la Repubblica, 26 novembre 2022
Lufthansa vuole Ita a prezzo di saldo
In un clima da Black Friday, Lufthansa punta alla maggioranza di Ita a prezzo di saldo. LaFrankfurter Allgemeine Zeitung, quotidiano tedesco tra i più autorevoli, scrive che Lufthansa vuole il 51% delle azioni per «250 milioni». La valutazione è meno della metà – oggi – rispetto a gennaio 2022. La novità allarma il governo, per niente propenso a svendere Ita. Per questo motivo si lavora freneticamente per ripescare l’Msc Group della famiglia Aponte.
Le forze di maggioranza hanno individuato – in Gianni Letta o in Fabrizio Palenzona – gli “ambasciatori” in grado di convincere gli Aponte a tornare sui loro passi, dopo la rinuncia a comprare il vettore. L’incontro della verità è fissato per martedì. Il ritorno degli Aponte a bordo di Ita servirebbe a scongiurare il tentativo di Lufthansa di prendere la compagnia, quasi ci stesse facendo un favore.
Il 51% di Ita per 250 milioni. Questa l’offerta che i tedeschi preparano. Un appunto interno della compagnia italiana – che sintetizza l’offerta di gennaio 2022 – dava numeri ben più interessanti. Msc Group e Lufthansa (insieme) avrebbero pagato un miliardo per l’80% delle azioni di Ita. In particolare avrebbero versato 750 milioni nel 2022. L’anno che verrà, nel 2023, Msc Group e Lufthansa si sarebbero accollati poi un aumento di capitale da 250 milioni (sollevando lo Stato dall’onere di farlo).
Ultima chiamata per gli Aponte, dunque. Riportarli al tavolo della trattativa non sarà semplice però. I portavoce di Msc Group hanno la stessa loquacità di querce piantate in un bosco. Un parlamentare di maggioranza riferisce, però, che gli Aponte hanno ormai sfiducia nell’alta burocrazia che lavora al ministero della Economia. È l’esperta squadra di funzionari che ha esaminato, fin dalla primavera, le due offerte in campo: Msc e Lufthansa contro quel fondo Certares che il 31 agosto è stato premiato con una trattativa in esclusiva per l’acquisizione di Ita. Dietro la ricostruzione del parlamentare ci deve essere qualcosa di vero, a leggere sempre laFrankfurter Allgemeine Zeitung. Anche dalla Germania trapela diffidenza verso l’Economia. Scrive il quotidiano che il ministero è stato abbagliato, ingannato da Certares, «per via delle sue partecipazioni in American Express Global Business Travel e in un’agenzia di viaggi di lusso».
La premier Giorgia Meloni vuole che la nuova Ita privatizzata abbia al suo interno una compagnia aerea (come Lufthansa), il nostro ministero e un socio italiano, meglio se privato. Aponte è difficile. Atlantia, molto meno praticabile del 2019 (quando la società fu chiamata al capezzale di Alitalia). Allora Atlantia aveva ancora in pancia Autostrade per l’Italia; ora non più. Se i privati non risponderanno all’appello, si dovrà ripiegare su una società pubblica. L’ipotesi di un coinvolgimento di Fs – affacciata dal Corriere della Sera – resta la più verosimile. D’altra parte, il Piano industriale di Ita ha già tra i suoi obiettivi una sinergia con il binario. Chi viaggia, in concreto, avrà presto in tasca un solo biglietto per treno e aereo.