il Fatto Quotidiano, 26 novembre 2022
Bennacer e la presunzione di colpevolezza
“Puro linciaggio mediatico”. Valeria Bruni Tedeschi si scaglia contro la decisione di Libération di mettere in prima pagina ieri “la foto di un giovane uomo con del sangue sulle mani”, ovvero Sofiane Bennacer, suo compagno di vita e protagonista maschile del suo ultimo film, Les Amandiers, nelle nostre sale il 1° dicembre come Forever Young.
Nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, il quotidiano francese titola Le scandale des “Amandiers” e bersaglia Bennacer, incriminato lo scorso ottobre per i presunti stupri di due ex compagne e le violenze nei confronti di una terza. Le donne, tutte teatranti, parlano di relazioni tossiche e segnatamente di relazioni sessuali non consensuali. Il venticinquenne è inoltre indicato quale testimone assistito nell’ambito di una quarta denuncia. I fatti contestati, rivelati da Le Parisien, si sarebbero svolti tra il 2018 e il 2019 a Mulhouse, Parigi e Strasburgo, al cui Teatro Nazionale Bennacer era stato ammesso nel 2019: le misure giudiziarie vietano all’attore di recarsi in quelle località, nonché di incontrare le denuncianti e i testimoni, tra i quali la stessa Bruni Tedeschi. Presentando a Roma Les Amandiers, bel dramma che rievoca la sua esperienza negli anni Ottanta alla scuola di teatro omonima fondata da Patrice Chéreau (Louis Garrel) e Pierre Romans, la regista stigmatizza come “si possa calpestare a tal punto il principio della presunzione di innocenza”, si assume “la piena responsabilità della mia scelta” rispetto ai timori e alle riserve che i produttori le manifestarono per le voci di abusi in capo a Bennacer, osserva come alla notizia della prima denuncia “cambiare attore avrebbe creato ostacoli giuridici insuperabili” e conferma di avere una relazione amorosa con Sofiane, “iniziata molto dopo la fine delle riprese”. Se alcuni professionisti sul set contattati da Libération accusano Bruni-Tedeschi e i produttori di aver consapevolmente protetto l’attore, il co-produttore Patrick Sobelman a France Inter nega di aver “orchestrato la minima omertà” e dichiara che era “impossibile interrompere le riprese e licenziare Bennacer: non avevamo alcuna base legale per farlo”. Prima selezionato e poi escluso dai 32 interpreti in lizza per il miglior esordiente ai premi César, Bennacer si sfoga su Instagram: “Esiste ancora la presunzione di innocenza? O siamo in uno Stato di non diritto, in cui una semplice accusa infondata può distruggere una vita? Tra qualche mese sarò libero, perché non ho fatto niente”.