Corriere della Sera, 27 novembre 2022
Trump a cena con Nick Fuentes
New York Non è successo niente, ripete Donald Trump sul suo social Truth. «Kanye West mi ha chiamato per venire a cena a Mar-a-Lago. Poco dopo si è presentato inaspettatamente con tre suoi amici, dei quali non sapevo nulla. Abbiamo cenato martedì sera alla presenza di molti altri membri del club nella terrazza sul retro. Una cena veloce e tranquilla». Non è quello che pensano alcuni alleati dell’ex presidente, in particolare nel mondo ebraico-americano repubblicano dove Trump ha tuttora sostenitori.
Aggiungi un posto a tavola a Mar-a-Lago. Protagonisti principali: il rapper Kanye West, che ora si fa chiamare Ye, autore possibilmente della più spettacolare autodistruzione di un’icona americana e candidato (come Trump) alla presidenza nel 2024 dopo una serie di commenti antisemiti per i quali ha perso due miliardi di dollari di contratti in un giorno; e Nick Fuentes, 24 anni, ammiratore di Mussolini, che sul suo canale YouTube «America First» ora sospeso (ma è su Truth) ha messo in dubbio il numero di vittime dell’Olocausto e definito gli ebrei un’«élite tribale ostile», ha sostenuto che la segregazione razziale era meglio per tutti e che guida i Groyper, giovani di estrema destra che vogliono spingere la destra verso il suprematismo bianco.
Fuentes ha detto a Trump che i suoi elettori più fedeli non sono contenti del nuovo approccio «cauto» e poco «autentico» dell’ex presidente e che vorrebbero che appoggiasse di più chi è stato incriminato per l’assalto al Congresso del 2021. «Trump è rimasto davvero colpito da Fuentes – ha riferito Ye – perché a differenza di tanti avvocati e di tanta gente che gli è rimasta intorno dal 2020, lui è davvero un fedelissimo».
Chi è Nick Fuentes
Ammiratore di Mussolini, ha messo in dubbio il numero di vittime dell’Olocausto
La Casa Bianca ha subito pubblicato un comunicato di condanna: «L’intolleranza, l’odio, l’antisemitismo non hanno posto in America – nemmeno a Mar-a-Lago. Il negazionismo dell’Olocausto è ripugnante e pericoloso».
L’incontro dà molto fastidio ai leader della Republican Jewish Coalition, la coalizione degli ebrei repubblicani che ha tenuto una settimana fa una conferenza a Las Vegas, considerata la prima passerella per i candidati del partito alla Casa Bianca. Nonostante l’entusiasmo per il governatore Ron DeSantis, che nelle elezioni di midterm ha ricevuto una percentuale record del voto ebraico in Florida, anche per Trump c’è stata una standing ovation quando si è connesso in remoto e ha ricordato quanto ha fatto per lo Stato ebraico. Ieri Matt Brooks, direttore della Republican Jewish Coalition, criticava «il virulento antisemitismo di Kanye West e di Nick Fuentes. Chiediamo a tutti i leader politici di rifiutare il loro messaggio di odio e di non incontrarli». Anche l’ex ambasciatore in Israele David Friedman, che aiutò Trump a spostare la sede diplomatica a Gerusalemme, scriveva su Twitter all’«amico»: «Ti invito a liberarti di questi barboni, rinnegarli e lasciarli nella pattumiera della storia a cui appartengono». Non sono le uniche brutte notizie da Twitter: Elon Musk, che pure ha riammesso The Donald e Kanye sulla piattaforma, ha dato il suo appoggio per il 2024 a DeSantis, «un candidato sensato e centrista».
«Perché non dovrei incontrare Kanye?», scrive Trump su Truth. In tv «ha detto cose gentili su di me» e a cena «nulla di antisemita» (unico momento di tensione: quando gli ha proposto di fare il suo vicepresidente). Quanto a Fuentes, il tycoon insiste: non sapeva chi fosse. Ma il giovane gli ha giurato che DeSantis non ha chance nel 2024.