il Fatto Quotidiano, 26 novembre 2022
Zelensky proporne un tetto al petrolio russo di 30 dollari al barile
La richiesta del presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, è che il tetto al petrolio russo sia di 30 dollari al barile. “La dipendenza del continente Europa dalle risorse energetiche russe ha iniziato a diminuire. E deve scomparire del tutto”, ha detto eiri. Ha poi avuto un confronto con la presidente della commissione Ue, Ursula von der Leyen: “Il tetto al prezzo massimo per il petrolio russo dovrebbe essere efficace” ha ribadito tra vari ringraziamenti.
La cifra proposta arriva dopo una giornata di discussioni dei diplomatici Ue attorno a un livello pari a più del doppio, circa 65 dollari, che ha fatto arenare le discussioni. A inizio mese, un barile di greggio russo degli Urali costava poco più di 70 dollari, circa 24 dollari in meno del Brent, il benchmark internazionale. Polonia e Paesi baltici, che considerano la cifra troppo simile agli attuali prezzi di mercato, si oppongono mentre Grecia, Cipro e Malta – leader nei trasporti marittimi – hanno fatto pressioni per un tetto più alto o qualche forma di compensazione.
I Paesi devono raggiungere un accordo prima del 5 dicembre, quando entrerà in vigore l’embargo europeo sul greggio russo che viaggia via mare e che per l’Italia avrà un grosso impatto visto che alla raffineria Lukoil di Priolo rischiano migliaia di lavoratori. Il pacchetto di sanzioni Ue prevede infatti il divieto di fornire assicurazioni e altri servizi alle navi che lo trasportano e questo renderebbe più difficile per Cina e India continuare a importare o comunque proverebbe a limitarne il prezzo. La maggior parte degli assicuratori che coprono il trasporto del greggio ha infatti sede in Europa o nel Regno Unito.