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 2022  novembre 25 Venerdì calendario

Le interviste di Francesca Fagnani

Massì, ammettiamolo: l’intervista che Francesca Fagnani ha fatto a Massimo Ferrero è stata la più interessante della serie «Belve», stagione 2022 (Rai2 e RaiPlay). La conferma è venuta da «Belve cult», il filmato che raccoglieva il meglio delle tre edizioni del programma, una sorta di grande riassunto.
Di solito, si dice che un’intervista è riuscita quando l’interlocutore (maschile sovraesteso) «si racconta a cuore aperto» o «svela lati inediti di sé», tipo Eva Robin’s.
Le interviste sono tutte recite, specie se montate: nessuna inquadratura è innocente, cioè «a cuore aperto». Fagnani ha un modo d’intervistare che non sembra concedere scampo alla vittima sacrificale, dietro il sorriso accattivante c’è sempre lo stiletto. È molto brava nel modulare il suo modo di porgersi.
Ferrero voleva ancora recitare la parte per cui è diventato famoso, la «Viperetta»: l’uomo del popolo, povero in canna, che è riuscito a entrare nel dorato mondo del cinema e del calcio credendo di essere più furbo degli altri. Per queste sue irruenze fuori dai canoni lo abbiamo irriso in tanti e, alla fine, l’ex presidente della Sampdoria è stato la prima vittima di sé stesso.
Ma l’altra sera Fagnani aveva di fronte uno sconfitto e ha fatto bene a non infierire, ad accettare le sue intemperanze («Lei sta dicendo un po’ di caz...te, non so se gliel’ha dette qualcuno»), a lasciarlo sfogare: «Non ho mai cambiato idea, poi dopo il muro di Berlino è finita quell’idea che c’avevo io: quindi ora sono meloncino, stimo Meloni perché per me è un talento naturale».
Dai, uno che dice che da produttore è andato in rovina perché ha fatto «film autorali» (non si sa bene quali) merita tutta la nostra comprensione. Sua nonna era una soubrette dell’Ambra Jovinelli e lui è ancora convinto dell’applauso del pubblico: «A me il popolo me ama». Clap, clap!