Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2022  novembre 25 Venerdì calendario

L'ASSASSINO DI KENNEDY AVEVA QUALCHE PROBLEMINO SESSUALE - UN LIBRO RIVELA COSA FRULLAVA NELLA MENTE DI LEE HARVEY OSWALD - “L'IMMAGINE CHE HA PROMOSSO ALLA MOGLIE MARINA ERA QUELLA DI UN INTELLETTUALE FOCOSO E RADICALE CHE AVREBBE RESO IL MONDO UN POSTO MIGLIORE SE SOLO QUALCUNO GLI AVESSE PRESTATO ATTENZIONE” – LA DONNA FINÌ PER RIDICOLIZZARLO DEFINENDOLO "SESSUALMENTE INADEGUATO" E  LO TRADÌ CON UN UOMO D’AFFARI... -

Lee Harvey Oswald ha assassinato John F. Kennedy perché temeva di essere bollato come un "perdente" da sua moglie che lo ridicolizzava per la sua pretesa di essere un intellettuale marxista.

Il nuovo sorprendente libro “The Oswalds: An Untold Account of Marina and Lee” di Paul Gregory rivela che Oswald è stato "umiliato" da Marina che lo ha deriso definendolo "sessualmente inadeguato" e lo ha tradito con un bell'uomo d'affari.

Oswald sentiva che "il mondo sarebbe un posto migliore se gli avesse prestato attenzione". Tenne Marina come "prigioniera" e l’avrebbe picchiata nel loro appartamento a Dallas, proibendole di imparare l'inglese perché non voleva che si rendesse conto che non contava nulla.

Gregory, che ha aspettato 60 anni per raccontare la storia, è un ricercatore presso l'Hoover Institution e professore di economia all'Università di Houston. Ma nel 1962 era un adolescente che viveva con la sua famiglia a Dallas e conobbe gli Oswald tramite suo padre, Peter.

Secondo il libro, Oswald era “freddo” mentre Marina era una "bellezza timida e naturale" che indossava abiti sciatti che aveva portato con sé dall'Unione Sovietica. Sorrideva poco per coprire un dente cariato e aveva l'aria di un "gattino smarrito".

Gregory scrive: «Il timore di Lee era di essere smascherato e di essere bollato come perdente. L'immagine che ha promosso a Marina era quella di un intellettuale focoso e radicale che avrebbe reso il mondo un posto migliore se solo il mondo gli avesse prestato attenzione. Tali pensieri hanno mosso Marina, non all'ammirazione, ma alla derisione e poi alla paura quando ha avuto un'idea delle possibili conseguenze della sua vanagloria».