Il Messaggero, 27 novembre 2022
Intervista ad Antonella Clerici
Come devo chiamarla, il conduttore o la conduttrice di È sempre mezzogiorno su Rai1?
«Mi chiamano la conduttrice, ma per me è lo stesso: a prescindere dall’articolo per me l’importante è condurre. Lavorare. Non mi faccia parlare di politica, però: non fa per me».
Sono le nove del mattino di due giorni fa e Antonella Clerici parla dall’auto che quotidianamente la porta da Arquata Scrivia, in provincia di Alessandria, dove vive con la famiglia, a Milano, dove lavora.
Quando nel 2010 fece Sanremo le chiesero di entrare in politica, vero?
«Sì, per sfruttare la mia popolarità, ma non ci pensai un attimo a dire di no. Io se non avessi lavorato in tv avrei cercato di fare il magistrato, e forse mi avrebbero gambizzata subito. Non mi piacciono i compromessi».
Quindi al posto di Milly Carlucci come si sarebbe comportata con Enrico Montesano?
«Non lo so. Bisogna trovarcisi nelle situazioni. Non credo che abbia deciso solo lei: chissà quante riunioni ci sono state, e che pressioni...».
In fase di montaggio quella maglietta della X Mas l’avrebbe riconosciuta?
«Dico la verità: non ci avrei fatto caso».
Milly Carlucci le ha mai offerto di partecipare a Ballando?
«Sì, ma sono negata. Meglio di no».
La casa nel bosco, l’aria pura, i cavalli e i cervi: non è che si è stufata della vita in campagna e le manca un po’ la città?
«Non dico che avrei fatto la stessa scelta a 30 anni, ma questa ora è la mia dimensione ideale. Impossibile tornare indietro».
Di Roma cosa non le piaceva?
«Roma mi ha dato tutto: lavoro e fama. Lì è nata mia figlia, ho a
ncora la casa, la Smart... Dopo 28 anni ce l’ho nel cuore, Milano no: è troppo prestazionale. A Roma posso andare in giro in tuta e nessuno mi dice una parola».
Con la figlia adolescente come va?
«Compie 14 anni a febbraio, e l’anno prossimo farà il liceo classico, ovviamente pubblico. Come feci io alla sua età voglio che si confronti con persone di ogni tipo. Per fortuna, come tutti quelli della sua generazione parte avvantaggiata: integrazione, parità e fluidità per lei sono la normalità».
Che cosa le rimprovera?
«Mamma, non ci sei mai».
Ha ragione?
«No. Le dico che è una privilegiata, come me. A volte non ci sono, è vero, come tutte le mamme che lavorano, ma spesso ci sono sempre, e questa è una fortuna. Possiamo guardare film come Forrest Gump o Top Gun, roba dei miei tempi, e ascoltare musica insieme».
E se volesse fare il suo stesso lavoro?
«Spero di no. Vuole diventare una veterinaria. Ama i cavalli. Ha iniziato ad andarci a Roma e ad Arquata ha trovato un paradiso: Vittorio ha un allevamento qui e in Normandia. A me fanno un po’ paura».
Con il padre di sua figlia Maelle la gestione dei cambiamenti come è stata?
«All’inizio complicata. Lei faticava ad avere un rapporto con lui, poi crescendo l’ha cercato e adesso va tutto bene. Lui è stato bravo, non ha forzato le cose. Lei per un periodo non voleva andare a Bruxelles, adesso per raggiungerlo ha anche preso l’aereo da sola. Parlano in francese».
Lui che fa a Bruxelles?
«Lavora in una società interinale, ha la passione per il calcio, usa la conoscenza delle lingue».
Visto com’è finita, quando una donna è più forte economicamente la coppia non regge proprio, vero?
«Dipende dagli uomini, ma con una donna più importante, ricca e in vista fanno fatica quasi tutti. Eddy all’epoca era molto giovane, si è trovato in un mondo che non era il suo, e non ha funzionato. L’indipendenza, economica e professionale, per un uomo e una donna è fondamentale. Io, per esempio, spendo i miei soldi, e Vittorio i suoi».
In passato diceva che a 50 anni in tv avrebbe fatto un passo indietro, il 6 dicembre, però, ne compie 59 ed è sempre qui...
«È vero. La verità è che gente come me, Conti, Bonolis, Amadeus, Fiorello, è ancora molto richiesta e noi abbiamo ancora tanto da dare. I colleghi giovani sono bravi ma lavorano in tv, sulle piattaforme, sui social, in teatro... Noi no, siamo le ultime star della tv generalista e siamo fedeli alla maglia, quindi per il pubblico adulto siamo un punto di riferimento».
È vero, però, che vorrebbe fare un altro giro di Sanremo?
«Vedremo, magari un giorno come addio alla tv. Comunque non sono avida: ho già fatto tutto e sto benissimo così».
L’errore della vita?
«Quello che conoscono tutti, la gaffe del cazzo (nel 1998 in un’intervista televisiva invece di dire Non posso vivere senza calcio, disse altro, ndr)».
Non quello.
«Così grandi non li ho mai fatti. Mai una ciucca, mai una canna. Sono una maniaca del controllo. Ho avuto una vita sentimentale molto agitata, quello sì: due matrimoni, tante convivenze e pazzie d’amore».
Tipo?
«Fare pedinamenti in auto per spiare l’uomo del momento e accostare con una parrucca in testa per non essere riconosciuta».
È mai stata riconosciuta?
«No».
La scorsa estate ha detto che fisicamente perde i pezzi: ora come se la passa?
«Per me la menopausa è stata dura e faticosa. È iniziata a 54 anni ed è finita da poco. Alla fine non sono come a 40 anni, età in cui mi sono vista più bella che mai, ma neanche tanto diversa da dieci anni fa. La testa è meglio adesso».
E tutto il resto com’è?
«A letto vanno bene le coccole, ma non solo quelle. Conta quantità e qualità, magari non tutti i giorni come un tempo, ma come si deve, con amore e anche una certa dose di trasgressione, perché no?».
In passato aveva parlato di parrucche, stivali, travestimenti: intende questo?
«Certo, anche questo. Ognuno trova il suo modo per stare bene insieme».
Per il suo compleanno, il 6 dicembre, si regala un ritocchino dal chirurgo estetico?
«No, ma solo perché ci vado non più di due volte l’anno. Non voglio trasformarmi. Io faccio poche cose, continuative, e sempre d’estate perché d’inverno vado in onda tutti i giorni e si vedrebbe».
Quando ha iniziato?
«A 40 anni. È meglio fare piccoli ritocchi piuttosto che interventi improvvisi e innaturali. Vedo certe bocche in giro, mamma mia...».
È vero che controlla spesso la salute?
«Sì. Non sono ipocondriaca ma faccio un check up regolarmente. La prevenzione è importante».
Oggi lei ha quattro anni in piu di sua madre quando se ne andò per un tumore: la prima cosa che le direbbe oggi?
«Ciao mamma, hai visto che bella carriera ho fatto? Sei contenta di me? Lei sarebbe stata fiera. Da ragazza voleva fare l’annunciatrice in tv, era bellissima. Però erano altri tempi, mio padre si oppose».
Nel rapporto con sua figlia rivede lei un po’?
«No. Sono diversa. Lei era più giudicante, erano altri tempi. Certe sue asprezze le pativo e quindi evito di fare altrettanto».
È vero che quando stava per andarsene ha deciso lei per tutti?
«Ero l’unica che sapeva tutta la verità ed ero anche la più lucida: mia sorella era piccola, mio padre era sotto choc e mio nonno aveva 90 anni. In tre mesi se n’è andata e io ho retto fino alla fine. Il crollo ce l’ho avuto dopo. Comunque, visto che siamo in tema, quando sarà mi farò cremare».
Pensa spesso a queste cose?
«Mmm... Ultimamente. E l’idea di stare chiusa dentro una bara con lo zinco mi prende male. Mi sto informando, fra cent’anni una cosa come gli induisti non mi dispiacerebbe».
Cambiamo discorso: dopo anni di fornelli in tv, a casa cucina?
«Il sabato e la domenica, sempre. Risotto alla milanese. Roba seria».