il Giornale, 23 novembre 2022
La seconda Vita da Carlo (Verdone)
Lui con i figli, lui con la chitarra, lui con Vasco Rossi, lui con Massimo Troisi... «Quando ho scoperto che sul set c’erano le stesse foto che sono nel salotto di casa mia, perfino gli stessi quadri, e nelle identiche posizioni alle pareti...E questi come hanno fatto?, mi sono chiesto». Semplice. Anche se lo nega, è stata Annamaria, la (vera) governante di Carlo Verdone, ad aprire la (vera) casa dell’attore e regista, per farla ricostruire (falsa) – compresi i mobili dèco in ciliegio e la veduta mozzafiato dal Gianicolo – a Giuliano Pannuti, scenografo di Vita da Carlo. Riparte il delizioso gioco di specchi tra verità e finzione, nella seconda stagione della serie che, all’ultimo mese di riprese a Roma, nel 2023 traslocherà da Amazon Prime a Paramount+ per raccontare in dieci puntate, tra autobiografismo divertito e irresistibile fiction, con attori veri che ne fanno di falsi, e famosi che rifanno sé stessi, la vita reale (e immaginaria) del popolarissimo Carlo.
Verdone: sbaglio o aveva dichiarato di non voler fare mai più una serie tv?
«Giusto. Vita da Carlo era stata un’ammazzata tale che giuravo di non ricascarci più. Esordivo nella serialità, molti scuotevano la testa: E mo’ pure questo se mette a fa’ tv?... Mi ha convinto il successo. Quando giro non mi rendo conto di quello che faccio. Al contrario: mentre li giravo ero convinto che alcuni dei miei film migliori, Compagni di scuola o Maledetto il giorno che t’ho incontrata, sarebbero stati dei disastri. Stavolta piglio la botta, pensavo. Ma forse provare ancora quest’insicurezza è, in fondo, una prova di umiltà. In questo lavoro ricominci da capo ogni volta. E anche con Vita da Carlo temevo. E invece eccoci qui».
Diviso dalla moglie (Monica Guerritore), tormentato dalla figlia (Caterina De Angelis), perseguitato dall’amico (Max Tortora), perennemente afflitto da fan alla ricerca di autografi e selfie, cosa farà stavolta?
«Abbandonata definitivamente l’idea di candidarmi a sindaco di Roma – anche se gli amici insistevano: Ma nei sondaggi sei all’80 per cento! – decido di girare un film d’autore. Non più criptico e lugubre come L’incrocio delle ombre, col quale nella prima serie vincevo addirittura la Palma d’Oro a Cannes. Ma con l’autobiografico Maria F., tratto dal mio (autentico) libro La carezza della memoria. Senonché il produttore (Stefano Ambrogi) esplode: Ma qui nun se ride! E manco se vede gnente! Però c’è tanta tenerezza, replico io. E lui: Co’ la tenerezza nun c’ha mai magnato nessuno!. Allora la figlia gli suggerisce: Piglia come protagonista il personaggio che c’ha più follower. Detto fatto: per interpretare me da giovane lui piglierà Sangiovanni, il cantante lanciato da Maria De Filippi. Il quale litigherà con la prim’attrice (Ludovica Martino) mentre io litigherò con lui. Insomma una sorta di devastante 8½ verdoniano...».
Nella finzione che sembra ancora realtà – e viceversa – avrà ancora accanto tanti divi a interpretare sé stessi?
«Inevitabile. Incontrerò Claudia Gerini sul set di un film di Gabriele Muccino (ci sarà anche lui), di cui lei è la protagonista e io interprete di un cameo. Sarò invitato con Christian De Sica ad un incontro di vecchi allievi del Nazareno, la scuola dove io e lui eravamo compagni di banco (e al quale lui non vorrebbe partecipare). Incrocerò Zlatan Ibrahimovic dietro le quinte dello show di Fabio Fazio. E chiederò a Maria De Filippi di aiutarmi a risolvere le grane che l’(apparentemente) inadatto Sangiovanni mi dà sul set».
Quanto dista dalla realtà il ritratto che di sé e della sua esistenza lei fa in Vita da Carlo?
«Alcune cose sono identiche. Quando giro, ad esempio, faccio davvero una vita da monaco cistercense: sveglia alle cinque, alle nove di sera già a letto. Altre le accentua l’ironia. I fan, ad esempio: ci vorrebbe un libro solo per raccontare quante cose meravigliose, ma anche folli, fanno per me. Uno stalker mi ha spedito per anni buste con dentro polvere bianca: una volta farina, una volta calce... Ora è in galera. Proprio l’altro giorno un russo che conosce tutti i miei film a memoria, sapendo quanto lo adori, mi ha regalato un rarissimo autografo del grande direttore d’orchestra Carlos Kleiber. Cose senza prezzo».
C’è ancora qualcosa che il pubblico non sa di Carlo Verdone, e che scoprirà con questa serie?
«I miei tic, le mie manie, vanno diminuendo. Mentre invecchiando mi commuovo molto più facilmente. Ormai sono ipersensibile al punto che, per girare un paio di scene in cui dovevo piangere, non ho avuto nemmeno bisogno di trucchi. Lacrime vere! Eppure di natura io sarei un freddo... Dipenderà dall’età, certamente».