La Stampa, 27 novembre 2022
Il disgelo tra Macron e Meloni
Un gesto, un piccolo importante segnale che può aprire a un percorso di disgelo. La telefonata di Emmanuel Macron a Giorgia Meloni per esprimere tutto il sostegno e la solidarietà della Francia di fronte alla tragedia di Ischia, ha aperto un esile varco alla speranza di una riconciliazione. «Ha fatto indubbiamente piacere», confermano fonti di Palazzo Chigi, senza aggiungere altro, perché non è il momento – con i soccorsi ancora in corso, i dispersi, l’emozione violenta della frana – di sovraccaricare di significato l’iniziativa del presidente francese.Resta il fatto che per la prima volta dallo strappo diplomatico sulla nave dei migranti Ocean Viking, che l’Italia ha testardamente rifiutato di accogliere, c’è stato un contatto diretto tra Macron e Meloni. O perlomeno è la prima volta che un contatto è stato ufficializzato. Lo ha fatto l’Eliseo, dimostrando così che resta un filo a legare due leader di opposta cultura politica che sulla carta avrebbero tutto l’interesse a fare asse in Europa. Prima, c’era stato solo il grande freddo di Bali, durante il G20, e l’affettuosa telefonata concordata da Macron con Sergio Mattarella, organizzata per cercare una via d’uscita dalla crisi.La chiamata di ieri è la prova – confermano anche fonti francesi – che Meloni e Macron, se vogliono, possono sentirsi in ogni momento e senza troppi filtri diplomatici, come d’altronde hanno fatto via messaggio prima che il dialogo tra Francia e Italia si interrompesse.Il Consiglio europeo straordinario degli Affari Interni di venerdì, richiesto da Parigi, ha dimostrato che la gestione degli sbarchi e delle Ong è un tema che continua a separare i due alleati. Il governo francese ha interrotto la partecipazione volontaria al meccanismo di redistribuzione dei rifugiati firmato a giugno, e non intende retrocedere finché l’Italia dei sovranisti al governo non avrà dato prova di rispettare gli accordi sui salvataggi in mare.Bisognerà capire come e quando una tregua avrà luogo. Per Macron si tratta anche di evitare che in patria la destra sfrutti a proprio favore le prove muscolari di Meloni e di Matteo Salvini. Nelle ultime settimane ha lasciato che fossero il suo governo e uomini come il ministro dell’Interno Gérald Darmanin a mantenere alta la tensione con Roma. Il presidente ha fatto in modo di non farsi coinvolgere personalmente, e si è astutamente mostrato disponibile a ricucire, ma con Mattarella, suo pari grado come Capo di Stato.Il desiderio di cercare la sponda più rassicurante del Colle è un po’ la sensazione che si prova guardando il video rilanciato ieri sul profilo Twitter di Macron per celebrare il primo anniversario dalla firma del Trattato del Quirinale. È passato un anno, ma politicamente è cambiato tutto. Macron ricorda quelle ore, mentre arrivano le prime notizie da Ischia, e lo fa per mandare «un messaggio di profonda amicizia al popolo italiano». «Un’autentica amicizia – è la risposta di Mattarella attraverso il profilo ufficiale del Quirinale – che va alimentata, nell’interesse comune dei due Paesi e, insieme, dell’Ue». È ancora una volta il presidente della Repubblica a rispondere, per dare il senso dell’irrinunciabilità dell’alleanza, ferita dallo scontro politico. Meloni, invece, tace e non partecipa alla celebrazione di un Trattato che un anno fa, all’opposizione, definì «uno scandalo». A ricambiare i messaggi di amicizia di Macron, a nome del governo, è Antonio Tajani, e il ministro delgi Esteri ancora una volta lo fa per dare un segnale di distensione, a dimostrazione di «come i rapporti tra i nostri Paesi non siano deteriorati». Il tempo dirà se è così. Sta di fatto che osservando oggi le immagini montate nel video, è palese l’effetto nostalgia ricercato dall’Eliseo. Non c’è solo l’affetto verso Mattarella, che da lì a due mesi sarebbe stato riconfermato al Colle, ma anche l’intesa sincera con Mario Draghi: «Perché era lui perché ero io...» sussurra la voce di Macron, con tanto di sottotitoli. —