La Stampa, 26 novembre 2022
Sull’abuso d’ufficio
C’è un primo tema sulla Giustizia che vedrà una maggioranza trasversale in Parlamento, con Pd e Terzo Polo schierati con la maggioranza e con i 5stelle alla finestra. «Modificheremo una serie di reati, a partire dell’abuso d’ufficio», annuncia Giorgia Meloni, confermando così la lieta novella a centinaia di sindaci riuniti a Bergamo per la loro assemblea annuale. Speranzosi, tutti e di qualunque parrocchia politica, che sia la volta buona, dopo almeno dieci anni di attesa. E la notizia che il ministro della Giustizia Carlo Nordio li ha convocati per il 30 novembre non fa che aumentare le attese: corroborate dalle indiscrezioni su come il governo intende cambiare la norma. Molto controversa, in quanto «il 93% dei casi di contestazione del reato di abuso in atti di ufficio si risolve tra assoluzioni e archiviazioni», nota il presidente dell’Anci, Antonio Decaro. Senza per questo alleviare il timore dei primi cittadini di mettere la firma sbagliata in un atto qualunque, foriero poi di tanti guai.In particolare, a sentire gli spifferi che filtrano da via Arenula, la modifica sarebbe di questo tenore: scartata l’idea di abolire il reato di abuso di ufficio, la scelta sarebbe quella di riscriverlo. Come? Precisando che l’abuso scatta quando c’è un interesse personale o un guadagno, togliendo la fattispecie più comune dell’errore formale che paralizza lo smaltimento di tutte le pratiche. E lasciando anche il reato di abuso di ufficio che abbia procurato un danno a terzi o ad un’istituzione. Ovvio che di tutto ciò discuterà il ministro con la delegazione di sindaci che verranno ricevuti il 30 e il Parlamento.Intanto è il viceministro Francesco Paolo Sisto a fornire qualche indicazione, confermando la fattispecie dell’abuso di ufficio per interesse e disegnando la cornice di un accordo con i sindaci: «L’abuso d’ufficio è un reato così scivoloso da causare danni enormi all’economia e al Paese: per questo vogliamo, intervenendo sulla norma, liberare i sindaci dalla paura della firma, privilegiando altri controlli di tipo amministrativo. Come contropartita chiediamo la certezza della condivisione di un patto per la legalità, teso a fare barriera comune contro la criminalità».Lo schieramento politico a sostegno di questa modifica è amplissimo: tutto il centrodestra è ovviamente favorevole, ma anche il Terzo Polo di Calenda e il Pd. «Colleghi e colleghe – dice Beppe Sala alla platea di Bergamo – da quanti anni ne sentiamo parlare? Se si ha da fare si faccia». La proposta di legge del Pd è sintetizzata dalla responsabile giustizia Anna Rossomando e punta «a sollevare i sindaci da responsabilità che non possono stare in capo a chi non è diretto responsabile di un fatto». Sì, perché basta una condanna e si incappa nella legge Severino, che i dem non vogliono toccare. «Ma vogliamo modificare la parte sulla sospensione di un amministratore dopo il primo grado di giudizio, esclusi i reati gravi».«Noi – dice Decaro – non abbiamo chiesto trattamenti di favore, non chiediamo l’immunità e tantomeno l’impunità. Ma solo regole chiare da poter rispettare con rigore».Il problema sono i cosiddetti «esposti temerari» e lo illustra bene il presidente della Giunta per le autorizzazioni, Enrico Costa di Azione: «Purtroppo molti politici, quando siedono in Consiglio comunale all’opposizione, usano l’esposto in Procura anziché l’interrogazione. Così facendo sperano che un pm mandi un avviso di garanzia al sindaco, del quale sono pronti a reclamare le dimissioni». Ecco il meccanismo usuale.Ma dietro tutto ciò, fa capolino una polemica con i magistrati, uno dei motivi che hanno bloccato questa riforma da anni. Basta sentire cosa dice il capogruppo di Forza Italia in Commissione Giustizia al Senato, Pierantonio Zanettin. «Presenterò un testo su abuso d’ufficio e traffico di influenze, reati a condotta evanescente in cui il discrimine tra lecito e illecito è affidato alla discrezione del magistrato»