Corriere della Sera, 26 novembre 2022
Il caso ungherese
Un’altra nube all’orizzonte riguarda i flussi migratori dall’Africa, destinati a intensificarsi nuovamente dopo l’inverno. Continuare la polemica sulle navi Ong sarebbe solo controproducente. È indispensabile invece premere sugli altri Paesi perché aderiscano al Patto sull’Immigrazione, proposto dalla Commissione più di due anni fa. Un accordo che andrebbe incontro a molte delle richieste italiane: la condivisione fra Paesi dei migranti e richiedenti asilo (obbligatoria in situazioni crisi); un più attivo coinvolgimento europeo nella gestione dei flussi tramite il rafforzamento di Frontex e gli accordi con i Paesi di origine.
Chi si oppone al Patto? Essenzialmente Ungheria, Slovenia, Repubblica Ceca e Polonia. Quest’ultima ha ammorbidito le proprie posizioni a seguito del massiccio ingresso di profughi ucraini, per il quale ha chiesto e ottenuto dalla Ue consistenti aiuti finanziari. Il governo di Varsavia sostiene anche il rafforzamento della politica europea di difesa e sicurezza, seppure entro il contesto Nato. Orbán, invece, continua ad opporsi a tutto: non vuol sentir parlare di condivisione dei migranti e si comporta da «amico di Putin» in tema di energia e difesa comuni.
...Il premier ungherese dice sempre no anche perché è da tempo in lite con la Ue sullo stato di diritto. Bruxelles accusa, giustamente, il governo ungherese di violare i più elementari principi liberali (come libertà di stampa, indipendenza della magistratura, diritti civili) e di utilizzare i cospicui fondi europei in maniera clientelare e fraudolenta. Il caso Orbán è per noi una patata bollente. Il Consiglio europeo sarà chiamato a decidere sulla sospensione dei fondi destinati all’Ungheria il prossimo 19 dicembre. Come voterà Giorgia Meloni? Proprio questa settimana abbiamo registrato un brutto segnale. I parlamentari europei di Fratelli d’Italia e della Lega hanno votato contro una Risoluzione di condanna del governo ungherese. Le motivazioni del voto contrario non sono chiare: Fratelli d’Italia ritiene che non sia necessario contrastare la corruzione nell’uso delle risorse Ue, in nome della sovranità nazionale? Non può essere contro la condivisione dei migranti, ma forse è contro lo stato di diritto? Pensavamo di no, ma ora qualche dubbio ritorna... (Maurizio Ferrera)