello ufficialmente riconosciuto da appena una decina di Paesi (tra i quali il più importante è la Santa Sede), ma di cui oltre 23 milioni di cittadini vanno giustamente fieri. E sabato scorso, in occasione delle elezioni amministrative di mezzo termine il mandato dell’attuale presidente Tsai In-weng scade nel 2024 l’hanno ancora una volta dimostrato prima seguendo con interesse la vivace e coinvolgente campagna elettorale per il rinnovo delle amministrazioni locali (compresi sindaci e governatori) e poi recandosi in massa alle urne: oltre il 70% il tasso di affluenza, tra i più alti che si registrino da queste parti. Una campagna che contrariamente a quanto si possa immaginare non ha coinvolto la questione cinese tema che a volte sembra interessare più le cancellerie internazionali che i governi di Taipei e Pechino quanto le numerose questioni locali sul tappeto. Abbassamento dell’età per esercitare il diritto di voto, dagli attuali 20 anni a 18 anni (il relativo referendum però non è passato, il limite resta lo stesso), gestione della pandemia ed il ritardo sull’approvvigionamento dei vaccini, crisi dell’edilizia popolare e costi della pubblica istruzione, inflazione e disoccupazione. Temi comuni e condivisi dalla maggior parte dei Paesi industrializzati, e non solo qui in Asia. Meno comune è l’enorme attenzione che tutti i partiti e i vari candidati hanno dato alla questione degli animali domestici. Un vero e proprio boom che dopo il Giappone, la Corea e la stessa Cina è esploso anche a Taiwan. Oramai sono quasi 3 milioni gli animali domestici regolarmente registrati (con prevalenza per i cani, 53% contro il 44% di gatti), più del numero di bambini sotto i 12 anni, e sono sempre di più le famiglie, e soprattutto i cittadini single, che preferiscono vivere con cuccioli e micetti vari piuttosto che fare, e mantenere, figli. «I nostri giovani stanno pian piano allontanandosi dai valori tradizionali della società cinese, che vede nella famiglia il centro vitale spiega Shirley Yam, titolare dell’agenzia di sondaggi Trendsight sposarsi e fare figli è considerato oramai un peso, un freno alle proprie opportunità e capacità di sviluppo. Oltre che un impegno finanziario che non tutti possono permettersi».Nel frattempo nella capitale Taipei, gli oltre 10 mila cani e gatti rinchiusi nei canili e che rischiavano di essere uccisi tirano un sospiro di sollievo. Se manterrà le promesse fatte durante la campagna elettorale il nuovo sindaco, che vanta una presunta parentela con il dittatore Chang Kai-shek, farà in modo di trovar loro una casa. Uno dei suoi primi provvedimenti, ha promesso Chiang Wan-an sarà una sorta di decreto svuota canili. Chiunque deciderà di adottare un cane o un gatto abbandonato riceverà un’assicurazione che coprirà tutti i rischi e addirittura un voucher mensile per il suo mantenimento. Chissà, il prossimo passo potrebbe essere quello di concedere il diritto di voto anche ai nostri amici a quattro zampe. Magari ne farebbero ottimo uso.